Generazioni - trasmissione della storia e
tradizione delle donne. - Rosenberg & Sellier, 1993
Il volume raccoglie buona parte dei materiali
del seminario svoltosi a Orvieto dal 18 al 21 aprile del 1991. Seminario che
rappresenta il primo sbocco di una ricerca promossa dalla commissione didattica
della società italiana delle storiche, nata nel 1989. Confluiscono nel lavoro
delle varie autrici l'esperienza femminista e l'impegno nel movimento democratico
della scuola, ma anche l'eredità della costruzione di una didattica non autoritaria
maturata in luoghi come il Movimento Cooperazione Educativa, il Landis, il Cidi
(Centro iniziativa democratica degli insegnanti) e il Sindacato scuola CGIL.
Il testo è costruito sulla riflessione attorno ad alcune parole chiave , sulle
relazioni relative ad esperienze concrete di lavoro nei vari cicli, sul lavoro
dei laboratori durante il seminario. Impossibile sintetizzare o offrire una
chiave di lettura di un testo che si pone in maniera chiara come aperto e problematico:
aperto alle esperienze soggettive delle singole docenti e ricercatrici, problematico
in quanto rimette in discussione, sulla base di queste esperienze, tutti i termini
delle questioni affrontate: il rapporto con la storia-disciplina, la memoria,
la trasmissione, la soggettività, l'infanzia, l'immagine. Qualche citazione
fra le tante possibili dalla parte del testo in cui le autrici sono chiamate
a riflettere su alcune parole chiave: Didattica «E' la didattica
l'elaborazione di tecniche di trasmissione? Lo è certamente, ma è ancor prima
l'uso sociale che si vuole fare del sapere. Per la storia, è l'uso sociale che
vogliamo fare della memoria, in tutti i suoi significati?» ( Fernanda
Goffetti); Taglio/accostamenti «racconto della storia vissuta come
rapporto tra le generazioni e la riflessione sull'apparato di analisi necessario
per collocare se stessi nel tempo, nello spazio, nelle relazioni» (Elda
Guerra); Oblio «storia come luogo della possibilità di non dimenticare
e di non essere dimenticate» (Lucia Motti); Traccia «come
non vedere nella parola traccia un'analogia con la valenza simbolica del filo
di Arianna?» (Anna Nadotti).
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