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Interviste

Intervista a Pietro Toesca il filosofo delle piccole città
"Politica oggi significa uso del potere, esercizio del potere, mentre politica ha voluto dire all'origine autogestione della comunità ".
di Alessandro Calleri



Cosa significa oggi politica?

Purtroppo politica oggi significa uso del potere, esercizio del potere, questo vale dall'inizio del mondo moderno in poi, da Machiavelli in poi, dall'inizio della costruzione dello stato concentrato (centralista), mentre politica ha voluto dire all'origine autogestione della comunità , o meglio, capacità della comunità di trasformarsi in città e quindi non tanto esercizio del potere concentrato ma esercizio del potere diffuso, esercizio del potere comunitario.

L'inutilità, un altro concetto su cui si sofferma tanto la sua riflessione filosofica, cosa può rappresentare nel mondo contemporaneo, in cui tutto, o quasi, ci appare come inutile?

Ma dunque, inutilità è un termine da me usato in senso paradossale in quanto gran parte della cultura moderna, sopratutto occidentale, è la civiltà dell'utile, della cultura dell'utile, è quella cultura per la quale il soggetto è del tutto sostituito dalla oggettività del mondo che egli stesso ha creato. Il mondo attuale è prevalentemente il risultato dell'artifizio dell'uomo ma è un mondo da cui l'uomo stesso si è alienato, si è distaccato da se, ha persino difficoltà a controllarlo e a dominarlo, perché esso ha ormai un suo meccanismo. Allora parlare di inutilità significa riscoprire ciò che non è inserito in questo meccanismo, non è funzionale, permettere a ciascuno di noi di ricrearsi un mondo nel quale si ritrova come soggetto.

Mi viene da pensare a delle piccole oasi....

Si, però delle oasi pensate come base attiva, come principio di un altro mondo, non tanto come rifugio nel senso conventuale o dell'eremitaggio, ma come presa di distanza da questo mondo organizzato per trasformarlo, per rifarlo in funzione di quest'altro principio, non in funzione di un meccanismo puramente oggettivo o produttivistico, ma un principio del servizio dell'uomo a se stesso, del servizio del mondo umano all'uomo e quindi anche a tutta la realtà

Nei tuoi scritti parli tanto della città educativa, quali dovrebbero essere le sua principali caratteristiche, quali sono i nuclei su cui ruota la tua riflessione.

Città educativa significa città che rappresenta l'uomo non per quello che è contingentemente ma per quello che deve essere, quindi man mano che prende coscienza di dover essere e di poter essere. LA città educativa è una città che pensata e ordinata in funzione di un principio di questo tipo. Un ordinamento di questo genere si ribalta necessariamente sull'uomo che abita la città perché gli suggerisce comportamenti, modi, scelte, principi, criteri, come, una casa a misura di quello che noi vogliamo, di come noi vogliamo vivere la vita, la organizziamo in modo tale da ricevere, per riflesso, i contenuti che gli abbiamo messo dentro, ma elaborati, rafforzati, confermati. Questo vale sia per i bambini, per coloro che si affacciano per la prima volta alla vita della comunità, ma vale anche per gli adulti che devono continuamente ritrovare e riscoprire questo rapporto. Quindi il percorso della città educativa credo che coincida con questa funzione pedagogica generale, vale a dire nello scegliere quelle azioni e quelle opere che possono avere questo significato educativo, questo significato di autocostruzione dell'uomo, di presa di coscienza collettiva.

In questo cammino che ruolo hanno il libro e la lettura?

Hanno un ruolo fondamentale, nel senso che la scrittura e la lettura sono un tipo di oggettivazione reciproca e dinamica che fa riferimento non tanto all'azione come tale ma alla riflessione, alla consapevolezza. Scrivere significa scrivere un pensiero e leggere significa mettersi a contatto con questo pensiero, per cui scrivere e leggere sono lo strumento fondamentale per potersi organizzare i propri dintorni, le proprie circostanze, compiono quella funzione di specchiare quegli stimoli che noi stessi proponiamo per ridarceli accresciuti. La lettura e la scrittura ci mette in grado di crescere.

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