Ci abitueremo a tutto?

"Con l’entrata di Romania e Bulgaria nell’Unione Europea, si prevede che, nei prossimi mesi, si riverseranno in Italia alcune decine di migliaia di cittadini di quei Paesi, non più bisognosi di alcun permesso. Fra loro, molti non troveranno..."

di pietro g. serra - mercoledì 17 gennaio 2007 - 3078 letture

Per raccontare alcuni vizi, nemmeno tanto segreti, dei nostri tempi, ci vorrebbe un nuovo Dickens. Da un fatto come quello accaduto mercoledì scorso a Milano lo scrittore inglese saprebbe sicuramente trarre un notevole e commovente romanzo.

La vicenda, nella sua ordinaria crudeltà, si ripete tutti i giorni nelle nostre città: una famiglia romena, ma sarebbe potuta anche essere slava o di numerose altre nazionalità, ridotta in schiavitù e costretta a mendicare agli incroci delle strade. I loro padroni, anch’essi rumeni, sono stati arrestati casualmente. Purtroppo, ciò accade di rado e l’immondo traffico di esseri umani può prosperare nell’indifferenza. Le decine di euri raccolti quotidianamente dalla famigliola finivano interamente nelle tasche dei carcerieri i quali confidavano, soprattutto, in un ragazzino disabile, perché con gli “storpi” si facilita la commozione e si guadagna più facilmente.

I mendicanti, sempre più laceri e spesso affetti da gravi malattie e malformazioni, sono ormai legioni nelle nostre città. È noto che tali sventurati sono sfruttati da criminali che, talvolta, fanno capo a reti mafiose. Eppure, è raro che la polizia intervenga, fermando i questuanti per risalire ai loro sfruttatori, cosa che non sembrerebbe certo un’impresa impossibile. La risposta a questi dubbi “ingenui” la conosciamo: le leggi attuali non consentono di agire con efficacia perché sono troppo garantiste nei confronti di questo genere di malfattori. Ma, allora, cosa si aspetta a farne di nuove, cominciando dall’accattonaggio che, da condizione di pochi esclusi dalla società, si è trasformata in un affare che muove grandi cifre e coinvolge migliaia di esseri umani. Di nuovo si risponderà che i problemi sono più “complessi” e che questo genere di reati minori (?) non si risolve con la bacchetta magica. Con la magia no, ma con la consapevolezza e l’impegno sicuramente qualcosa si può fare. Ecco un esempio vistoso dello scollamento della politica dalla realtà, di come la casta che dovrebbe tutelare il bene comune si disinteressi dei problemi reali dei cittadini e dei drammi che si consumano appena fuori dalla soglia delle nostre case. Meglio, nell’ottica dei nostri governanti, continuare ad accanirsi nell’appassionante dibattito sulla nascita del Partito democratico…

In assenza dell’intervento della politica, tutti noi ci abituiamo, con sorprendente velocità, a scene che sarebbero state inimmaginabili solo una quindicina di anni fa. Certo, talvolta ci infastidiamo e brontoliamo qualcosa contro l’immigrazione selvaggia quando chi chiede la carità si fa troppo pressante o se, al ristorante, i venditori di rose e di cianfrusaglie ci disturbano più del solito. In sostanza, ci siamo però assuefatti al ritorno della schiavitù come a un fastidio ineluttabile, come a uno scroscio di pioggia quando non abbiamo l’ombrello. Non è cosa da poco per una civiltà che, pensosamente, si interroga su problemi etici come l’uso delle cellule staminali o l’accanimento terapeutico e crede di vivere in un’ “epoca morale” quale mai è esistita prima d’ora. Ma, ci si dirà, che altro potremmo fare noi singoli individui se le autorità non si muovono? Nella pratica non molto, ma sul piano della riflessione generale e, ci si passi l’espressione impegnativa, su quello della tensione etica e politica, qualcosa si può ricavare dalla quotidiana visione di piccoli e grandi soprusi.

A seguito della scomparsa della cortina di ferro e di altre trasformazioni internazionali una sempre maggiore massa di immigrati si è riversata nella parte più prospera dell’Europa. Siamo ben lungi dal rimpiangere il tetro ordine comunista, ma constatiamo che troppo poco è stato fatto per regolare i prevedibili flussi migratori. È un postulato, sempre proclamato e mai dimostrato, che l’immigrazione di massa sia un fenomeno ineluttabile dei nostri tempi. Le associazioni dei produttori invocano sempre più immigrati, che sarebbero indispensabili per mandare avanti l’industria e l’agricoltura. Ora, se è vero che gli indiani di religione sikh si stanno dimostrando ottimi allevatori nelle fattorie del mantovano, ci si dovrebbe però chiedere se non c’è qualcosa di sbagliato in un modello economico che, per la prima volta nella storia, consuma più di quanto riesca a produrre con le proprie forze lavorative. Sappiamo bene che, come al solito, il problema sta “a monte”, ma il dubbio che gli imprenditori siano soprattutto interessati ad accaparrarsi manodopera a basso costo, ci coglie lo stesso osservando come, fra gli italiani, crescano le cosiddette nuove povertà.

Con l’entrata di Romania e Bulgaria nell’Unione Europea, si prevede che, nei prossimi mesi, si riverseranno in Italia alcune decine di migliaia di cittadini di quei Paesi, non più bisognosi di alcun permesso. Fra loro, molti non troveranno, almeno nell’immediato, un lavoro, mentre è previsto che, soprattutto dalla Romania, giungerà anche un buon numero di malavitosi pronti a sfruttare i bisogni dei connazionali. Per prepararci a questa evenienza non è stato fatto praticamente nulla, mentre ci si sarebbe dovuti muovere a livello di Ue. A Bruxelles, per quanto riguarda il contrasto alla criminalità transnazionale, si decide, assurdamente, ancora all’unanimità, non essendo entrata in vigore la Costituzione bocciata a Parigi e Amsterdam. L’ignavia della politica e la retorica filoimmigrazione di Confindustria, sinistre e cattolici produrranno nuovi guasti. Intanto, gli emuli odierni dell’ebreo Fagin si fregano le mani nell’attesa di mettere le grinfie su tanti nuovi Oliver Twist.

Roberto Zavaglia


- Ci sono 3 contributi al forum. - Policy sui Forum -
Oscuri vantaggi
19 gennaio 2007, di : Stefania Tiezzi

Sono d’accordo con quanto scritto. Stiamo prendendo alla leggera un fenomeno che presto diventerà un cancro con le sue metastasi radicate in tutta l’Italia. Purtroppo si tocca l’argomento ’etico’ solo quando è rimandabile, quando non sporca le mani. Al solito, guai a lamentarsi degli immigrati: essere tacciati di razzismo e xenofobia sarebbe la reazione immediata. Il dramma, invece, sono i problemi contingenti che l’enorme flusso di immigrati senza lavoro si porterà dietro. Tutti lo sanno. Evidentemente, per alcuni, i vantaggi di certi traffici superano gli svantaggi vissuti, invece, dai cittadini onesti.
Se non è razzismo, cos’è?
7 febbraio 2007, di : Sonia

Che dire..evidentemente ho sopravvalutato la Signora Stefania, che ha scritto un articolo molto interessante sulla strage di Erba e mi sembrava una persona intelligente.

Rispondendo all’articolo: io dico che se Romania e Bulgaria sono entrate in Europa, un motivo ci sarà. Io sono stata in Romania (a contrario di voi che sputate giudizi senza conoscere le cose) e vi assicuro che non è il paese di poveracci che credete (appunto perchè non sapete un bel niente). Comunque ricordatevi che il nostro paese è entrato in Europa con la vergogna più grande che ci possa essere: la mafia. Altro che mendicanti. Riflettiamoci. E riflettiamo anche sul fatto che ci sono più di 60 milioni di italiani sparsi per il mondo (anche in Romania, guarda un po’). Sono pienamente d’accordo quando si attaccano gli stranieri che vengono in Italia appositamente per delinquere: abbiamo abbastanza criminali italiani, non ce ne servono altri. Quindi Fuori! Ma se si è intolleranti anche con gli immigrati che qui lavorano onestamente, pagano le tasse e non fanno male ad una mosca..bè, questo cos’è se non razzismo e xenofobia?

nessuna invasione
12 febbraio 2007

http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Politica&loid=1.0.671072176

che brutto scrivere un articolo solo per riempire il tempo, senza neanche sapere di cosa si parla..ma datti al volontariato, piuttosto!