In questo periodo sentiamo parlare della Sars, la
nuova forma di polmonite che sta uccidendo molte persone
e rischia di contagiarne altre in tutto il mondo.
Questo argomento ha calamitato l’attenzione
dei mass-media, e il risultato di tale attenzione
è stato come al solito la crescita nelle persone
della fobia da contagio. Ma cos’è veramente
la Sars oltre ad essere una nuova “malattia
mediatica”? questo spazio ha il compito di chiarirci
un po’ più le idee.
La
malattia
La
patologia comincia di solito con febbre alta (piu'
di 38°C). La febbre puo' essere a volte accompagnata
da brividi e altri sintomi, inclusi mal di testa,
malori e dolori in tutto il corpo.
Dopo un periodo che varia da 3 a 7 giorni, la persona
affetta da SARS sviluppa una tosse asciutta, non espettorante,
che puo' essere associata o progredire al punto che
al sangue non arriva sufficiente ossigeno. Il periodo
di incubazione per la SARS e' tipicamente di 2-10
giorni.
La Sars provoca una polmonite di natura virale, denominata
atipica, proprio per distinguerla dalla polmonite
comune. Si differenzia da quella normale perché
presenta un interessamento non dell´alveolo
polmonare (la zona dove entra ed esce l'aria che respiriamo)
ma dell´interstizio. Il virus attacca la parte
più delicata del nostro sistema respiratorio,
quello in cui l´ossigeno si scambia con l´anidride
carbonica e avviene l'ossigenazione del sangue. Infatti
nell’interstizio polmonare vi affluisce sangue
venoso ed esce arterioso. Il fatto che non venga attaccato
l'alveolo polmonare rende difficile la diagnosi; quando
si ausculta il paziente si rischia di non sentire
nulla, proprio perchè l´alveolo è
libero. Per questo è di fondamentale importanza
il test che si sta mettendo a punto per riconoscere
la malattia. La polmonite atipica è pericolosa
perché durante la visita medica non sembra
denuncia nulla di preoccupante e invece il quadro
respiratorio è seriamente compromesso.
I microbiologi di Hong Kong hanno scoperto questo
virus misterioso e lo hanno identificato come un coronavirus,
parente stretto dei comuni raffreddori. E' un nuovo
ceppo, che potrebbe essere stato originato da un virus
animale, anche se risulta diverso da ogni altro virus
finora conosciuto.
Il coronavirus ha un involucro costellato di protuberanze
che ricordano una corona, finora erano noti solo due
soli componenti di questa famiglia patogeni per l'uomo
ed entrambi sono identificati come la principale causa
del raffreddore comune insieme ai rhinovirus.
E' difficile, data la recentissima comparsa e natura
della malattia, sapere come la SARS si diffonde: le
persone che sono state a stretto contatto con i pazienti,
inclusi i medici ed i parenti, hanno sviluppato la
stessa patologia. L’allarmismo suscitato dalla
malattia è dovuto principalmente alla non ancora
identificata via di trasmissione, oltre alla vicinanza
con persone affette sembra che la Sars si contagi
probabilmente per via aerea, anche se i casi di polmonite
in persone che non hanno avuto contatti con altri
malati, hanno fatto pensare prima a un contagio diffuso
attraverso vettori animali, poi attraverso oggetti
inanimati, come maniglie delle porte, ascensori, scale.
L'origine
All'origine
della misteriosa epidemia di polmonite atipica potrebbe
esserci il bestiame allevato nel Sud della Cina. E'
l'ipotesi alla quale stanno lavorando gli ispettori
dell'Organizzazione mondiale della Sanita' (OMS).
In certe zone della provincia di Guandong, dove probabilmente
si e' sviluppata la malattia polmonare, le persone
vivono a contatto diretto con i loro animali (maiali,
polli, anatre) e il bestiame e' allevato persino nelle
case. La 'pista' degli animali da fattoria come fonte
di contagio non e' confermata ma, ufficialmente, l'Oms
ammette che e' un'ipotesi allo studio e che sarà
meglio indagata quando gli ispettori dell'organizzazione
internazionale saranno autorizzati ad entrare nella
provincia 'sospettata'.
La prima vittima della Sars aveva avuto contatti diretti
con polli, anatre, piccioni e gufi. A fare le prime
ipotesi su un presunto passaggio animale-uomo del
virus della polmonite atipica e' un esperto cinese.
L'uomo avrebbe mangiato, o toccato, animali infettati
dal virus sconosciuto, facendogli compiere quello
che gli scienziati definiscono come salto di specie.
E gli stessi esperti dell'Oms arrivati a Guandong
stanno verificando questa ipotesi di contagio.
La triste saga della polmonite killer inizierebbe
a febbraio, in un laboratorio scientifico di Guangzhou,
nella Cina meridionale, a 150 chilometri da Hong Kong.
Nel grande edificio dell'universita' medica cittadina
Liu Janlun, un noto microbiologo 64enne, passava giorni
e notti nel tentativo di identificare il virus responsabile
di una terribile epidemia che periodicamente colpiva
gli animali della zona. Polli, tacchini e anatre morivano
a migliaia, e l'economia cadeva a picco. Un po' per
amor di conoscenza, un po' per le promesse di fama
e ricchezza che gli venivano dal governo, Liu Janlun
si era messo in testa di scoprire la cuasa del male,
una cura e magari un antidoto. Non ci risce e si ammala,
diventando cosi' l''untore' di quella che l'Organizzazione
mondiale della sanita' avrebbe poi chiamato Sindrome
respiratoria acuta grave o Sars. Ora gli esperti sono
risaliti al cosiddetto 'paziente zero'. E' proprio
insieme al dottor Liu che il virus misterioso arriva
a Hong Kong. Per la precisione all'Hotel Metropolitan,
dove lo scienziato, gia' infetto ma senza saperlo,
trascorre due notti. Nonostante un po' di tosse e
di febbre esce dall'albergo e va per shopping con
il cognato. Ma una mattina un'ambulanza lo porta al
Kwong Wah Hospital e lui capisce tutto: ''State attenti
- dice subito ai colleghi che lo assistono - sono
stato infettato da qualcosa di sconosciuto e di molto
pericoloso''. Liu Janlun morira' il 4 marzo in una
camera a doppio isolamento. Non prima di avere firmato
la condanna a morte del cognato, che perde la vita
una settimana dopo all'ospedale di Prince of Wales,
e di avere contagiato 79 persone.
La cura
Scienziati canadesi hanno dichiarato di aver scoperto
il codice genetico del "coronavirus", il
virus sospettato di essere all'origine della malattia.
La decodificazione avrebbe un'importanza fondamentale:
non solo potrebbe confermare che è proprio
quel coronavirus" il responsabile della malattia,
ma anche potrebbe permettere la messa a punto un primo
test efficace di contrasto all'epidemia. Si potrebbe
utilizzare alcune parti del genoma di questo virus
per curare i pazienti infetti. I ricercatori canadesi,
inoltre, hanno pubblicato il risultato delle loro
ricerche sul loro sito internet, perché possa
essere utilizzato dai loro colleghi di altri laboratori
mondiali che stanno lavorando per contrastare l' epidemia.
La scoperta del codice genetico del virus porterà
allo sviluppo di un vaccino che, secondo le opinioni
dei medici, potrebbe essere ultimato ed immesso sul
mercato fra due anni. Il vaccino sarà simile
a un antinfluenzale, quasi uguale a quelli adesso
in commercio contro le normali influenze
Per fornire informazioni ed eventuali chiarimenti
sulla SARS, il Ministero della Salute ha predisposto
il Numero Verde 800.571.661 attivo dal lunedì
al venerdì, dalle 9.00 alle 18.00
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