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Giro99 Siamo tutti sovversivi
Documenti: la rimozione di don Vitaliano

Lettera della curia, il prete no global sott'accusa per aver creato "caos e sconcerto" tra i fedeli

Il prete no global non ha più una chiesa. Don Vitaliano Della Sala è stato
rimosso dalla parrocchia di Sant'Angelo a Scala, il paese nel cuore
dell'Irpinia che proprio in queste ore stava organizzando la festa per i
dieci anni del suo parroco. Ma Don Vitaliano non arriverà al prossimo 7
dicembre. Martedì sera nella buca delle lettere della sua casa-canonica ha
trovato la raccomandata firmata dall'abate Tarcisio Nazzaro, il suo vescovo:
"Reverendissimo, ti invito a recarti presso gli uffici della nostra curia
perché ti venga notificato il decreto di rimozione dall'ufficio di parroco".
Segue l'implorazione: "Che la Vergine santissima regina di Montevergine ti
illumini così che tu possa ravvederti e vivere il tuo sacerdozio come si
conviene".
E' dai tempi dei preti del dissenso, cresciuti dopo il Concilio Vaticano II,
che la chiesa non rimuove un parroco per "reati d'opinione". Don Vitaliano,
39 anni, giunto al sacerdozio dopo aver cambiato sei seminari, è accusato di
creare "caos e sconcerto" tra i fedeli. La sua interpretazione movimentista
del Vangelo gli ha fatto collezionare nel tempo undici denunce penali (più
tre autodenunce e una richiesta di risarcimento danni da parte della Lega
Nord), quasi tutte finite in un'assoluzione (è di queste ore la richiesta di
archiviazione per i fatti di Genova).
In questi dieci anni si è schierato con il suo paese per fermare
l'insediamento di discariche in parchi naturali, ha contestato platealmente
la ricostruzione post-terremoto e ha abbracciato dall'inizio teoria e
pratiche del movimento no global. Tra le sue iniziative più celebri ci sono
i presepi a tema: il Gesù Bambino incappucciato come il subcomandante Marcos
o sistemato sopra un gommone, come fosse un albanese in procinto di
attraversare l'Adriatico. I guai di Don Vitaliano con il Vaticano sono nati
l'8 luglio del 2000, quando decise di partecipare in clergyman al "Gay
Pride" di Roma, erano i giorni del Giubileo. In quell'occasione attaccò dal
palco il cardinal Sodano e il cardinale Pio Laghi colpevoli, disse, "di aver
fatto carriera sulla pelle dei desaparecidos argentini e delle vittime di
Pinochet".
Gli arrivò la prima ammonizione, che gli vietava ogni rapporto con i mass
media. La seconda "monitio" lo raggiunse dopo il viaggio a sostegno della
marcia zapatista in Chiapas. Ma l'insurrezione degli 800 abitanti di
Sant'Angelo a Scala, la solidarietà del movimento no global, di Verdi e
Rifondazione frenarono il procedimento. Ora è arrivata la rimozione e Don
Vitaliano dice: "Attendo la conferma dell'abate, ma obbedirò anche a questa
disposizione ingiusta. Mi difenderò, comunque, in tutte le sedi. E' poco
cristiano rimuovere un parroco per raccomandata, sembra un licenziamento
della Fiat".

Fonte:
www.repubblica.it/online/politica/socialforumcinque/vitaliano/vitaliano.html

 

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