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Giro96
Il Ponte di Messina:
dibattito
Il ponte sullo Stretto di Messina
uno studio del dott Letterio
Spadaro
Il dottor Letterio Spadaro si occupa
da anni delle problematiche relative al onte di
Messina. Riceviamo da lui questa breve relazione,
che pubblichiamo.
Prima di discutere il problema
che riveste tutto il complesso sistema del realizzo
del Ponte su lo stretto di Messina, riteniamo
doveroso analizzare due aspetti fondamentali legati
sia alla storia che alla linea orogenetica zonale.-
Il realizzo di grandi opere vive nella mente delluomo
sin da quando cominciò a
rendersi conto della ragione della sua esistenza
Quello che devesi imputare a sistemi progressisti,
formalizzati nel tempo, è :
a) che luomo non si rende conto che è
finito nel tempo ,
b) che spesso quello che lui crea è legato
alla relatività
c) che il globo, che lui abita, geologicamente
è instabile.-
Da ciò ne segue che qualsiasi
grande opera che luomo cerca di realizzare
viene
legata direttamente alla evoluzione delle masse
componenti i diversi sistemi .-
La costruzione di una grande opera che unisse
la Sicilia allItalia, fondamental-
mente si radicò e venne a galla nel secolo
XVIII .
Scienziati e geologi valutarono una fattibilità
molto complessa, avendo giustamente considerato
che la Sicilia non è una terra a sé
stante, ma che fa parte di un complesso geologico
comprendente le isole Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica
e Pantelleia.-
Un fattore prettamente politico spinse nel 1947
un messinese, il fu On. Dante ad
erigersi a paladino di una futura progettazione
e costruzione di un Ponte che unisse la Sicilia
ad una Italia che uscendo da una guerra inutile
quanto costosa, per il nuovo governo repubblicano,
fosse necessario dimostrare un avanguardia
nei tempi.-
Unire la Sicilia allItalia geograficamente,
comportava uno studio fondamentalmente geo/calcolistico
bloccato da un avvenimento luttuoso, cioè
il crollo nel 1940 del ponte di Tacoma, nello
stato dell Washington : nessuno seppe darne
ragione.- Forse la ragione prima ebbe origine
da una mal impostazione dei calcoli su la stabilità
aeroelastica : era mancata lanalisi
della progettazione del profilo di impalcato
.- Sarà ?!
Per il Ponte su lo Stretto di Messina
bisogna guardare ben oltre.-
E dal 1949 che viene allestito annualmente
uno stand alla Fiera di Messina, dove
i visitatori hanno potuto ammirare una estrosa
serie di realizzi di un Ponte che
dovrebbe riconformare la Città in una proiezione
nel futuro. - Si vuole dimostrare che non si tratta
più di una chimera ma un modo di una vera
vittoria politica e ingegneristica .-
Ci si chiede: ma è fattibile
un ponte su lo stretto di Messina ?
Lo si pone su un bivio : sì e nò
.
Le progettazioni dovrebbero basarsi su due fondamentali
fattori di cui il primo è relativo al suo
inserimento ambientale e quindi utilità,
il secondo tocca direttamente il suo realizzo.-
Nel caso del suo realizzo esiste un terzo fattore
legato al complesso sistema geologico del pianeta
terra di cui cerchiamo valutarne lentità
.-
Cerchiamo di impostare delle linee
generali su la conformazione della terra.-
essa è un ellissoide con una struttura
che, partendo dalla litosfera verso linterno,
presenta delle masse compatte allo stato semifuso
e discontinuo.-
Questo fattore fondamentale è legato ancora
ad un quarto stato, quello della rotazione della
Terra attorno al proprio asse.- Come in qualsiasi
corpo le masse continue subiscono
una attrazione molecolare sia di coesione che
gravitazionale.-
Nelle grandi masse in rotazione di tutto il sistema
galattico, dove vigono questi grandi sistemi gravitazionali,
i componenti, in derivazione del loro forming
nel big-bang si trovano, dopo 17 miliardi di anni,
ancora in formazione primitiva cioè in
un forming di una materia primordiale sia sotto
laspetto fisico delle particelle che della
teoria gravitazionale .-
Il Big-Bang ha proiettato, nello spazio infinito,
della materia corpuscolare che nel corso dei millenni
si è aggregata formando enormi masse erranti
. Proprio per queste enormi aggregazioni
di materie corpuscolari, le loro parti più
esterne non hanno retto al vincolo particellare
e gravitazionale, riproettandosi nello spazio,
quasi su un piano continuo, dando origine alla
ricomposizione di altre masse corpuscolari : nacquero
i sistemi planetari .-
Si è trattato di una materia che inverosimilmente
si veniva ad accoppiare in presenza di temperature
del tutto promiscue : particelle a -273 °
K, ed altre , per lenorme attrito dei componenti,
ad altissime temperature di milioni di gradi.-
Il piano dellesplosione, parliamo del nostro
sistema solare, nel tempo si è mantenuto
quasi costante.- Il sole con un d di circa 700.000km,
con una emissione di ca. 3,87 . 10²³
joule /s di energia ed una massa complessiva di
2 . 10³³ g, tiene sotto la sua influenza
gravitazionale lintero piano del sistema
.- Le particelle erranti si sono aggregate continuando
a circoscrivere attorno al sole delle orbite ellittiche.-
Secondo il tipo, ed il grado di temperatura delle
particelle aggregate, si sono costituite delle
masse, dei pianeti, non costituendo
esse dei corpi che, per quanto compatti, emettessero
radiazioni luminose.
Nei miliardi di anni trascorsi , direttamente
con rapporto inverso della distanza dal
sole, molti pianeti si raffreddarono superficialmente.
Il sole espone nella fotosfera ca. 5700 °
C ed è distante dalla Terra ben 149/mil/
km,
e ciò crea un vis ottimale per un determinato
sistema di sviluppo della vita sul nostro pia-
neta tale e quale noi osserviamo anche se in continua
trasformazione.-
Noi diciamo che la terra è una intera massa
rotante in una orbita ellittica attorno il
sole, ma non possiamo escludere che questa massa
non è uniforme ne tanto meno compo-
sta della stessa natura corpuscolare.- Se consideriamo
che la sua densità media è di 5.52g
/
/cm³, la sua velocità di rotazione
di ca. 4.630m/s e che la centrifugazione dellintera
massa
conduce ad una differenza tra il raggio equatoriale
, che è di 6.378, 388 km, e quello polare
che è di 6.356, 912 , pervenendo ad uno
schiacciamento di 1/297 ai poli, non possiamo
fa-
re a meno di considerarla come una massa primordiale
ancora plastica.- Quindi se lintera
materia costituente il nostro globo fosse solida,
certo che la centrifugazione di massa non
porterebbe allo schiacciamento polare .-
Ci si chiede : come si fa ad appurare
il concetto della discontinuità degli strati
ed
alla diversificazione dei suoi componenti ?
A questo punto ci viene incontro la Sismologia
.-
La sismologia tratta il movimento
di tutta una serie di masse sia superficiali che
profonde aventi degli epicentri ben definiti.-
Per quanto la Terra possa sembrare grande
pure in proporzione al sistema galattico è
del tutto insignificante, ma ciò non toglie
che i
fenomeni che noi osserviamo non abbiano un riscontro
altamente scientifico ed una realtà
statica che fa parte dello sviluppo del suo complesso,
specie del suo interno.-
I fenomeni sismici si caratterizzano per una serie
di emissione di onde .
Le onde fondamentali a) le primarie
, (si tratta di onde di compressione ) acquistano
delle divaricazioni di percorso secondo lo strato
che attraversano e secondo la loro inten-
sità possono percorrere lintero globo
con una deviazione di percorso sul diametro con-
torto, di circa 17° alla parte opposta;
b)le secondarie , si tratta di onde
di distorsione capaci di attraversare corpi solidi
ma che scompaiono nei punti in cui trovano della
materia semidensa.-
c) non consideriamo la onde L e LL, che al caso
non servono.-
Le onde primarie hanno la prerogativa di emettere
un secondo raggio di riflesso
nel momento in cui trovano delle diversificazioni
di strati, mentre le secondarie, che si propagano
con ritmo ondulatorio, al cambiamento di
strato , accusano unazione di debole
riflesso che spesso sfocia in una onda L
di debole ritorno o nulla .-
La rilevazione di questo ritorno di onde ha portato
giustamente alla teoria della
diversificazione degli strati geologici che compongono
le massa della terra.-
Per quanto è in argomento noi facciamo
astrazione da tutta la serie degli strati,
che, come si sa, fondamentalmente sono
iniziando dallinterno - composti da ferro/nichel,
solfuri ed ossidi , silicati di ferro e magnesio,
discontinuità di Mohorovicic, strato basaltico
e strato granitico. Ciò, riferito prevalentemente
ai continenti, meglio definiti come litosfera
facendo astrazione da tutti gli strati componenti
, per quanto è pertinente la no-
stra tesi, ci porta alla valutazione del solo
strato superficiale cioè proprio
la Litosfera
La componente scientifica sismologica ci viene
incontro per la molteplicità delle sue
manifestazioni definendoci i suoi limiti , non
escludendo lanalisi dei fenomeni che si
mani-
festano nellaccorpamento col Sial.
Questo stralcio di note puramente geofisiche ci
conduce ad una valutazione più
razionale della costruzione del Ponte su lo Stretto
di Messina.-
Evochiamo la nozione fondamentale che non si tratta
di unire due sponde sic et
simpliciter di un plateau fondamentalmente stabile,
ma di masse geologicamente distan-
ziate e staticamente instabili .- Da ciò
ne segue che :
i fenomeni fondamentali, che ci portano a valutare
la fattibilità, o meno, del Ponte
sullo Stretto, sono tre : il primo è direttamente
legato al raffreddamento, nel tempo, della
crosta terrestre ( litosfera ), il secondo è
relativo alla instabilità del Sial che
per la sua
continua opera subduttiva di masse semifuse negli
stati profondi della litosfera, diversifica,
nel tempo il suo spessore, dando ciò ragione,
unitamente alla centrifugazione delle masse
superficiali, alla deriva dei continenti, mentre
la terza che devesi considerare la più
fonda-
mentale è che si ha una formazione bradisismica
di terre emerse del tutto instabili.
Da appunti /osservazioni formulati
dal Rittmann, risulta che da oltre 300 anni
esiste una compressione atlantica, che premendo
su lintera massa occidentale del nord
Africa, sta interessando lintero bacino
mediterraneo scalzando masse sialiche
verso
le terre euro / orientali ed asiatiche.-
Fenomeni simili non possono passare inosservati
quando comportano uno studio
fondamentale al fine del realizzo di una grande
opera che deve durare nel tempo.
La litosfera, che contiene sia terre che oceani
è una enorme massa posta sul Sial
in forma del tutto altimetricamente discontinua,
accusando: - 3 km nel Parco di Yellowstone,
100 km nelloceano Pacifico, mentre il mediterraneo
poggia a ca 35 km .-
Questo fatto comporta che la deriva dei continenti
non è uniforme essendo essa
maggiore dove minore è la base di posa.
La Sicilia, geologicamente costituisce una continuazione,
attraverso lo Stretto, di
terre verso le Calabrie, non potendosi però
dimenticare che esiste un grande canon,
alla profondità di - 1 km, avente origine
nelle profondità delle Eolie e che inoltrandosi
per circa 100 km in linea N-W, riveste un grandissimo
ruolo di trascinamento tale che
potrebbe diruire nel tempo tutto il gruppo Eolico
nonché la punta peloritana.-
Lesistenza del canon crea un altro fattore
determinante basato sul
calcolo elaborato da Cavendish relativo alla forza
di attrazione di due masse poste
ad una data distanza, calcolo che sfocia nella
accelerazione delle masse stesse .
Si consideri inoltre che il fenomeno vulcanico
zonale porta ad un progressivo
aumento delle temperature con senso convettivo
delle masse, creando un senso di
poca tranquillità in tutto il blocco orientale
del Mediterraneo.-
Non bisogna anche sottovalutare il fenomeno
isostatico delle masse sub/
/continentali che viene a determinare un fattore
precario di galleggiamento sul SIAL .
Se si passa a valutare il sistema tettonico di
base non possiamo escludere
la teoria della deriva dei continenti avanzata
da A. Wegener, deducendo che il ples-
so orogenetico peloritano lascia ben poco a sperare
sul futuro dello Stretto.
Se la compressione atlantica con subduzione di
masse sialiche preme nella
parte centrale del mediterraneo ne segue che le
terre siculo/calabre ineluttabilmente
patiranno la sorte degli scorrimenti di strati
e quindi dellavvicinamento della sponde.
Studi recenti ci portano a considerare positivamente
le interazioni tra atmosfe-
ra, terra, oceani con le radiazioni incidenti,
quali il calore e la luce, oltre alla esi-
stenza di fenomeni che si determinano tra lo scambio
delle acque oceaniche ed i
vapori che si sprigionano dalle terre emerse nel
loro continuo sistema diversificativo.
Quanto sopra schematicamente premesso, si sfocia
in un aspetto sinaptico
che ci accorpa ad un aspetto di logica
operativa .--
Detta logica ci conduce a due sistemi, uno di
attivazione ed uno di attuazione
dei quali è molto problematica una conferma
comparativa.-
Considerato che la velocità orbitale della
terra è di circa 29,80 km/s viene a crearsi
come su detto, uno stato, lento ma continuo di
scorrimento della massa litosferica sul Sial.
La deriva di masse superficiali continentali proporzionalmente
al loro scivolamento su
i plateau di appoggio non è una novità.
Terre ed acque , in esse incorporate, hanno assunto
nei millenni le deformazioni più
strane sino a raggiungere le attuali.
Ma quale è lincidenza di questi fattori,
sotto laspetto geologico, su la Sicilia
?
Il 28/12/1908 alle ore 5,30 Messina veniva rasa
al suolo.- 100.000 morti, nessun
fabbricato resistette alla sollecitazione di onde
P, onde S ed onde L . ; si è sull11°
grado
della Scala Mercalli.- La punta Peloritana ruotò
per circa 7° verso il centro dello Stretto.-
Le acque dello stretto, compresse, raggiunsero
laltezza di oltre 15 metri, invadendo
la città ed i dintorni, si trattò
di un disastroso terre / maremoto .
Messina risorse con ferrei calcoli antisismici,
che col tempo in parte vennero dimen-
ticati.- Laltezza dei nuovi fabbricati non
poteva superare i 15 metri, mentre oggi si toccano
anche i 30 metri.-
Nessuno si è mai voluto rendere conto che
la formazione Peloritana è di natura bra-
disismica, di terreno friabile, calcareo, nummulitico
di
poca consistenza e compattezza.
Forse se ne sono resi conto i progettisti dellautostrada
ME / CT , costretti a continui inter-
venti manutentivi su muri di contenimento, scorrimenti
di falde e quindi riattare contrafforti
che pure in molti punti non reggono e sono in
istato di continuo intervento per degrado.
Caso recentissimo è il deragliamento del
treno PA / VE nei pressi di Rometta , nel
messine, quando venne azzardata lidea che
il disastro ha avuto origine per cedimento di
parte di bancata dei binari.- Idea da non scartare.-
Questi ed altri fattori scientifici, sconosciuti
non solo alla cittadinanza, ma anche mal
valutati da luminari della scienza, portano a
delle euforiche proposte per il suo realizzo,
non
scartando un più ponderato scetticismo
Abbiamo voluto esporre il
contra geologico ma ora cerchiamo di passare
a
valutare quello che si richiede perché
il Ponte possa accusare una
parvenza costruttiva e durare nel tempo : la staticità
.-
Ci si chiede perché sono
stati realizzati, ad es. il ponte ferroviario
a Dnepr a Kiev,
il Tower Bridge a Londra, a Sidney, il P. Du Carrousel
a Parigi , il Brookly a N. Y. , ecc
e non si sono riscontrati problemi statici ? .--
Si, è proprio su la staticità il
problema della costruzione del Ponte!
La costruzione di quei ponti si poggia su conformazioni
geologiche assoluta-
mente diverse che non sono quelle dello stretto
di Messina dove nei primi del terzia-
rio, per azione bradisismica e frantumazione della
Tetide si creò un plateau senza defi-
nita delimitazione ma che risentiva dellazione
subduttiva di masse fuse sotterranee.-
Siamo nel terziario quando dal mare sorse un plateau
della estensione di 144 km
di circonferenza avente una altezza sul mare di
circa 200m . Si trattò di un esteso rilievo
nel cui centro si produsse una spaccatura dalla
quale lentamente allinizio, ma parossistica-
mente dopo, fuoriuscirono delle masse magmatiche
: era sorto lEtna.-
Passiamo ad accennare la formazione dellEtna
per diniegare la sua non connessione
sialica che si cerca di dare coi bacini magmatici
delle Eolie e del Vesuvio.- Lunico fatto
che interessa è valutare che le masse del
sial in subduzione hanno creato una frattura
litolica, che con inizio dal canon
sottomarino tirrenico, attraversando una zona
montuosa
ad est della cittadina di Milazzo, più
propriamente chiamata Calamona ,
e protraendosi
verso sud, va a sboccare nella baia di Giardini
Naxos .- Questo stato geologico è la
ragione prima della rotazione della
massa peloritana verso il centro dello Stretto
avvenu-
ta nel terremoto del 1908 .-
Il corno peloritano è come un castello
di sabbia su la riva del mare, contornato da
masse vulcaniche caoticamente instabili, specie
sotto laspetto sismologico, che da oltre
200.000/mil di anni non è mai cessato,
dando ragione ad una lunga serie di fenomeni
naturali ed anche di apporto umano .-
Ora ci svincoliamo dalla geologia e sismologia
passando a valutare quanto si ritiene
tecnicamente accettabile un eventuale realizzo
dellopera.
3)Cosa richiede la sua fattibilità ?
Si calcoli che questa grande opera deve unire
due terre con unico sbalzo
di 3.300 m .-
Ecco quanto detto realizzo deve contenere :
a)uno studio geologico delle masse interessate
b)studio delle zone per le masse dappoggio
c)stabilità aeroelastica
d)profilo e schemi di impalcato per la luce dei
3300m
e)studio della rigidezza torsionale
f)studio di effetto di trascinamento
g)aerodinamica per la grande luce
h)studio dellimpalcato ad altissima rigidezza
i)sezioni scatolari singole o multiple, mono o
pluricellulari con lastra ortotropa
per la trasmissione dei carichi
l)studio di stabilità aerodinamica per
la riproposta di un profilo di impalcato
reticolare rigido
m) drag
n)studio dellimpalco ventilato che riduce
i coefficienti quasi statici di resistenza
aerodinamica al sollevamento ed alla coppia
o)studio degli appoggi oscillanti conformati in
sviluppi di equazioni iperboliche su
luoghi geometrici di piani cartesiani per la loro
conformazione sul trentesimo
della intera campata ( o sul 15mo secondo il sistema
di calcolo )
p)valutazione della scala MSK
q)valutazione della scala Richter
r)calcolo della rotazione delle masse insistenti
su gli appoggi per la valutazione
della loro azione torsionale sulleffetto
dellazione di trascinamento delle correnti
aeree //////////////
Tutta questa serie di indici di calcolo debbono
dare ragione ai due appoggi terminali
Nei ponti di grandi luci esiste una soluzione
tra limpalcato aerodinamicamente
tra-
sparente e quella dellimpalcato ad
alta rigidezza torsionale per minimizzare il drag.
Nel simposio ISALB 92 di Copenhagen vennero
egregiamente definite le ten-
denze moderne nelle costruzioni di ponti a grandi
luci, esponendo la validità dellal-
tissima rigidezza del ponte Akashi Kaikio ( in
Giappone ).-
Bisogna arroccarsi su lo studio profondo dellimpalcato
rigido, avente carat-
teristiche aerodinamiche ricadenti in una formale
riduzione dei coefficienti statici di
resistenza sia al sollevamento che al movimento
di coppia
A parte tutte le note di realizzo di cui sopra
, cerchiamo di inquadrare sotto
un aspetto riconformativo/strutturale la costruzione
del Ponte.-
Abbiamo cercato di scegliere la visuale migliore
deducendola da bibliografie
accreditate cercando di non degradare quello che,
non solo è stato studiato e pro-
dotto nelle molteplici progettazioni, ma anche
quello che una esperienza visiva delle
molteplici realizzazioni in questo campo, è
stato fatto in tutto il pianeta.-
===========================
Il punto cardine di partenza è vincolato
alle caratteristiche geologiche del sito.
La valutazione della deriva delle masse litologiche,
La valutazione se è possibile impiantare
una tensostruttura a doppio effetto
Cosa comportano, rispetto allambiente, l
impianto di inevitabili strutture di
adattamento ad un nuovo sistema viario;
Calcolare le strutture dosabili dei cavi in trazione
onde minimizzare leffetto
di trascinamento , valutando che si tratta della
costruzione di un ponte avente lo
schema classico con impalcato appeso a funi portanti
dove lazione torsionale delle
masse componenti è enorme.-
Sembra che siano stati effettuati ( ma non si
hanno dati certi ! )dei calcoli
nella galleria del vento su modellini che però
non hanno retto, ma ammesso anche
essi abbiano retto, lestrapolazione
numerica attraverso algoritmi di simula-
zione di tempeste di vento nel tempo, porta a
delle incertezze , anche perché
algoritmi di generazione persistente, non tengono
conto dello spettro in qua-
dratura del vento.
Quindi nessuna simulazione può essere attendibile
Nellambito delle luci libere oltre i 2000m
non può esistere affidabilità
processuale di analisi accoppiata a qualsiasi
linea analitica progettuale, anche
perché verrebbe a trattarsi di una tenso
/struttura a doppio effetto che può rag-
giungere anche l80% delle costruzioni tradizionali.
Non escludiamo le analisi della progettazione
che è stata fatta e mutata
molte volte, ma quando si trattò di porre
i cavi dellelettrodotto, quasi nello stes-
so punto della progettazione del ponte, lo studio
si basò nel valutare direttamente
la sensibilità dei cavi a qualsiasi evento
che potesse influenzare la loro stabilità
nonché la durata nel tempo : gli ammarri
mobili costituiti da blocchi di 400 t di
cemento, il libero scorrimento dei cavi alla sommità
dei piloni ( posti su moving /
/ belt ) crearono uno stato ottimale; veniva creato
praticamente uno stato limite
nella funzionalità dato che il momento
applicato dipese dalla valutazione
del noto di rotazione .-
Il Rittmann in occasione di una escursione aerea
effettuata con laereo
privato del fu Ing. Signorelli di Catania, proprio
nellampia visione dallaltro dello
Stretto di Messina, ed alla esplicita domanda
per una eventuale costruzione di un
ponte, formulò quattro suoi punti di vista
:
1)considerata la linea geologica , espresse il
suo scetticismo nel suo realizzo
2)se mai ciò accadesse, esso sarebbe dovuto
nascere su basi oscillanti
3)le basi, su le bandi opposte, si sarebbero dovuto
impostare, daccordo con
le nostre vedute, su conformazione iperbolica
onde ridurre gli smorzamenti
strutturali e la rotazione delle masse
4)leventuale costruzione del ponte, per
ragioni del tutto funzionali avrebbe com-
portato la intera trasformazione di tutto un piano
regolatore che avrebbe inte-
ressato la vasta zona che va dal paese di Ganzirri
alla salita di Calamona .-
Il Rittmann non condivideva lidea di distruggere
ciò che Iddio aveva creato.-
Concettualmente non si può fare astrazione
dallevolversi di eventi futuri che po-
trebbero portare a delle progettazioni rivoluzionarie
tali da condurre a delle solu-
zioni isteretiche su le due grandi basi di appoggio
terminali .
Spadaro dr. Letterio
NOTA :
chi ha redatto la superiore relazione in forma
del tutto schematica ha
conseguito la laurea in Scienze Techine
allUniversità Di Zurigo, con successici
studi particolareggiati in campo vulcanoligico
e sismologico .-
Oggi alla soglia degli anni 80 crede nellEssere,
negli studi scientifici e non
in un utopico Ponte che non ha alcun
senso nel suo realizzo sotto qual-
siasi aspetto lo si voglia considerare .-
P.S.
Riteniamo giusto fare cenno al precario fenomeno
dei megablob , cioè in
termini semplici, a quegli enormi goccioloni magmatici
che in comparazione alle
unità fisiche portano alla definizione
di 10 elevato alla 6ª potenza dellunità
fonda-
mentale della fisica stessa .- ( parliamo della
loro massa !)
Nella parte inferiore della litosfera, quindi
nella parte bassa del mantello, vi si
trova questa enorme massa magmatica che in se
stessa si differenzia per densità e
temperatura con la litosfera , proprio i megablob,
che hanno il potere di fare traslare
in modo del tutto fortuito le masse solide soprastanti
tali da creare una continua e
precaria stabilità tettonica.-
Vengono a crearsi nuovi vuoti e delle sacche che
a loro volta inglobano nuo-
ve masse.- Per valutare detto fenomeno ci si è
valsi della termografia che ha dato del-
le note mai precedentemente conosciute. - Ci si
può avvicinare a concetti più radicati
accorpati alla teoria della deriva dei continenti
avanzata da A. Wegener nel 1912,
teoria che possiamo considerare a base dellattuale
tettonica.-
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