segnali dalle città invisibili
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Occupato un edificio inutilizzato (proprietà Trenitalia)

Verso lo Scalo Internazionale Migranti: a Bologna nasce un Albergo Popolare
Una cronaca attraverso i comunicati-stampa
(a cura di Gaetano Mangiameli)


Il Bologna Social Forum ha occupato un edificio che in passato veniva utilizzato per ospitare i ferrovieri fuori sede. L’azione riporta all’attenzione collettiva il problema alloggi, soprattutto per quanto riguarda gli immigrati. Successivamente gli occupanti denunciano l’improvvisa interruzione dell’erogazione di luce e acqua all’edificio. I tentativi di effettuare il riallacciamento sarebbero stati vani: nella notte tra il 22 e il 23 ottobre, un non meglio precisato servizio di security, dotato di cani, avrebbe assediato l’edificio. Nei giorni successivi arriva la notizia che il Ferrhotel, ribattezzato Scalo Internazionale Migranti, ospiterà un gruppo di rumeni recentemente rimasti senza casa. Dal 28 ottobre c’è l’acqua (ma non la luce) e soprattutto il primo neonato, un bambino rumeno di sette giorni. In attesa di ulteriori sviluppi, Girodivite lascia la parola direttamente ad alcuni comunicati-stampa emessi da Bologna Social Forum, Kontroverso, CGIL Bologna, FIOM Emilia Romagna e dall’on. Titti De Simone, parlamentare di Rifondazione Comunista.

(16.ott./a: Bologna Social Forum)
Questa mattina un gruppo di attivisti del Bologna Social Forum ha occupato l'EX ALBERGO DEI FERROVIERI di via Casarini 23.
L'immobile, composto da diverse stanze con annessi servizi, un tempo veniva utilizzato come luogo in cui i ferrovieri fuori sede potevano dormire. Sono ormai anni che le FS non lo utilizzano, lasciando andare in malora una struttura che, con la fame di posti letto a basso costo che c'è in città, potrebbe dare un servizio sociale molto utile a tutta la collettività bolognese.
Il fabbricato di via Casarini 23 fa parte delle aree e degli immobili che le Ferrovie dello Stato intendono "valorizzare". Non è ancora chiaro quale sarà il suo utilizzo per i prossimi anni.
Il Comune, da parecchi mesi, è a conoscenza dell'esistenza di questa struttura, ma si è guardato bene dall'aprire una trattativa con la proprietà per un suo utilizzo come "Albergo Popolare" per ospitare persone, lavoratori, studenti, che hanno bisogno di un alloggio temporaneo per orientarsi a trovare una sistemazione più stabile. Del resto, questa amministrazione comunale ha cambiato destinazione d'uso (lasciandolo per interi giorni della settimana vuoto) all'Albergo Popolare di via del Pallone (la sua ristrutturazione era stata finanziata con fondi pubblici), perché ritiene fastidiosa per la città di Bologna la presenza di persone che non hanno una casa.
Noi riteniamo sia una scandalo che, mentre in città tante persone vivono in situazioni di estrema precarietà, senza nemmeno un tetto sulla testa, posti come questo rimangano vuoti.
Pertanto, questa mattina, abbiamo decretato dal basso la sua riapertura, per poterlo utilizzare al più presto come "Albergo Popolare". Ci siamo assunti, con questa azione di lotta, un impegno che dovrebbe essere degli Enti locali, ma che nessuno ha inteso fino ad ora assolvere.

(16.ott./b: Bologna Social Forum)
L’ex albergo ferrovieri di Trenitalia Spa è chiuso da oltre 2 anni e nonostante il colpevole abbandono si presenta agibile ed in grado di diventare uno scalo libero di appoggio nella ricerca di un’abitazione ai cittadini italiani o migranti, ai quali oggi questo diritto è negato.
Scalo, ma anche laboratorio di resistenza e leva di conflitto contro la legge razzista e schiavista bossi Fini, la sua cultura e la sua conseguenze pratiche.
Il progetto Scalo Internazionale Migranti è aperto e attraversabile dai molti che in questa città rifiutano le logiche di deprivazione dei diritti di cittadinanza attuate dalla giunta Guazzaloca, ed invitiamo tutte le associazioni antirazziste, le realtà della sinistra sociale ed ogni cittadino a venire a conoscere questo progetto e a disegnarlo insieme a noi.

(16.ott./c: Kontroverso)
Riteniamo che il posto possa essere utilizzato a fini sociali e culturali, vista la carenza e il continuo smantellamento da parte del comune di ogni struttura di accoglienza e di alloggio in relazione ai migranti ma anche a quanti in città soffrono il problema dell' alloggio e del diritto alla casa. Questa è una azione pratica per rispondere alla questione alloggi ma anche una iniziativa di denuncia: un posto costruito con fondi pubblici in disuso da anni e in buone condizioni , a causa della politica di chiusura del comune di Bologna sul fronte del diritto alla casa, resta sbarrato e invisibile alla collettività.
E come già anticipato da tempo nelle ultime riunioni del Bologna social forum, in assenza di proposte concrete da parte delle istituzioni, abbiamo deciso di darci da fare e di riaprire questo posto ai bisogni reali delle persone.
Siamo anche coscienti che da qui a qualche mese centinaia dipersone, cittadini migranti non avranno un posto dove stare; il comune ha deciso di chiudere i centri di accoglienza...a questa situazione di disagio che la bossi-fini non fa altro che incrementare, noi oggi diamo una prima risposta.
Ma questo non sarà solo un luogo di accoglienza, che già di per sè nel quadro dipinto dalle nuove e sempre più repressive leggi sull' immigrazione è già una forma di disobbedienza e sabotaggio, questo sarà anche un luogo aperto a tutte le realtà che agiscono sul terreno dei migranti e dei diritti e che intendano sviluppare rivendicazioni vertenze conflitti con i migranti, per la libertà di circolazione, per i diritti alla casa e all' accoglienza.
Con il problema dell' alloggio e degli affitti che questa città soffre da tempo, dopo gli sgomberi e la progressiva chiusura dei centri di accoglienza, è uno scandalo che una struttura simile, ripetiamo in buone condizioni e pagato con soldi pubblici, resti chiusa. Su questo noi abbiamo preso un' iniziativa concreta. Pensiamo che quest' azione non risolva gli immani problemi che ci troviamo difronte ma pensiamo di dare un segnale forte tentando di mettere in campo e dal basso una progettualità in tema di accoglienza , alloggi e diritto alla casa che latita in primis a causa di questa giunta comunale.
Questa è la nostra risposta allo sgombero violento di ieri notte dei migranti pakistani all' ex dazio di via Mattei! Questa la nostra risposta allo sgombero del campo di cittadini rumeni di un mese fa a Borgo Panigale e alla totale indifferenza dimostrata dal comune verso la loro sorte!


(16.ott./d: Segreteria CGIL Bologna)
Di fronte alla notizia che “un gruppo di attivisti del BSF ha occupato l’EX ALBERGO DEI FERROVIERI di via Casarini 23” penso che occorra guardare alla drammatica realtà al problema irrisolto, che questa iniziativa mette in evidenza:
l’incapacità della città di Bologna di dare risposta al bisogno di casa in affitto per i lavoratori immigrati (italiani e stranieri), per i giovani (coppie o singoli) che intendono rendersi autonomi dalle famiglie, per i nuovi e vecchi poveri.
La CGIL di Bologna, insieme ad un vasto arco di associazioni, ha denunciato con forza la drammaticità dell’emergenza casa e l’urgenza con cui andrebbero predisposte soluzioni abitative tipo “albergo popolare” per consentire alle fasce più deboli del lavoro migrante e del disagio sociale di trovare risposte diverse da quella della strada o della baracca in riva al fiume.
La vera notizia, anzi lo “scandalo”, non è tanto l’occupazione dello stabile abbandonato di via Casarini, quanto il fatto che questo e altri stabili che potrebbero essere adibiti ad albergo popolare o alloggi a canone calmierato, rimangano abbandonati e inutilizzati, per l’inerzia o peggio l’indifferenza dell’Amministrazione Comunale e degli Enti Locali di fronte a questo specifico problema.
Il problema a nostro giudizio non è principalmente quello delle “risorse”.
In città (intesa come città metropolitana, ad ambito provinciale) esistono edifici, aree, soggetti economici, forze sociali e del volontariato, sufficienti a costruire risposte adeguate, la grande assente è la Politica. 
L’occupazione non è la risposta a questi problemi, ma forse può essere il dito che indica la luna a chi ha la responsabilità di governare Bologna.


(16.ott./e: FIOM Emilia Romagna)
Grandi avvenimenti scuotono il nostro paese; dopo anni di soporifera pace sociale , emerge con chiarezza una nuova conflittualità diffusa, che fa della difesa e dell'estensione dei diritti, un punto centrale dell'iniziativa politica e sindacale, di cui lo sciopero generale rappresenta l'espressione più alta. La pretesa di assoggettare i bisogni degli uomini e delle donne alle esigenze del "mercato" si scontra oggi con un movimento sociale che ,dai luoghi di lavoro al mondo variegato del volontariato e dell'associazionismo, dalla sinistra politica al movimento contro la globalizzazione capitalistica, tenta di ri-costruire momenti di resistenza e di contrasto alla violenta imposizione delle politiche neoliberiste, di cui gli immigrati, anello debole della società, sono il soggetto più colpito. L'occupazione di un ex albergo per ferrovieri, da parte del Bologna Social Forum, in stato di abbandono da anni, si muove nel giusto obbiettivo di dare una risposta alla totale assenza delle istituzioni nelle politiche per l'accoglienza e per la casa, in questo senso raccoglie il mio sostegno. A chi può dispiacere la socializzazione di uno stabile inutilizzato da anni? Non certo ai lavoratori ed alle lavoratrici, agli studenti universitari ed agli immigrati che sono costretti a sborsare fino a 300 euro al mese un posto letto e fino a un intero stipendio per poco più di un monolocale, non certo a chi oggi lotta per difendere il proprio salario, non certo ai lavoratori interinali della Tim di Bologna,che da mesi sostengono una vertenza contro la precarietà e per ottenere lo stesso salario riconosciuto ai loro colleghi. Lo Scalo internazionale dei migranti, così è stato ribattezzato l'ex albergo, può rappresentare il tentativo di realizzare percorsi di elaborazione politica di un'altra socialità, coniugando efficacemente forme di assistenza alle emergenze sociali, ad una pratica politica che si spenda per costruire una vertenza generale, sul territorio, per la riconquista dei diritti negati.


(18 ott.: On. Titti De Simone, capogruppo di Rifondazione Comunista in Commissione Cultura alla Camera)
Ho raggiunto questa mattina, a margine della manifestazione per lo sciopero generale, insieme agli esponenti del Bologna Social Forum, il Ferrhotel, lo stabile ferroviario inutilizzato di Via Casarini. Ho potuto verificare, durante la visita, che la struttura è tutt'altro che fatiscente, come invece dichiarano i dirigenti di Trenitalia, ed, anzi, potrebbe rispondere alla necessità di spazi adibiti a scopi sociali. Nel territorio bolognese si è manifestata l'esigenza di una struttura adibita all'accoglienza di cittadini stranieri che vivono situazioni di particolare disagio, come è rilevabile dalla vicenda, ancora aperta, dei lavoratori Rumeni. La Regione è in grado, almeno sulla carta, di soddisfare questa necessità, avendo a disposizione un fondo destinato al finanziamento di spazi adibiti a scopi sociali. È anche possibile partecipare ad un bando, la cui scadenza è fissata al 31 ottobre: resta poco tempo, ma lo spazio è stato individuato e manca solo la presentazione del progetto. Ho chiesto, quindi, questa mattina un incontro al prefetto per proporre l'apertura di un tavolo di confronto, a cui partecipino gli Enti locali, per poter acquisire questo spazio. Ora è necessario che la Regione si attivi.

 

Il Progetto
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