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Giro99
Risonanze
Paola Turci, l'arte della seduzione
Il tour teatrale "Al
Massimo" di Palermo
di Angelo Luca Pattavina
Benvenuti in "questa parte
di mondo".
Quello ammaliante di Paola Turci.
Benvenuti in questa calda sera di fine Novembre,
sul palco di questo piccolo
teatro, nel cuore silenzioso di questa città.
Benvenuti in questo viaggio.
Il viaggio dell'incanto e della dolcezza, della
rabbia e dell'ironia.
Silenzio. Sipario. Tutti dentro.
Inizia il viaggio.
Prima intimo e solitario, il viaggio sussurrato
di una donna stretta in un
abito rosso, accompagnata soltanto da una chitarra
di legno chiara e da una
voce calda e seducente. Poi, in un'alternanza
di colori forti, in compagnia
dei suoi quattro uomini, i suoi quattro "fidanzati
simbolici" (Cristiano
Micalizzi alla batteria, Fernando Pantini alle
chitarre, Francesco Chiari al
basso e Gianluca Misiti alle tastiere) il ritmo
cresce e il desiderio di
urlare si fa sempre più forte. Così,
dalle canzoni del primo album ("Ragazza
sola, ragazza blu") fino a quelle dell'ultimo
lavoro ("Questa parte di
mondo"), la "cantautrice in rosso"
mette in scena se stessa e la sua vita
(quella artistica e quella personale) raccontandoci
di una canzone nata
davanti ad un quadro (quello dell'amico Max Gazzè)
e di una scritta per i
bambini desaparecidos, di un amore detestato e
di uno che non c'è più.
Sussurri e grida. In musica e parole.
Poesia dell'anima e del corpo.
"Una breve e sciocca lezione di seduzione".
Dolce ma graffiante. Acidamente romantica.
Grazie a Dio questa è Paola Turci. Virilità
al femminile.
Peccato soltanto che di questo
viaggio palermitano ne resterà memoria
solo
negli occhi di quei pochi "intrepidi viaggiatori"
che avevano capito cosa si
sarebbero persi.
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