|
Giro97
Cosa succede in città...
L'arena senza nemici dei tristi ulivisti
a Catania la festa dell'Unità
rosario dei Gatti Fisici in
compagnia di Minonzio
Nell'arena triste e spopolata
della festa dell'Unità ci muoviamo in attesa
del grande combattimento. I gladiatori idoli della
folla arrivano
applauditi: Fava, volto serio, il paladino della
legalità, e Bianco, soldato retorico,
vecchio campione decennale della città;
ma anche Battiato, padrone di casa,
uomo del popolo diessino. L'arbitro dell'incontro
è Nino Milazzo,
giornalista incazzato per le aggressioni subite.
Arriva anche Peppe Lumia, accompagnato da un'ovazione,
il campione nazionale della lotta alla mafia.
Gli
spettatori vogliono il sangue, noi aspettiamo
infastiditi.
Ma ecco la sorpresa: i gladiatori nemici Scapagnini
e Lombardo non si
presentano, disertano l'arena. Le armi sono pronte,
ma il nemico dov'è? 'Codardi!', gridano
tutti. I gladiatori sorridono ironicamente, ma
ora che si fa? Io
penso: 'Sarebbe divertente vederli picchiarsi
tra loro! Siamo sicuri che
questi quattro parteggino tutti per la stessa
parte?'
Fava e Bianco lodano le glorie
del passato centrosinistra e arringano la
folla, elencando porcherie e misfatti della banda
delle libertà che governa
la città. Eppure qualcosa ci sembra strano:
mentre Enzuccio sfodera le
solite vecchie armi della retorica e del sorriso,
Claudio l'ombroso sembra
fremere, ha la mano inquieta. Quando tocca a lui,
parla di corruzione, mafia e
accenna a un possibile nuovo sacco della città.
I suoi fendenti funzionano, ma
saranno sinceri? Ma soprattutto, saranno seguiti
da azioni? Certo Fava è uno
onesto, ma il partito di cui fa parte che forma
ha? Chi lo conosce? Cosa fa in
città? Dove si nascondono questi liberal
boy scout diessini? Intanto parlano di
nuova alleanza, di nuove parole e mezzi per riconquistare
il favore perduto
dei cittadini. L'incontro è diventato una
grande noia, mentre aspettiamo il discorso di
Lumia. Quando quest'ultimo si alza per parlare,
grande applauso della
folla.
Poi racconta di nuova e vecchia
mafia, di contatto col potere politico,
di nuove stragi; la folla diessina lo guarda un
po' attonita, come
stordita, a tratti distratta. Ti verrebbe da dire:
'Ma allora, ve la ricordate o no
la mafia?' Mentre si consumano le ultime parole
di questo triste combattimento
mancato, ce ne andiamo col cuore piccolo: la città
è sempre in mano a dei barbari succhiosi
e lungimiranti, ma la banda ulivista avversaria
è davvero
ridicola.
|