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Carmina Amorosa - MARIA ATTANASIO, dalla raccolta "Eros e mente" (Edizione LaVita Felice, Milano; 1996)


Un gorgo d’occhi…

Un gorgo d'occhi la campagna
in questo novilunio
fuori dalla misura degli eventi
l'immagine del cielo
rifratta nella mente. Nella stanza
i dettagli superstiti all'amore:
le cinghie, la ferita, le impaurite
dalie. La notte
cieca, senza tracce.

Come nomi spersi…

Come nomi spersi in un'agenda
spinti in fondo al cannello di un imbuto
come dietro una porta che resiste:
altra nebbia si aggiunge alla nebbia
altro buio al buio della notte
nella campagna un breve sibilare
un transitorio pulsare di forme,
materia che stordita gorgoglia
tra i canneti verso un cosmo
contratto, senza segni.

Davanzale

Sul davanzale brulica la notte:
statico nulla chiuso nella mente
assiderato amore
sparso in questo marzo friabile
in fiamme nel buio regresso
nel viola spermale
dove trema il giacinto
la spina.

Vampiressa

Quando l'ostinato chiarore
forza le gelosie e la notte
ristagna nella mente
con un gorgoglio di dormiveglia,
l'irta medusa viene a visitarlo,
vampiressa che morde i lobi, ed egli
senza opporre resistenza -il gesto raggelato
il giorno assente- non può
sottrarsi alla sua lingua ruvida di gatto
bloccare il gemito la discesa nel buio


Poesie inedite dalla raccolta Amnesia del movimento delle nuvole
( di prossima pubblicazione, con una nota Giancarlo Majorino, nelle edizioni La Vita Felice)

Mentre il tempo…

Mentre il tempo accovacciato
sull’albero tende le orecchie
a un cielo d’invisibili laser
un brusio d’impronte digitali
sulle maniglie della porte la tua
nudità esposta a ogni attentato
il campo di luce si restringe tocca
lo zero senza morso di bacio oblio
di sigaretta regredendo in fissità.

Senza difesa di salvagente…

Senza difesa di salvagente mentre
oltrepassi la soglia al richiamo di palestre
e bancarelle dalla città sull’altura,
risalendo il sesso l’ombelico
trattenerti nella luce a spirale della stanza
con l’umido della saliva la scrittura latente
della lingua che rimuove l’anellide maligno
nel vestibolo incatena la vertigine -fuori
la gazza ruba ciliegie becca viscere. x


Un fulmine….

Un fulmine una grande cascata
una corrente di tempo futuro
nella camera di sublimazione
lo zolfo bagnato la bic esaurita
dismesso
l’amore che fu zolfanello poesia.

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