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Giro99
Bookfestival 2002
Svetlana Aleksievic
Nasce il 31 maggio 1948 in
Ucraina, nella città di Ivano-Frankovsk,
da padre bielorusso e madre ucraina e dopo
il congedo dall esercito del padre, militare
di carriera, la famiglia si trasferì in
Bielorussia, stabilendosi in campagna. Ultimati
gli studi universitari entrò a far parte
a Minsk della redazione del giornale a diffusione
nazionale «Selskaja gazeta,
di cui divenne in seguito inviato, approdando
infine alla rivista letteraria «Neman
(organo dellAssociazione degli scrittori
bielorussi) con lincarico di responsabile
della sezione critica e saggistica.
La guerra non ha un volto
di donna, il suo primo libro dato alle stampe
nel 1983, ha dei guai con la censura e resta bloccato
presso leditore per due anni. LAlecsievic
viene accusata di pacifismo, naturalismo, dissacrazione
delleroica figura della donna sovietica
proprio perchè il libro narra delle donne
al fronte durante la seconda guerra mondiale.
Nonostante lopposizione dellufficio
propaganda del Comitato centrale del PC bielorusso
le edizioni si susseguono raggiungendo complessivamente
la tiratura di 2 milioni di copie. Del 1985 luscita
di un altro libro sulla seconda guerra mondiale,
dove i cento racconti degli «ultimi testimoni
restituiscono «con gli occhi di quanderano
bambini gli spaventi e gli stupori di coloro
che hanno visto i loro papà e mamme
soffrire morire nella Bielorussia sotto loccupazione
tedesca. I premi in Bielorussia e URSS per meriti
civili e letterari si moltiplicarono; ad essi
si sarebbero aggiunti negli anni anche importanti
riconoscimenti ai suoi libri in Svezia, Francia,
Germania, Austria, Italia. Dopo I ragazzi
di zinco(1989) e Incantati dalla morte(1993),
nel 1997 Aleksievic dà alle stampe Preghiera
per Cernobyl, che parla del dimenticato
«popolo di Cernobyl, un problema aperto
anche nel nostro XXI secolo, sia per le Repubbliche
dellex URSS (Bielorussia, Ucraina Russia),
che per tutto il mondo. La tragedia segnerà
i popoli coinvolti per decenni e forse molte altre
generazioni.
«Ho cercato lungamente me
stessa, volevo trovare qualcosa che mi avvicinasse
alla realtà, ero tormentata ipnotizzata,
appassionatamente incuriosita proprio dalla
realtà. Afferrare quanto vi è di
autentico, ecco cosa volevo. E ho assimilato allistante
questo genere, fatto delle voci di uomini
e donne, di confessioni, testimonianze e
documenti dellanima delle persone. Si il
mondo io lo vedo e lo sento proprio in questo
modo: attraverso le voci e i dettagli della
vita quotidiana e del vivere. La mia vista e il
mio udito sono strutturati così. E
tutto quello che avevo dentro si è subito
rivelato utile, perché bisognava essere
al tempo stesso scrittore, giornalista, sociologo,
psicoanalista, predicatore...
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