Cosa
è la scrittura?
La scrittura
è una estensione della nostra mente, la scrittura
è tecnologia,con questo termine non dobbiamo riferirci
solo le macchine. La tecnologia nasce con la storia dell’uomo
da quando si è inventato degli arnesi, una clava
è tecnologia.
La scrittura è una straordinaria tecnologia prima
per sua complessità secondo per l’alone di
mistero che tuttora cela, basta pensare al fatto che un
bambino, impugnando uno strano oggetto chiamato penna o
matita, possa iniziare a siglare dei codici delle lettere
che poi costruiscono un senso e che possa far risuonare
dentro di se quelle parole leggendole è veramente
un mistero.
Come
cambiano i concetti di lettura e di scrittura?
La nostra
mente incorpora al suo interno delle procedure sedimentate
da millenni, a seconda delle latitudini in cui nasce e vive
l’uomo ha diversificato gli elementi genetici che
permettono di poter affrontare delle cose così complesse
come la scrittura e la lettura. L’uomo oceanico e
aborigeno ha certamente delle altre proprietà rispetto
a quelle di un occidentale, noi siamo molto arroccati intorno
a dei valori culturali che ci strutturano rigidamente. Oggi
non possiamo certamente parlare di scrittura come se ne
è parlato in tutti questi secoli, un concetto legato
alla penna stilografica e ad un foglio bianco. Bisogna iniziare
a considerare la scrittura in rapporto con le nuove tecnologie,
la possibilità di usare la tastiera di un pc per
scrivere semplifica molto il procedimento, è molto
più facile scrivere cliccando sui tasti, assomiglia
molto ad un gioco, sai dovè la C, dovè la
B, altra cosa è farle le B e le C.
Nei
tuoi libri e nelle tue riflessioni giocano un ruolo centrale
le “sinapsi”, le associazione di idee che sarebbero
alla base di del nostro agire…
Infatti,
la sinapsi rappresenta il funzionamento base del nostro
cervello il quale funziona attraverso impulsi elettrici
che danno la possibilità ai nostri neuroni di comunicare
tra di loro, una immensa grandezza di segnali elettrici
che ci fanno percepire ed interpretare e reagire. Queste
sono le sinapsi e più ne abbiamo meglio è;
quando arriva una sollecitazione, quando arriva un’informazione
tu la rielabori in qualche modo e li scattano le sinapsi,
significa creare delle associazioni logiche e analogiche,
che mettono in moto un meccanismo di risposta agli stimoli
ricevuti.
E
come si intrecciano le sinapsi con le tue riflessioni attorno
ad internet ed alle reti in generale?
Riguarda
il rapporto con le nuove tecnologie della comunicazione
e l’ipertestualità che è propria della
rete. Attraverso l’ipertesto vediamo liberato e realizzato
qualcosa che già accade naturalmente dentro di noi;
la natura è già un realtà ipertestuale,
tutto accade contemporaneamente, mica una cosa alla volta,
tutto quanto di fatto è simultaneo e noi nella moltitudine
degli avvenimenti diamo inconsciamente una gerarchia, nel
dire al vigile “ora me ne vado” o scegliere
di rispondere prima al cellulare che suona noi stabiliamo
un’ordine, una gerarchia su come reagire ai fatti
del mondo. Queste attitudini naturali si scontrano però
con le nostre abitudini, fatte di fatto giornali, libri,
televisione, cinema, che a differenza della natura sono
lineari e consequenziali. La multimedialità invece,
riavvicinandoci nuovamente ai processi naturali che ci caratterizzano
inizia a farci intendere che ci sono altro modi di espressione
e comunicazione, le nostre sinapsi in relazione a qualcosa
che ci sollecita in modo multimediale si attivano di più
e in maniera più naturale.
La
lettura tradizionale è quindi destinata a sparire?
Leggendo
un libro ne porto dentro me il testo e mi “faccio
il mio film”, me lo vedo dentro, ne vivo le immagini,
i suoni, i colori, è una cosa interessante ed attraente,certamente,
bisogna però essere dei bravi lettori, devi aver
letto molto e devi avere una capacità di lettura
notevole, è quella che ti permette di rielaborare
gli le sensazioni che arrivano dal testo. Insomma, leggere
è una cosa difficile che sembra semplice solo in
apparenza, ed a questo proposito (per ciò che riguarda
specificamente la lettura). Credo che la multimedialità
è capace di avvicinare le nuove generazioni alla
lettura, quegli stessi ragazzi e ragazzini che iniziano
a respingere il libro tradizionale.
Tu sei un grande sostenitore e coltivatore di Forum
on-line, una piazza digitale dove incontrarsi e discutere
su vari argomenti, ma attualmente riusciamo a malapena a
creare delle relazioni tra persone che se si incontrano
non si parlano, perché crearla anche su internet
la comunità?
Io sostengo
che su internet, incredibilmente è anche più
facile, perché nel forum ci sono persone che intervengono
e che magari non lo farebbero mai dal vivo, si può
decidere di utilizzare i forum per inserire degli elementi
di riflessione e diventa un incentivo che permette di creare
una traccia, degli appunti pieni di valore che non fanno
altro che aumentare il livello delle nostre riflessioni.
Rispetto le remore che in molti ancora hanno nel volersi
confrontare con la piazza virtuale, sono comprensibili,
ma se vogliamo affrontare una cosa entriamoci dentro, iniziamo
a giocare e scopriamo le regole del gioco, certamente non
è possibile portare dentro un nuovo gioco le regole
dei giochi precedenti, da questo derivano molte di quelle
remore. Dentro il virtuale, ci sono altre categorie di senso
diverse dalla realtà quotidiana, per imparare a nuotare
bisogna tuffarsi però, altrimenti corriamo il rischio
di morire senza avere mai provato il piacere di una bella
nuotata.
Però oggi si parla tanto di Digital Divide…
Il digital divide non riguarda specificamente il terzo mondo,
anche qui, nel sud Italia, siamo già messi molto
male. Nei paesi poveri c’è un problema strutturale
che riguarda in primis la fame e la sete, di particolare
gravità sta già diventando il problema dell’acqua
per cui nei prossimi anni potremo vedere aprirsi dei conflitti
molto gravi, il cibo lo spedisci ma ti voglio vedere a spedire
bottiglie di acqua minerale….. Risolti i problemi
strutturali, che riguardano l’aspetto più impellente
ed importante, penso che un coefficiente di civiltà
futura sarà legato alle reti, il comunicare e con
un senso che non è solo quello orale della telefonata.
Oggi telefonare ad un parente o ad un amico è una
cosa quasi vitale che abbiamo parzialmente risolto con l’utilizzo
dei cellulari portando la rete telefonica anche dove non
arriva, un’evoluzione che molti legano esclusivamente
al consumismo ma in realtà la tecnologia interviene
sulla nostra sfera di civiltà interna. L’intelligenza
è estensione, è fatta di cose che sai che
puoi fare, devo saper cambiare la ruota di scorta quando
resto in panne con la macchina, altrimenti mi sentirei un
poco deficiente. Usare internet nei prossimi anni sarà
come usare il telefono, cioè fare delle cose che
sono funzionali alla vita e alla sopravvivenza. |