segnali dalle città invisibili
 

Giro98 Cosa succede in città...
A Vittoria l'aggressione a un giornalista

di Carlo Ruta, da: Accade in Sicilia

Vittoria a un passo dal baratro. Un giornalista aggredito. Il presidente dell'Antimafia siciliana entra nel mirino delle cosche. Orrore in Italia per le immagini del palio su "Striscia la notizia". Intervengano le più alte cariche dello Stato prima che la parola passi ai sicari

Venerdì 17 ottobre. L'Antimafia siciliana promuove un'ispezione al comune riguardante alcuni concorsi: vengono sequestrati numerosi documenti. Il sindaco, per tutta risposta, addita il presidente della medesima quale artefice di una macchinazione, dichiarandolo ancora una volta nemico di Vittoria. Carmelo Incardona, con il suo gesto di rottura, entra di fatto nel mirino delle cosche, come lo fu il padre, ucciso nel 1989 per aver violato le consegne di mafia all'ortomercato.

Sabato 19 ottobre. L'Italia intera s'indigna alla visione dei supplizi del palio, trasmessi da "Striscia la notizia". Cavalli doloranti, feriti, spellati, rovinati a terra, tirati a forza per capo e coda, occultati malamente nei furgoni. Un orrore indicibile, emblematico del disastro civile vittoriese, che finalmente sta avendo eco nel paese. La città perbene prova vergogna. Un consigliere municipale, Giovanni Cirnigliaro, s'incatena per protesta.

Domenica 20 ottobre. Un giornalista del "Diario" di Deaglio, Giuseppe Bascietto, viene aggredito da un gruppo di cavaddari, in piazza del Popolo, quando il sindaco di Vittoria Francesco Aiello prende a inveire nei suoi riguardi in un comizio. Un vero tentativo di linciaggio fisico, sventato dall'intervento di polizia e carabinieri. Prima del comizio, il giornalista era stato violentamente apostrofato dall'Aiello solo perché cercava di riprendere l'evento con una videocamera. Alcuni carabinieri, intervenuti su richiesta del sindaco, gli avevano imposto allora di non filmare: cosa del tutto inaudita, trattandosi di un evento politico, in una pubblica piazza. Si impone una inchiesta giudiziaria. Si annunzia una presa di posizione della FNSI.

I segnali sono evidenti. I potenti boss dell'Ippari sono pronti a prendere la "parola". E' allora tempo che intervengano le autorità di Stato: il prefetto, il ministero dell'Interno, l'Antimafia nazionale. Occorre che venga valutata l'opportunità di sciogliere il consiglio municipale, su elementi che potrà fornire a iosa la stessa DDA catanese, da tempo impegnata su Vittoria.

Si fa appello infine alla sinistra vittoriese che intende emendare le cose, in particolare agli ex sindaci Monello e Curciulo, all'ex assessore Giambattista Rocca, che ha avuto il coraggio di dimettersi dalla presidenza della Commissione Urbanistica quando lo si voleva complice di abusi. Che intervengano, facciano sentire la loro voce, mettano in campo il loro peso in città, nel sindacato, nella sinistra iblea e siciliana. Vittoria deve riscattarsi, ritornare a vivere.

 

 

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