Nussbaum: diritti e tradizione attraverso
due suoi libri
Nell'articolo di Francesca Rigotti - che
proponiamo per intero qui di seguito - apparso sul Sole24ore del 17 ottobre
1999, si parla, col bel titolo "Se la tradizione viola i diritti", di Martha
Nussbaum e del suo ultimo libro , non in traduzione italiana, dal titolo Sex
and Social Justice, Oxford University Press, New York-Oxford 1999, pagg. 476,
$ 35.
"Che cosa hanno a che spartire l'amor platonico e la legislazione del Colorado?
Basta leggere l'omonimo saggio ( Platonic Love and Colorado Law) di Martha C.
Nussbaum, contenuto in questo libro, per scoprire che la filosofia greca classica
può contribuire costruttivamente al moderno dibattito sull'omosessualità, anzi
sulla "queer theory", come viene chiamata negli USA la discussione sulla sessualità
non eterosessuale. La lettura dei classici della filosofia e della tragedia
greca può portarci per esempio a capire - secondo Martha Nussbaum - che le relazioni
tra lo stesso sesso non portano necessariamente all'erosione dell'edificio sociale
e nemmeno al crollo della civiltà. Anzi, incoraggiare relazioni tra partner
dello stesso sesso, come avviene nel Simposio e nel Fedro di Platone, può diventare
un metodo valido per per rafforzare le strutture sociali perché tali coppie
di amanti, grazie alla loro devozione al coraggio, alla lealtà e alla libertà
politica, "rendono" molto di più insieme che separatamente. Proprio in base
a questi argomenti il tentativo di alcuni cittadini dello stato del Colorado
di togliere i diritti politici agli omosessuali fu, grazie a Platone e a Nussbaum,
scongiurato. Questo è solo un esempio del modo di procedere e di argomentare
della filosofa nordamericana Martha Nussbaum in questo libro che porta il titolo
di Sex and Social Justice ma non riguarda affatto la giusta ripartizione del
sesso, che diversamente dal buon senso di Cartesio, è forse la cosa peggio distribuita
al mondo. Si tratta di una raccolta di 15 saggi, scritti negli anni 90 e riscritti
poi per la pubblicazione in volume, che spaziano dallo sfruttamento delle donne
in Bangladesh all'introspezione della sig.ra Ramsey in Gita al faro di Virginia
Woolf. Già la scelta del termine Sex in prima posizione nel titolo rivela la
scelta di Nussbaum di distanziarsi dagli studi di "gender". Questo benché ella
citi e difenda le femministe più "arrabbiate" della scena nordamericana, Andrea
Dworkin e Catharine MacKinnon, e benché dichiari di partire dal femminismo,
purché questo rispetti determinate caratteristiche come l'internazionalismo,
l'umanesimo, il liberalismo, l'impegno per la ricerca di preferenze e desideri
e, infine, l'interesse a una conoscenza simpatetica. Il suo è piuttosto un appello
a difesa di un universo di qguaglianza e mutualità per la situazione delle donne
e degli omosessuali, anzi, a difesa di tutti gli esseri umani e delle donne
viste come esseri pienamente umani. Insomma un appello per il rispetto generale
della dignità umana e dei diritti umanianche quando la loro protezione venga
a collidere con alcuni elementi del discorso e della pratica tradizionale, per
esempio religiosa: in questo caso è la tradizione che deve soccombere, non i
diritti. Nussbaum prende chiaramente posizione contro coloro che difendono pratiche
tradizionali di umiliazione in nome appunto della tradizione, sostenendo che
regimi settari intolleranti come quelli dell'Iran, del Sudan, del Pakistan e,
sotto certi aspetti, di Israele, sono inaccettabili. Il libro è scritto con
lo stile e la padronanza della materia tipici di Martha nussbaum, una delle
menti più creative, profonde e brillanti dello scenario filosofico attuale.
Bisogna inoltre aggiungere che Nussbaum, professore di diritto ed Etica all'Università
di Chicago, ha anche lavorato per alcuni anni a un progetto delle Nazioni Unite
di analisi comparata dei diversi modi di vivere sul pianeta. Questo le ha dato
l'occasione per conoscere e tratatre diversi casi empirici, che vengono introdotti
e discussi con vivacità nel dibattito teorico, conferendogli un aspetto particolare.
Come il caso di Fauziya Kassindja, una ragazza di 19 anni che fugge dal Togo
nel 1997 per sottrarsi alla mutilazione genitale e che vede infine riconosciuto
il diritto d'asilo negli Stati Uniti. Il carattere dei saggi è eterogeneo. Vi
sono recensioni di libri , una delle quali, Sex, Truth,and Solitude, in lode
di Sir Kenneth Dover, apre degli squarci indimenticabili sulla vita e sull'opera
del grande studioso dell'antichità classica, facendoci solo sognare di essere
un giorno anche noi invitati nella sua casa di St. Andrew, Scozia, come è capitato
a Nussbaum. Vi sono saggi militanti, come quello contro le pratiche di mutilazione
genitale femminile, ove la tesi culturale, quella che dice che tali pratiche
rispecchiano culture locali accettate e che stanno al mondo africano e orientale
(non tutto fortunatamente) come le diete dimagranti stanno al mondo occidentale,
è discussa con finezza. Discussa ma poi respinta in quanto i due eventi vengono
dichiarati imparagonabili, benché pure le diete alimentari e le ginnastiche
dimagranti possano essere imposte dall'ambiente e produrre risultati devastanti
sul fisico delle donne. Vi sono saggi teorici, tra i quali quello che propone
l'"approccio secondo le possibilità": in parziale accordo con Amartya Sen, l'economista-filosofo
premio Nobel 1999, Nussbaum vi sostiene che lo scopo centrale della progettazione
pubblica dovrebbe essere lo sviluppo delle possibilità dei cittadini di svolgere
diverse funzioni vitali importanti. L'elenco di queste possibilità contiene
quelle di vivere una vita di lunghezza normale e degna di essere vissuta, di
conservare l'integrità e la salute fisica, di usare i sensi, il pensiero, la
ragione in modo pienamente umano, di esprimere sentimenti e stringere amicizie,
di vivere in sintonia con la natura, di avere controllo sull'ambiente, di giocare
e divertirsi. Recentemente si parlava in queste pagine di Kymlicka e del suo
approccio liberale al multiculturalismo (vedi il sole24Ore del 22 agosto): ebbene,
Nussbaum non risparmia neppure il filosofo canadese, accusato di non far rientrare
la negazione dei diritti legali e politici alle donne fra le violazioni "gravi
e sistematiche" dei diritti umani E neppure è risparmiata la sua definizione
di "gruppo": se un gruppo infatti non fa parlare i suoi membri più deboli, tra
cui quasi sempre le donne, ma solo gli esponenti maschili più potenti, non andrà
considerato rappresentativo degli interessi e dei bisogni generali, come pare
invece ritenerlo Kymlicka. Interloquendo con Aristotele, Seneca e gli stoici,
John Stuart Mill, Immanuel Kant e John Rawls e rendendo comprensibile anche
al lettore comune ciò che questi autori hanno da dire sullo sfruttamento e l'umiliazione
nel mondo contemporaneo, Martha Nussbaum ha insomma svolto ancora una volta
un intelligente esercizio di scrittura colta e impegnata mostrando come argomenti
all'apparenza disparati possano essere tenuti insieme dall'unità di stile e
di scopi."
Martha Nussbaum , Coltivare l'umanità. I classici, il multiculturalismo, l'educazione
contemporanea, Carocci, Roma 1999, pagg.338, L. 34.000
"In Coltivare l'umanità la Nussbaum continua la sua riflessione sulla cittadinanza
concentrandosi in particolare su Socrate (con la sua idea di una "vita esaminata"
costantemente aperta alla critica e all'autocritica) e sullo stoicismo antico:
Cicerone e Seneca, in particolare, antesignani di una nozione allargata e cosmopolita
di umanità, capace di guardare oltre, senza però svalutarle, la tradizione e
la patria in cui casualmente ci è capitati di nascere. Il terzo elemento di
questa nuova nozione di cittadinanza (già esemplificato in Il giudizio del poeta,
Feltrinelli) è quello che lei chiama "immaginazione narrativa": 'la capacità
di immaginarsi nei panni di un'altra persona, di capire la sua storia personale,
di intuire le sue emozioni, i suoi desideri e le sue speranze'. Certo Nussbaum
non nasconde i rischi , anche nell'attuale mondo accademico, del celebrare la
differenza in maniera acritica. Per questo occorre coltivare l'umanità. "Presto
noi tutti moriremo. Intanto, mentre viviamo , facciamo in modo di coltivare
la nostra umanità" (Seneca) (Dalla recensione di Armando Massarenti , in "il
Sole24ore" di Domenica 6 giugno 1999) .
Autore |
Francesca Rigotti, Armando
Massarenti - a cura di Pina La Villa
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Titolo |
Nussbaum: diritti e tradizione
attraverso due suoi libri
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Data stesura |
giugno, ottobre 1999
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Data aggiornamento |
gennaio 2000
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