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Caso "Ortofresco"
di Alessandro Calleri

 

A poco più di un mese dalla misteriosa sua scomparsa
continuano le stranezze attorno all'azienda fantasma proprietà di due
noti imprenditori Catanesi. La rabbia degli operai, le difficoltà delle
indagini.

“L’azienda non è scomparsa, si è semplicemente spostata altrove e opera
sotto un altro nome per fare la stessa cosa, insalate. Guardi, controlli
il confezionamento, sono identiche, c’è anche il marchio Ortofresco”.

A poco più di un mese dalla sua misteriosa scomparsa sembra che la
vicenda della Ortofresco s.r.l. non sia destinata a chiudersi in tempi
brevi, sono ancora troppi gli interrogativi e i punti oscuri ancora
aperti di questo strano capitolo dell’imprenditoria Catanese, più di
venti operai che alla fine di tre mesi di cassa integrazione concordata
con l’azienda vedono volatilizzarsi lavoro, speranze, futuro.

Attualmente poco sappiamo dell’indagine sul caso che il nucleo dei
Carabinieri dell’ispettorato del lavoro di Catania ha avviato subito
dopo la misteriosa scomparsa dell’azienda del 5 Agosto scorso, comunque
sembra ormai certo che insieme all’azienda si siano volatilizzati anche
l’ing. Sergio Campagna e il dott. Andrea Tomasich. I due imprenditori
titolari della Ortofresco sarebbero infatti irreperibili da qualche
settimana dopo la scomparsa dell’azienda, entrambi hanno cambiato
domicilio rendendo difficile la notifica degli atti giudiziari anche per
le forze dell’ordine. La residenza dell’ing Campagna attualmente
corrisponderebbe ad una vecchia cascina di campagna disabitata da anni e
per di più in stato di totale abbandono.

Nel frattempo continua l’odissea dei lavoratori, abbandonati a se stessi
dopo più di quattro anni di servizio passati a tagliare e confezionare
insalate per conto dei due stimati imprenditori della Catania bene. In
queste ultime settimane l’ufficio legale della Ortofresco, domiciliato
in via serve delle divina provvidenza a catania, ha provveduto ad
inviare ad alcuni di loro le lettere di licenziamento, per poi
volatilizzarsi anch’esso al seguito dell’azienda. Sono numerosi però gli
operai che non hanno ricevuto nessun tipo di comunicazione e data
l’impossibilità di trovare dei referenti Ortofresco, ancora oggi non
conoscono chiaramente quale dovrebbe essere la loro posizione
all’interno di questa intricata vicenda.

Secondo la legge 223/93, che disciplina l’istituto del licenziamento,
nel caso in cui il numero di lavoratori licenziati superi le cinque
unita l’INPS, a seguito di comunicazione da parte dell’azienda, deve
riconoscere loro l’indennità di mobilità, istituto per il quale si
garantisce un minimo dell’indennità ai lavoratori e avengono
“virtualmente” assolti i contributi pensionistici dovuti. L’indennità di
mobilità prevede inoltre l’inserimento dei lavoratori in liste speciali
di collocamento che dovrebbero favorirne il rientro al lavoro in tempi
brevi, una corsia preferenziale prevista per legge a cui nessuno degli
ex-dipendenti Ortofresco potrà comunque accedere dato che l’INPS non ha
ricevuto nessuna comunicazione da parte dell’azienda.

La rabbia e la frustrazione degli operai è a questo punto ben
comprensibile, nessuno di loro riceve le spettanze arretrate
dall’azienda da ormai più di cinque mesi mentre ad Assoro, in provincia
di Enna, la Ortoverde sforna insalate con il marchio Ortofresco
impiegando gli stessi operai rimasti in servizio in azienda (
"stranamente" licenziatisi in massa il giorno prima della scomparsa) e
anche lo stesso personale amministrativo.

Per altre informazioni vedi articolo presente in Giro111
clicca qui

 

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