Appalti pubblici e campagna elettorale
CINESI.
L’emergenza della polmonite atipica ha spinto
il governo cinese a finanziare un’operazione
che ha dell’incredibile. In soli otto giorni,
settemila operai hanno portato a termine la costruzione
di un ospedale interamente dedicato al contenimento
dell’epidemia. Il pensiero del piccolo cronista
locale corre subito alla costruzione del nuovo ospedale
di Lentini, che invece cresce a ritmi siciliani: ere
geologiche. In cosa si può sperare a Lentini?
Per emulare la Cina ci vuole un’epidemia di
SARS? Un’ondata di maoismo atipico? È
sufficiente l’apertura dei negozietti cinesi
per influenzare le usanze locali?
RUSPE.
Il meccanismo è tristemente noto. Nella nostra
amata Sicilia, terra di libertà e di opportunità,
la manutenzione di strade, fognature e acquedotti
viene orgogliosamente trascurata. Si tratta di una
preoccupazione fin troppo terrena per gli amministratori
locali, il cui prezioso tempo viene impiegato in attività
misteriose, probabilmente di carattere mistico.
La cura dei servizi essenziali torna miracolosamente
d’attualità in occasione delle elezioni.
L’esplosione di attivismo generalmente avviene
poco meno di due mesi prima del voto, a quaranta o
cinquanta giorni dall’appuntamento con un grande
avvenire. I politici scoprono che vanno effettuati
innumerevoli interventi. I soliti tormentoni: i quartieri
vanno riqualificati; la cittadinanza merita ben altro;
bisogna partire dalle infrastrutture; valorizziamo
il turismo, ecc. Una tempesta di luoghi comuni e di
ipocrisia travolge il collegio elettorale.
Ecco che le cittadine siciliane si svegliano dal loro
torpore, assediate da un esercito di operai. Fioccano
i possibili nomi dell’operazione: “Manutenzione
Infinita”, “Bitume Duraturo”, “Cemento
Democratico”, “Fognatura della Libertà”.
La Sicilia sta per rinascere, ci fanno intendere i
nostri condottieri. Ovunque vengono aperti cantieri:
bisogna lavorare, la cittadinanza non può aspettare.
Si tratta di un momento doloroso, in cui il senso
di responsabilità degli amministratori va lodato,
a costo di sopportare qualche inconveniente. La popolazione
è terrorizzata: operai armati di martello pneumatico
minacciano scuole e ospedali: la parola d’ordine
è ristrutturare qualsiasi cosa, anche le pozzanghere.
La viabilità va riconsiderata: i sensi unici
vengono improvvisamente invertiti. In un’imprevedibile
vertigine di zelo e puntigliosità, i nuclei
speciali d’assalto dei vigili urbani catturano
i trasgressori, li ammanettano, li frustano, li costringono
a espatriare.
Gruppi di anziani sostenuti dai loro amati bastoni
vengono improvvisamente aggrediti da giganteschi esseri
metallici: mostruose ruspe si lanciano all’inseguimento
degli esponenti della terza età, che buttano
via i bastoni e le parrucche bianche e cominciano
a correre come centometristi olimpionici. Sono tutti
pensionati baby che si fingono anche invalidi civili
per arrotondare il mensile. Il potere della ruspa,
arma dello Stato per smascherare i finti invalidi,
lascia intravedere un futuro regolato dall’onestà
e dall’efficienza: nessun finto invalido zoppicherà
per le strade finemente asfaltate della nuova Sicilia
delle Libertà.
KEYNES
IN SICILIA. Sta tornando la DC, dice il manifesto
elettorale. “Torna la DC. Torna la politica.
Torna anche tu”. E io che credevo di esserci
sempre stato. Non mi sembrava neanche che si sentisse
la mancanza della politica democristiana. Lo Stato
investa delle risorse per fare scavare un fosso e
farlo poi ricoprire nuovamente. Keynes, un autorevole
fautore dell’intervento statale a sostegno della
domanda, ebbe a dire che persino un’operazione
del genere avrebbe creato dei benefici alla salute
dell’economia. I fini amministratori della Sicilia
delle Libertà si ispirano forse a Keynes? Non
lo avranno forse preso troppo alla lettera? I lavori
pubblici non devono essere per forza inutili e fuori
tempo (cioè in tempo per le elezioni): ci si
può limitare, banalmente, ad asfaltare le strade
quando è necessario farlo.
BOICOTTA.
Caro operaio, mi rivolgo a te. Un notabile di paese
(il solito avvocato sorridente, l’ennesimo medico
rassicurante, l’intollerabile ingegnere appaltomane)
ha messo una parola buona perché tu lavorassi
in un cantiere pubblico a poche settimane dalle elezioni
e ti ha dato un’indicazione di voto? Bene, non
sei in debito con nessuno. I soldi della paga vengono
dalle casse dello Stato, non dalle tasche del notabile.
Nel segreto del’urna, il notabile non ti vede.
Vota per chi ti pare. Boicottiamo i cantieri elettorali.
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