Albert Camus, "Il Mito di Sisifo"
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"Il mito di Sisifo", saggio pubblicato nel 1942 da un giovanissimo Camus, seguiva il grande successo riscosso da "lo Straniero". Il saggio continua il filone, intrapreso da Nietzsche e Kierkegaard e sviluppato da Gide e Kafka, offrendo una straordinaria testimonianza della crisi spirituale del novecento. Il futuro premio Nobel, intende reinterpretare "la filosofia dell’assurdo", sfidando i padri dell’esistenzialismo, conquistandosi però un pensiero originale. Secondo il mito, Sisifo era stato condannato dagli Dei al lavoro inutile negli inferi; egli doveva, con immane fatica, far rotolare un enorme macigno fino alla cima di una montagna. Il masso per gravità ritornava a valle e il nostro eroe lo andava a riprendere e lo riportava in cima. Senza mai una fine.
Lo scrittore è riuscito a creare il "mito del mito di Sisifo", soffermandosi a riflettere sul momento in cui l’uomo si rende conto che tutta la sua fatica è inutile, cioè quando percorre la discesa e guarda da lontano il suo destino. La vicenda di questo "eroe sui generis" è vista come una metafora della situazione umana, ma il ragionamento rigoroso e l’impegno concreto, uniti ad un profondo bisogno di chiarezza, hanno lo scopo di dimostrare che le angoscianti teorie dell’esistenzialismo contengono in fondo un accenno di speranza. "Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice"
Albert Camus - "il Mito di Sisifo"; tascabili Bompiani 6,80euro
di Giovanni Battaglia
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grande camus, forse il + grande scrittore del novecento, morto troppo presto.
...un disco dei concerti brandeburghesi di Bach sul piatto dello stereo, il “Mito di Sisifo” di Albert Camus e una boccetta di Tryptizol semivuota, sul comodino......così muore Nick Drake.