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TO BE CONTINUED di Piero Buscemi

Potrebbe bastare solo un tuffo nel passato per cercare di spiegarci questo
istinto di guerra, oggi più di ieri in voga, che ha aggiunto solo un altro tassello teorico sullo studio della follia umana.
Potremmo estrarre dalla cornucopia della coscienza umana, fantasmi dilaniati dalle detonazioni, in cerca d'autore. Aggiungendo ai capitoli di storia dei diciassette secoli di progresso culturale che avremmo dovuto lasciarci dietro con gli errori e gli orrori delle guerre, le sante inquisizioni e le jihad del mondo civilizzato, altri duecento anni o poco più di Storia americana.
Potremmo prendercela con il Boston Tea Party, ma sarebbe riduttivo nei confronti delle grandi innovazioni che hanno invaso la quotidianetà della società
civile e le nostre case.

Cazzo, cosa avremmo bevuto sulla pizza se non ci fosse stata la Coca-cola?
Cerasuolo di Vittoria? E quale credibilità avrebbero avuto le marce della pace di quei tremilioni scarsi di giovani illusi se l'avessimo vestiti di Armani & company, rinunciando al mitico blu-jeans della contestazione?

Occorre solcare con perizia questi duecento anni di USA, per provare a dare
qualche risposta. 1775-1783, nove anni di morti sulle barricate per
un'identità nazionale sarebbero dovuti bastare per far nascere da quelle ceneri,
un ideale di pace, ma tra guerre indiane e diatribe confinali con il Messico,
non c'era il tempo per pensare. In soccorso arrivò la Guerra di secessione
fraticidra a sostenere il grande senso di responsabilità dei politici americani
per la liberazione dei popoli oppressi. Basta con la schiavitù e le sofferenze
del popolo africano sui campi di cotone. Meglio vestirli di canottiera e
pantaloncini, in mano un pallone a spicchi e un canestro a due metri e
mezzo dal pavimento. O su una bella pista in tartan ad abbattere limiti
umani di velocità.
Anche quella guerra fatta in casa, prima o poi, finì. Qualche decennio per
commemorarla e poi il destino infame si abbatté con la Grande Guerra.

Potevano restare indifferenti ai destini dell'Europa, obsoleta e incatenata alle
tradizioni, i detentori dei più nobili ideali di libertà? Non lo restarono.
Qualche piccolo incidente di percorso, come la crisi economica del '29 e
poi dal 1941, ancora una missione umanitaria nella Seconda Guerra Mondiale
con l'apice raggiunto con la "pulizia" etnica a Nagasaki ed Hiroshima.
Come dimenticare la machiavellica invenzione della guerra fredda?
Psicologica, spionistica, spettacolo con effetti speciali che hanno riempito pagine indimenticabili del cinema mondiale. Arte.

Kennedy, altro incidente di percorso, con il suo brutto vizio di non fare
le guerre, sicuramente avvantaggiato dalle grazie della moglie e di Marilyn.
Il più grande pacifista di sempre.

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