Cari
amici,
il 31 gennaio del 2003, alle ore 9.00
presso i locali della ex-pretura di Partinico, riprenderà
il processo intentato dal generale dei Carabinieri Roberto
Giallombardo nei confronti del prof. Giuseppe Casarrubea,
uno storico che da anni si batte per la ricerca della verità
sulle stragi di Portella della Ginestra (Primo Maggio 1947)
e di Partinico (22 giugno 1947), nonché sulle uccisioni
dei sindacalisti ammazzati dalla mafia dal 1945 al 1966.
Dopo anni di studi (realizzati ascoltando
decine di testimoni e di storici e consultando i principali
archivi italiani e gli atti desecretati della Commissione
Nazionale Antimafia), Casarrubea ha sostenuto che alcuni
elementi chiave di quelle stragi, come Salvatore Giuliano,
Salvatore Ferreri e Gaspare Pisciotta, ricoprirono un ruolo
a dir poco ambiguo: collusi con le più alte autorità
della pubblica sicurezza in Sicilia, i banditi vennero in
un primo tempo utilizzati senza scrupolo per le manovre
stragiste, per poi essere eliminati in tempi diversi a causa
della loro potenziale pericolosità.
Giuliano, Ferreri e Pisciotta sapevano
troppo sui complessi e sotterranei rapporti tra Stato, banditismo
e mafia.
Le stragi siciliane del 1947 furono un
punto di svolta nella storia della giovane repubblica italiana.
L’onda montante delle forze popolari
(diventata inarrestabile dopo le elezioni del 20 aprile
del 1947, data che vide la vittoria in Sicilia del Blocco
del Popolo costituito da Pci e Psi) doveva essere assolutamente
fermata, a qualsiasi costo, anche con il sangue.
Lasciamo alla magistratura il compito
di chiarire i fatti: ci limitiamo appena a evidenziare che,
a distanza di 55 anni da quei tragici avvenimenti, nessuna
spiegazione credibile è stata ancora fornita, tantomeno
è stata raggiunta la verità sui mandanti politici
e sugli esecutori materiali.
La querela per diffamazione intentata
dal generale Giallombardo nei confronti di Casarrubea (querela
che difende la versione ufficiale secondo cui, il 27 giugno
1947, Salvatore Ferreri, i fratelli Pianello, Antonino Coraci
e Vito Ferreri sarebbero stati uccisi in uno scontro a fuoco
con i Carabinieri di Alcamo) mina la libertà della
ricerca storica in Italia. La nostra associazione afferma
il sacro principio costituzionale che la ricerca storica
non può essere trascinata nelle aule dei tribunali
e che il diritto alla libertà della ricerca scientifica
non può essere messo in discussione in maniera così
clamorosa.
Per discutere l’inaccettabile situazione
in cui viene a trovarsi lo storico partinicese, vi invitiamo
a partecipare al pubblico incontro di giovedì 30
gennaio 2003 segnalandoci la partecipazione, oppure esprimendo
la vostra solidarietà.
Antonella Azoti, (1)
Nico Miraglia (1)
Associazione “Non solo Portella”
(1) Antonella e Nico sono figli di Nicolò e Accursio,
rispettivamente dirigenti sindacali di Baucina e di Sciacca,
assassinati dalla mafia il 21 dicembre 1946 e il 4 gennaio
1947. Per questi delitti non si è mai aperto nessun
processo!
Le comunicazioni vanno inviate al seguente
indirizzo di posta elettronica:
icasar@tin.it
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