Tra le donne turche : lettere
1716-1718 / Mary Wortley Montagu ; introduzione di Anita Desai.
- Rosellina Archinto, 1993
Siamo
nel '700, è il secolo dei lumi, degli intellettuali cosmopoliti
e dei viaggiatori. Tra di loro anche Mary Wortley Montagu. Si tratta
di una intellettuale e scrittrice, una donna che fra l'altro diffuse
in Inghilterra la pratica dell'innesto del vaiolo, che conosceva
e frequentava Pope e altri intellettuali inglesi dell'epoca. Scrive
lettere private durante il viaggio compiuto in Oriente dal 1716
al 1718, alla sorella, ad amiche, a conoscenti, a intellettuali
- l'abbé Conti - non so quanto destinate nella sua mente a restare
tali. Si tratta comunque di lettere scritte da una studiosa, una
che aveva sapeva il latino e aveva scritto lettere a imitazione
di quelle di Ovidio, era perfettamente a conoscenza delle regole
del genere.
Nel libro l'interesse è concentrato soprattutto sulla descrizione
delle donne turche (e in effetti Costantinopoli è il posto che l'ha
affascinata di più e la condizione delle donne turche quella che
l'ha di più incuriosita, visto tra l'altro che lei aveva molto da
ridire sulla condizione della donna in Inghilterra e scriverà alcuni
anni dopo un testo contro l'uso della dote). Ma osservazioni interessanti
e vivaci sono presenti anche nelle lettere inviate dalle città europee
(Vienna, Rotterdam, Ratisbona, Praga), e da quelle italiane (Genova,
Torino), che toccherà durante il viaggio di andata e quello di ritorno.
Osservazioni che riguardano non solo i costumi femminili, ma anche
i paesaggi, l'architettura, la cultura, la religione dei popoli
conosciuti. Certo, credo che non conoscesse molto in realtà dei
popoli, come del resto altri viaggiatori, visto che le relazioni
erano sempre con le varie corti e in fondo, come lei stessa nota,
non c'è molta differenza tra gli effendi turchi e gli intellettuali
inglesi, se non che i primi sono più divertenti e disincantanti,
meno pungenti e più amabili nei confronti di una colta donna europea.
Racconta infatti di un musulmano col quale ha bevuto vino per molte
sere e si dice convinta che questi intellettuali siano tutti deisti.
Altro motivo di interesse del libro, è che il tipo di notizie e
descrizioni che la Montagu fa, dipendono dai destinatari delle sue
lettere. All'Abbè Conti sono riservate le descrizioni filosofeggianti
sulla religione e l'arte, alla sorella quelle più libere sulla bellezza
e sui costumi delle donne, più controllate e velatamente "pettegole"
le lettere alle amiche e conoscenti.
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