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Propaganda, verità e strumentalizzazione partitica

L’autunno caldo del 2007. La "cosa rossa" si conta. L’accordo sul welfare del 23 Luglio. Gramsci e la volonta’ delle masse usata dagli opportunisti.

di pietrodigennaro - martedì 11 settembre 2007 - 4123 letture

Le polemiche tra organizzazioni sindacali confederali e le RdB , aperte con la conclusione della contrattazione aziendale 2008 del personale tecnico amministrativo nell’Università di Salerno (l’Ateneo azienda propone l’antinomia istituzione/mercato, pubblico/privato), preparano il terreno di scontro su cui, ad ottobre, si combatteranno le ledearship politiche e sindacali della rappresentanza sociale del nostro paese.

L’accordo del 23 luglio su welfare e pensioni , su lavoro e mercato del lavoro, rappresenta lo spartiacque che limita su un fronte l’azione del governo nazionale con i suoi sostenitori (Confindustria con GCIL, CISL e UIL), sull’altro, il sindacalismo di base e la Politica di sinistra, che alcuni, a ragione, definiscono meglio come popolare piuttosto che radicale.

Il modello micro aziendale di un’Università pubblica può scientificamente rappresentare lo status nazionale della tendenza di gestione politico/sindacale di tutti i comparti pubblici che si piegano alla gloria di governance strettamente politicizzate: un rettore , presidente regionale di un partito sebbene in estinzione, non rappresenta un’anomalia subita ma una semplice conferma del potere politico strutturato nel territorio .

Le polemiche sulla contrattazione integrativa (ma quelle nazionali hanno lo stesso destino) urteranno con la capacità dei lavoratori di farsi i conti in tasca e di saper separare propaganda dai fatti concretamente oggettivi. L’impegno sindacale, purtroppo è diventato, proporzionalmente al potere di cogestione di governo della propria organizzazione (locale e nazionale), lo strumento della propaganda che lavora per rendere minimi i livelli di vera informazione tra i lavoratori che anzi vengono emarginati e/o penalizzati se avanzano critiche. L’effetto voluto negli anni è lo svuotamento della partecipazione sindacale sostituita da una delega rassegnata e clientelare che nel tempo, per sfiducia e disillusione, allontana i lavoratori dalla coscienza di classe e dalla propria dignità. Come non sottolineare che la logica partitica della spartizione del potere ha nel tempo avvelenato ogni anfratto organizzativo strettamente sindacale disposto a scambiare, senza esitazione, ogni rivendicazione di miglioramento contrattuale con accordi che propagandano solo la loro necessaria, utile e capace firma di parte (forza) sociale (confederale). In modo paradossale, nonostante tanto impegno e tanta abnegazione, nel tempo a calare sono sempre e solo i diritti, i salari e le pensioni.

L’opposizione unitaria al fenomeno concertativo di “cogestione alla governance” o “sindrome del governo amico” è tutta da concretizzare e sarà tanto più incisiva quanto meno risulterà l’influenza strumentale e corporativa delle logiche partitiche sui principi che tengono (o vorrebbero tenere) insieme la sinistra popolare.

Come per la scala mobile (sconfitta storica di PCI e CGIL ), che rimane un’istituto in vigore solo per alcune classi particolari di lavoratori tenute fuori dalle contrattazioni (vedi DPCM del 27 aprile 2007), oggi sull’accordo del 23 luglio è in gioco un’altra fetta consistente di ormai antiche conquiste fondamentali sul welfare e sul lavoro e, nel senso più pieno della sua definizione, è in gioco l’intera compatibilità sociale nel futuro della convivenza civile del nostro paese. Addirittura (editoriale di Sergio Romano su Il corriere della Sera del 19 agosto2007), si afferma che lo Statuto dei Lavoratori (legge 300 del 1970 ) è stata una legge ideologica utile (?) negli anni Settanta, ma che oggi, “ sia poco adatta a regolare un mercato che le nuove tecnologie e la globalizzazione hanno radicalmente cambiato ”. Si comprende bene come il tema della precarietà stia assumendo livelli intollerabili di strumentalizzazione che dalle campagne elettorali, passando per le divisioni nel governo, raggiunge la vetta mistificatrice dell’intera storia politico/sindacale della Sinistra italiana. L’attacco ai diritti conquistati nel secolo XX va denunciato oltre ogni cortina fumosa e propagandistica che nell’intenzione di portare acqua al mulino della stabilità del governo tenta di cancellare la conquista storica di diritti fondamentali licenziadoli come semplici provvedimenti di controllo sociale.

Eppure ci sembra così assurdo non chiarire, una volta per tutte, la differenza tra flessibilità come scelta libera del lavoratore e precarietà come imposizione del datore che nella sua motivazione al profitto non potrà mai essere legittimato come regolatore del mercato del lavoro.

A mettere a nudo il pericolo delle falsificazioni, che tendono a dare luce solo alla propaganda, per esempio, contenuta nelle polemiche accese dalle dichiarazioni di Francesco Caruso, è Pietro Ichino che, sul Corriere della sera del 14 agosto, riporta ogni discussione e ogni responsabilità al Pacchetto Treu del 1997 e a chi l’ha benedetta e votata: Prc e CGIL. Ad ottobre si potrà scegliere di partecipare ad una grande battaglia politico/sindacale, mostrando la vera consistenza della volontà del nuovo proletariato (...) che coincide con gli interessi di tutti gli strati della popolazione lavoratrice.

La denuncia (l’Unità - 1925) di Gramsci degli opportunisti che amano nascondersi dietro alla "volontà delle masse", non come “dogma” ma come scoperta dell’opportunismo dei capi massimalisti, i quali sotto la parvenza di secondare la "volontà delle masse" sostituiscono a questa (...) la volontà della borghesia , troverà conferma proporzionalmente all’uso strumentale dei contenuti sottomessi alla casta neo-liberale , neo-centrista che stenta (incoscienza cosciente ?) a rendersi conto che proletariato e borghesia (di Gramsci) si stanno fondendo in un’unica classe sociale (società monoclassista dei consumi ) di cui perde consenso e rappresentanza perché in balia di voraci predatori , che rodono ogni antica certezza di benessere e crescita economica (politicamente orientata e controllata ... da chi?). La nuova borghesia è virtuale, è inconoscibile, è globale . La nuova borghesia muove i governi e gli stati nazionali, agita le economie, sfrutta e comanda (controllando i loro conti bancari) i poteri violenti o pacifici anche più o meno democratici delle organizzazioni siano esse mafiose, imprenditoriali, finanziarie, politiche, no-profit o sindacali. Non è il capitale il padrone del mondo bensì chi lo presta senza detenerne alcun valore reale. Chi crea e controlla la massa monetaria fatta di carta e di bit nei computer di tutto il mondo rende schiavi i poveri, i ricchi e i politici che (complici coscienti) accettano la proprietà ad altri della sovranità monetaria che dovrebbe essere dei cittadini e quindi dell’intera collettività. Lo scriveva Marx nel suo Capitale , ma i comunisti lo hanno sempre ignorato (è forse questo il vero compromesso storico? ).

L’intervento straordinario delle banche centrali a sostegno dei mercati azionari, alimenta le storture del falso “dogma” mercato che ridistribuisce ricchezza e certezze alla finanza bancaria, non certo una casa a chi non riesce più a pagarne il mutuo.

La battaglia sul welfare di ottobre sarà tanto più aspra e vincente quanto più la Sinistra (sindacale e politica) saprà far coscienza di massa contro i nuovi capi massimalisti gramsciani (non a caso con continuità storica di socialisti intrisi di neo-populismo liberale) secondo cui la "volontà delle masse", oggi, è quella moderata di centro che invoca (contro) la marcia dei 40.000 "colletti bianchi FIAT" dell’ottobre 1980 , ma che, opportunisticamente , serve la nuova borghesia globale composta al vertice, dai soci privati che controllano le banche centrali di tutto il mondo .

Ad ottobre la scommessa è più grande di una semplice scossa alla maggioranza di governo condita da polemiche più o meno assassine di mezza estate e da intenzioni aggregatrici più o meno partitiche; ad ottobre la posta in palio è la delega (politica e sindacale) di milioni di lavoratori italiani che precari lo sono diventati anche con un impiego a tempo indeterminato: lo sanno i professori, lo sanno i leader, lo sanno i partiti e le organizzazioni sindacali pronte a rinnovare il tradimento al loro mandato, pronti a non far scendere in piazza lavoratori e pensionati perchè tanto va bene così ... non c’è motivo per agitarsi. Cantano tutti all’unisono: governo, confindustria e parti sociali hanno già firmato. Al parlamento resteranno le solite chiacchiere.


Riferimenti: DPCM del 27 aprile 2007

Nella G.U. n. 183 dell’8/8/2007 e’ stato pubblicato il DPCM del 27 aprile 2007

Adeguamento annuale delle retribuzioni del personale pubblico non contrattualizzato:

"Gli stipendi, l’indennita’ integrativa speciale e gli assegni fissi e continuativi dei docenti e dei ricercatori universitari, (…) in godimento alla data del 1° gennaio 2006 sono aumentati, adecorrere dal 1°gennaio 2007, in misura percentuale pari a 4,28 per cento. Tale adeguamento retributivo e’ corrisposto per l’anno 2007 nella misura del 70 per cento per il personale con retribuzioni complessivamente superiori a 53.000 euro annui lordi. Il relativo onere, che costituisce spesa avente natura obbligatoria, resta a carico dei pertinenti capitoli di bilancio delle amministrazioni interessate."

Riferimenti: Ichino su Caruso

dal Corriere della Sera del 14 agosto 2007

Lo scontro sulle leggi Treu e Biagi

FALSIFICAZIONI PERICOLOSE di Pietro Ichino

"... Qualche contenuto incisivo di liberalizzazione del mercato del lavoro, assai più della legge Biagi, lo ha portato la legge Treu del 1997, che ha abolito il monopolio statale dei servizi di collocamento e ha introdotto le agenzie per la fornitura del lavoro temporaneo. Francesco Caruso lo ha capito; e carusoora, accomunando Treu e Biagi nel suo violentissimo attacco, egli ha inteso forzare il PRC ad assumere una posizione incompatibile con la sua appartenenza alla maggioranza. Assai più che con l’odiatissima Biagi, secondo logica, il PRC dovrebbe prendersela con la legge Treu;ttreu ma esso avrebbe grosse difficoltà a farlo, perché quella legge, frutto di accordi tra governo e sindacati firmati anche dalla CGIL, fu approvata nel 1997 da una maggioranza di centrosinistra di cui lo stesso PRC faceva parte. Per questo l’esternazione di Caruso non potrà essere archiviata in fretta, come l’infortunio estivo di un deputato estremista irresponsabile: essa è una lucida provocazione mirata a costringere i dirigenti del PRC ad ammettere di aver votato nel 1997 una «legge Biagi» ante litteram e a chiedere anche di quella l’abrogazione o il «superamento»..."


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