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Giro98
Movimento Cosa succede in città...
Occupato un edificio inutilizzato (proprietà
Trenitalia)
Verso lo Scalo Internazionale
Migranti: a Bologna nasce un Albergo Popolare
Una cronaca attraverso i comunicati-stampa
(a cura di Gaetano Mangiameli)
Il Bologna Social Forum ha occupato un edificio
che in passato veniva utilizzato per ospitare
i ferrovieri fuori sede. Lazione riporta
allattenzione collettiva il problema alloggi,
soprattutto per quanto riguarda gli immigrati.
Successivamente gli occupanti denunciano limprovvisa
interruzione dellerogazione di luce e acqua
alledificio. I tentativi di effettuare il
riallacciamento sarebbero stati vani: nella notte
tra il 22 e il 23 ottobre, un non meglio precisato
servizio di security, dotato di cani, avrebbe
assediato ledificio. Nei giorni successivi
arriva la notizia che il Ferrhotel, ribattezzato
Scalo Internazionale Migranti, ospiterà
un gruppo di rumeni recentemente rimasti senza
casa. Dal 28 ottobre cè lacqua
(ma non la luce) e soprattutto il primo neonato,
un bambino rumeno di sette giorni. In attesa di
ulteriori sviluppi, Girodivite lascia la parola
direttamente ad alcuni comunicati-stampa emessi
da Bologna Social Forum, Kontroverso, CGIL Bologna,
FIOM Emilia Romagna e dallon. Titti De Simone,
parlamentare di Rifondazione Comunista.
(16.ott./a: Bologna Social Forum)
Questa mattina un gruppo di attivisti del Bologna
Social Forum ha occupato l'EX ALBERGO DEI FERROVIERI
di via Casarini 23.
L'immobile, composto da diverse stanze con annessi
servizi, un tempo veniva utilizzato come luogo
in cui i ferrovieri fuori sede potevano dormire.
Sono ormai anni che le FS non lo utilizzano, lasciando
andare in malora una struttura che, con la fame
di posti letto a basso costo che c'è in
città, potrebbe dare un servizio sociale
molto utile a tutta la collettività bolognese.
Il fabbricato di via Casarini 23 fa parte delle
aree e degli immobili che le Ferrovie dello Stato
intendono "valorizzare". Non è
ancora chiaro quale sarà il suo utilizzo
per i prossimi anni.
Il Comune, da parecchi mesi, è a conoscenza
dell'esistenza di questa struttura, ma si è
guardato bene dall'aprire una trattativa con la
proprietà per un suo utilizzo come "Albergo
Popolare" per ospitare persone, lavoratori,
studenti, che hanno bisogno di un alloggio temporaneo
per orientarsi a trovare una sistemazione più
stabile. Del resto, questa amministrazione comunale
ha cambiato destinazione d'uso (lasciandolo per
interi giorni della settimana vuoto) all'Albergo
Popolare di via del Pallone (la sua ristrutturazione
era stata finanziata con fondi pubblici), perché
ritiene fastidiosa per la città di Bologna
la presenza di persone che non hanno una casa.
Noi riteniamo sia una scandalo che, mentre in
città tante persone vivono in situazioni
di estrema precarietà, senza nemmeno un
tetto sulla testa, posti come questo rimangano
vuoti.
Pertanto, questa mattina, abbiamo decretato dal
basso la sua riapertura, per poterlo utilizzare
al più presto come "Albergo Popolare".
Ci siamo assunti, con questa azione di lotta,
un impegno che dovrebbe essere degli Enti locali,
ma che nessuno ha inteso fino ad ora assolvere.
(16.ott./b: Bologna Social Forum)
Lex albergo ferrovieri di Trenitalia Spa
è chiuso da oltre 2 anni e nonostante il
colpevole abbandono si presenta agibile ed in
grado di diventare uno scalo libero di appoggio
nella ricerca di unabitazione ai cittadini
italiani o migranti, ai quali oggi questo diritto
è negato.
Scalo, ma anche laboratorio di resistenza e leva
di conflitto contro la legge razzista e schiavista
bossi Fini, la sua cultura e la sua conseguenze
pratiche.
Il progetto Scalo Internazionale Migranti è
aperto e attraversabile dai molti che in questa
città rifiutano le logiche di deprivazione
dei diritti di cittadinanza attuate dalla giunta
Guazzaloca, ed invitiamo tutte le associazioni
antirazziste, le realtà della sinistra
sociale ed ogni cittadino a venire a conoscere
questo progetto e a disegnarlo insieme a noi.
(16.ott./c: Kontroverso)
Riteniamo che il posto possa essere utilizzato
a fini sociali e culturali, vista la carenza e
il continuo smantellamento da parte del comune
di ogni struttura di accoglienza e di alloggio
in relazione ai migranti ma anche a quanti in
città soffrono il problema dell' alloggio
e del diritto alla casa. Questa è una azione
pratica per rispondere alla questione alloggi
ma anche una iniziativa di denuncia: un posto
costruito con fondi pubblici in disuso da anni
e in buone condizioni , a causa della politica
di chiusura del comune di Bologna sul fronte del
diritto alla casa, resta sbarrato e invisibile
alla collettività.
E come già anticipato da tempo nelle ultime
riunioni del Bologna social forum, in assenza
di proposte concrete da parte delle istituzioni,
abbiamo deciso di darci da fare e di riaprire
questo posto ai bisogni reali delle persone.
Siamo anche coscienti che da qui a qualche mese
centinaia dipersone, cittadini migranti non avranno
un posto dove stare; il comune ha deciso di chiudere
i centri di accoglienza...a questa situazione
di disagio che la bossi-fini non fa altro che
incrementare, noi oggi diamo una prima risposta.
Ma questo non sarà solo un luogo di accoglienza,
che già di per sè nel quadro dipinto
dalle nuove e sempre più repressive leggi
sull' immigrazione è già una forma
di disobbedienza e sabotaggio, questo sarà
anche un luogo aperto a tutte le realtà
che agiscono sul terreno dei migranti e dei diritti
e che intendano sviluppare rivendicazioni vertenze
conflitti con i migranti, per la libertà
di circolazione, per i diritti alla casa e all'
accoglienza.
Con il problema dell' alloggio e degli affitti
che questa città soffre da tempo, dopo
gli sgomberi e la progressiva chiusura dei centri
di accoglienza, è uno scandalo che una
struttura simile, ripetiamo in buone condizioni
e pagato con soldi pubblici, resti chiusa. Su
questo noi abbiamo preso un' iniziativa concreta.
Pensiamo che quest' azione non risolva gli immani
problemi che ci troviamo difronte ma pensiamo
di dare un segnale forte tentando di mettere in
campo e dal basso una progettualità in
tema di accoglienza , alloggi e diritto alla casa
che latita in primis a causa di questa giunta
comunale.
Questa è la nostra risposta allo sgombero
violento di ieri notte dei migranti pakistani
all' ex dazio di via Mattei! Questa la nostra
risposta allo sgombero del campo di cittadini
rumeni di un mese fa a Borgo Panigale e alla totale
indifferenza dimostrata dal comune verso la loro
sorte!
(16.ott./d: Segreteria CGIL Bologna)
Di fronte alla notizia che un gruppo di
attivisti del BSF ha occupato lEX ALBERGO
DEI FERROVIERI di via Casarini 23 penso
che occorra guardare alla drammatica realtà
al problema irrisolto, che questa iniziativa mette
in evidenza:
lincapacità della città di
Bologna di dare risposta al bisogno di casa in
affitto per i lavoratori immigrati (italiani e
stranieri), per i giovani (coppie o singoli) che
intendono rendersi autonomi dalle famiglie, per
i nuovi e vecchi poveri.
La CGIL di Bologna, insieme ad un vasto arco di
associazioni, ha denunciato con forza la drammaticità
dellemergenza casa e lurgenza con
cui andrebbero predisposte soluzioni abitative
tipo albergo popolare per consentire
alle fasce più deboli del lavoro migrante
e del disagio sociale di trovare risposte diverse
da quella della strada o della baracca in riva
al fiume.
La vera notizia, anzi lo scandalo,
non è tanto loccupazione dello stabile
abbandonato di via Casarini, quanto il fatto che
questo e altri stabili che potrebbero essere adibiti
ad albergo popolare o alloggi a canone calmierato,
rimangano abbandonati e inutilizzati, per linerzia
o peggio lindifferenza dellAmministrazione
Comunale e degli Enti Locali di fronte a questo
specifico problema.
Il problema a nostro giudizio non è principalmente
quello delle risorse.
In città (intesa come città metropolitana,
ad ambito provinciale) esistono edifici, aree,
soggetti economici, forze sociali e del volontariato,
sufficienti a costruire risposte adeguate, la
grande assente è la Politica.
Loccupazione non è la risposta a
questi problemi, ma forse può essere il
dito che indica la luna a chi ha la responsabilità
di governare Bologna.
(16.ott./e: FIOM Emilia Romagna)
Grandi avvenimenti scuotono il nostro paese; dopo
anni di soporifera pace sociale , emerge con chiarezza
una nuova conflittualità diffusa, che fa
della difesa e dell'estensione dei diritti, un
punto centrale dell'iniziativa politica e sindacale,
di cui lo sciopero generale rappresenta l'espressione
più alta. La pretesa di assoggettare i
bisogni degli uomini e delle donne alle esigenze
del "mercato" si scontra oggi con un
movimento sociale che ,dai luoghi di lavoro al
mondo variegato del volontariato e dell'associazionismo,
dalla sinistra politica al movimento contro la
globalizzazione capitalistica, tenta di ri-costruire
momenti di resistenza e di contrasto alla violenta
imposizione delle politiche neoliberiste, di cui
gli immigrati, anello debole della società,
sono il soggetto più colpito. L'occupazione
di un ex albergo per ferrovieri, da parte del
Bologna Social Forum, in stato di abbandono da
anni, si muove nel giusto obbiettivo di dare una
risposta alla totale assenza delle istituzioni
nelle politiche per l'accoglienza e per la casa,
in questo senso raccoglie il mio sostegno. A chi
può dispiacere la socializzazione di uno
stabile inutilizzato da anni? Non certo ai lavoratori
ed alle lavoratrici, agli studenti universitari
ed agli immigrati che sono costretti a sborsare
fino a 300 euro al mese un posto letto e fino
a un intero stipendio per poco più di un
monolocale, non certo a chi oggi lotta per difendere
il proprio salario, non certo ai lavoratori interinali
della Tim di Bologna,che da mesi sostengono una
vertenza contro la precarietà e per ottenere
lo stesso salario riconosciuto ai loro colleghi.
Lo Scalo internazionale dei migranti, così
è stato ribattezzato l'ex albergo, può
rappresentare il tentativo di realizzare percorsi
di elaborazione politica di un'altra socialità,
coniugando efficacemente forme di assistenza alle
emergenze sociali, ad una pratica politica che
si spenda per costruire una vertenza generale,
sul territorio, per la riconquista dei diritti
negati.
(18 ott.: On. Titti De Simone, capogruppo di Rifondazione
Comunista in Commissione Cultura alla Camera)
Ho raggiunto questa mattina, a margine della manifestazione
per lo sciopero generale, insieme agli esponenti
del Bologna Social Forum, il Ferrhotel, lo stabile
ferroviario inutilizzato di Via Casarini. Ho potuto
verificare, durante la visita, che la struttura
è tutt'altro che fatiscente, come invece
dichiarano i dirigenti di Trenitalia, ed, anzi,
potrebbe rispondere alla necessità di spazi
adibiti a scopi sociali. Nel territorio bolognese
si è manifestata l'esigenza di una struttura
adibita all'accoglienza di cittadini stranieri
che vivono situazioni di particolare disagio,
come è rilevabile dalla vicenda, ancora
aperta, dei lavoratori Rumeni. La Regione è
in grado, almeno sulla carta, di soddisfare questa
necessità, avendo a disposizione un fondo
destinato al finanziamento di spazi adibiti a
scopi sociali. È anche possibile partecipare
ad un bando, la cui scadenza è fissata
al 31 ottobre: resta poco tempo, ma lo spazio
è stato individuato e manca solo la presentazione
del progetto. Ho chiesto, quindi, questa mattina
un incontro al prefetto per proporre l'apertura
di un tavolo di confronto, a cui partecipino gli
Enti locali, per poter acquisire questo spazio.
Ora è necessario che la Regione si attivi.
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