segnali dalle città invisibili
  Giro96 14 settembre
Discorso di don Ciotti e Gino Strada alla marcia della giustizia di Quarrata

Il 14 settembre, alla marcia della giustizia di Quarrata, organizzata dalla
Rete Radiè Resch e da Libera, c'erano dodicimila persone. Hanno parlato Alex
Zanotelli, Gianni Minà, Gino Strada, Giancarlo Caselli, Gherardo Colombo,
don Luigi Ciotti. Questa la trascrizione dei discorsi di don Ciotti e Strada

DON CIOTTI
L'essere qui questa sera in questa piazza non è una cosa bella, anche se
importante e necessaria, perché la legalità, la pace, la giustizia, i
diritti, non dovrebbero essere obiettivo da inseguire, ma la precondizione
perché in un paese ci sia la libertà, la partecipazione, la democrazia. E in
questo senso è importante esserci, è importante camminare insieme, nella
lucidità che il fatto che dobbiamo farlo è un segno inquietante! Ma a Roma
mi sono permesso di dire agli amici dei girotondi, a tanti movimenti e
associazioni presenti, con rispetto e con forza, che il nostro obiettivo non
può essere, per piacere, la legalità, perché c'è il rischio che ci riempiamo
la bocca tutti sulla legalità. Dobbiamo andare oltre la legalità e non
dimenticare, e non stancarci di ripeterlo, che la legalità e la solidarietà
sono gli strumenti per costruire la giustizia: il nostro obiettivo deve
essere la giustizia! Incominciando dalla giustizia sociale. Certo vuole dire
rispetto delle regole, la legalità, vuole dire una barriera per garantire i
deboli dai forti, vuole dire prendere coscienza che la legalità incomincia
dentro di noi, dalle azioni minori, dal nostro rispetto e dal nostro
impegno. Vuol dire mettere sempre al centro la persona. Vuol dire partire
sempre dai bisogni naturali e fondamentali della persona, ma voi sapete, me
lo insegnate, che i bisogni delle persone sono i diritti, e che i diritti
chiedono i servizi, gli spazi, le opportunità, chiedono la giustizia
sociale. Ecco, allora dicevo, qualche ora fa, che nessuno vuole dimenticare
i nostri doveri, le nostre responsabilità, ma anche i diritti, i diritti di
tutti, di tutti. I diritti sociali, i diritti civili di tutti, non solo di
"qualcuno". Allora voi capite che ancora una volta dobbiamo dircelo con
forza che non si costruisce giustizia senza ricerca della verità, e a volte
le verità sono difficili, sono scomode, sono ingombranti. E la prima verità
da spiegare a qualcuno è che la povertà non è una condizione naturale, non è
un fatto biologico, ma è sempre il frutto di ingiustizie. Non si costruisce
giustizia senza ricerca della verità, verità, e anche qui dobbiamo dirlo,
senza fare sconti proprio a nessuno. Allora non è un problema solo di
oggi... Molte falle le hanno aperte quelle forze che hanno parlato,
masticato, nell'arco di questi anni, sui problemi sociali. Alcune
responsabilità vengono da lontano, ma oggi più che mai alcuni provvedimenti
legislativi già approvati, alcuni progetti di legge presentati o
pronunciati, sono a garanzia dei forti e non rispettano il principio e il
valore dell'uguaglianza. E voi sapete cosa voglio dire, perché le rogatorie
hanno salvaguardato innanzitutto quella legge dei forti...Il falso in
bilancio impunito garantisce innanzitutto dei forti, i capitali accumulati
in modo illegale e illecito all'estero che possono entrare in Italia con
estrema facilità e in modo anonimo garantiscono i forti e i criminali, ma il
fatto grave che mi fa soffrire è che mentre i forti si garantiscono, i
deboli pagano il prezzo dei ritardi, dell'indifferenza, della burocrazia del
mercato. Io questa mattina ero davanti al carcere di Regina Coeli e la
protesta delle persone detenute è un grido che dobbiamo fare nostro, i
problemi delle carceri riguardano tutti. Il disagio colpisce colpevoli e
innocenti, detenuti e operatori, senza differenza e senza riguardi per
alcuno. Allora per tutti dovrebbe risultare necessario, razionale e umano,
cercare di trovare strade nuove, tra l'altro già indicate, mitigare le
sofferenze, riportare vita e speranza a quelli dietro le sbarre. E mentre i
forti si autoassolvono, tanti poveri cristi stanno nelle galere. Tutti, a
parole, hanno dichiarato, nell'arco di questi anni, il carcere come "estrema
ratio"...a parole tutti sono d'accordo, e poi? Se andiamo a fare la
fotografia di chi è presente nelle carceri, senza mai giustificare, senza
mai prendere le scorciatoie, la giustizia deve avere percorsi veloci... dei
paletti bisogna pure metterceli nella nostra società...ma quanti altri
percorsi, opportunità, spazi si potrebbero dare alle persone! Quando si vede
che il 36% di chi è dentro oggi sono immigrati, un'altra grande percentuale
sono giovani legati al problema della droga, dentro solo per gravi reati c'è
il 15%! Allora bisogna trovare le strade diverse per offrire delle
opportunità. L'Italia è il primo paese in Europa per recidiva: si entra, si
esce, si entra, si esce... Dobbiamo trovare il modo di investire in momenti
e mezzi per rompere questi cerchi, ma in questo anno abbiamo visto una
velocità impressionante nel fare delle leggi che garantiscono i forti...Un
altro grido da fare nostro, e vi prego: da fare nostro! Da non
sottovalutare, è la riforma della giustizia minorile annunciata. Un ministro
ha detto: "Non sono più i ragazzi della Via Pal e quindi c'è bisogno della
linea dura nel paese!" L'ha detto lui, eh! Ora, è una linea che indigna, con
un clima più portato alla punizione che al recupero. C'è il rischio di
trasformare le questioni sociali che stanno dietro sempre alla storia di
tutte le persone, che sono alla base di tutte le emarginazioni e le
esclusioni, c'è il rischi di trasformare le questioni sociali in problemi
penali. E' questo che sta avvenendo. E voi mi insegnate, anche qui senza
prendere scorciatoie, ma è importante mettere occhio, testa, che
nell'affrontare i problemi di chi compie reati non si può non tener conto
dei mondi che li hanno generati, accolti, utilizzati, a volte anche
sfruttati. Non si può non investire gli strumenti, le risorse, i mezzi
prima, prima!!! Un detenuto in carcere costa, vado ancora in lire, 400mila
lire al giorno, 12 milioni al mese, traduceteli in euro, tanto non
cambia...ma conviene anche al nostro paese, anche dal punto di vista della
convenienza di mercato- che è sulla bocca di
tutti!- investire parte di questo denaro per offrire un'opportunità diversa
alla persona, ma questo non si fa, nonostante l'offerta che molte realtà
impegnate nel sociale hanno fatto nel voler costruire questi percorsi di
collaborazione. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione, lo diceva già Giancarlo
(Caselli) e lo riprendo anch'io, mi permetto di riprenderlo. Per dire che
non sappiamo cosa farcene, per piacere, delle "città sicure"! Io non so che
cosa farmene! Questo non vuole assolutamente dire che il diritto alla
sicurezza che i cittadini hanno non è un diritto sacrosanto e il nostro
dovere è quello di lavorare concretamente per creare le condizioni per gli
anziani, per le famiglie, c'è bisogno di questo rispetto, di questa
attenzione. Ma noi abbiamo bisogno soprattutto di città vivibili, e il grado
di vivibilità di una città non lo si misura solo dall'aria pulita, dal
traffico o dal verde, pur importanti, ma dalla capacità di recuperare le
relazioni umane e le relazioni sociali. C'è un altro grido, e vi porto il
dato ufficiale, non è mio, e i numeri sono volti, sono storie, sono sogni
infranti, dobbiamo recuperare questo faccia a faccia cominciando dalle
nostre realtà. E c'è un grido, quel numero che ci viene dato ufficiale, di
16mila tra ragazzi e adolescenti arrivati nel nostro paese con questo
traffico di minori. In Italia, nel nostro paese...dobbiamo pure interrogarci
e cogliere questo grido! Come il grido della prostituzione, dello
sfruttamento di migliaia di ragazze, certo, c'è un'offerta, ma l'offerta è
proporzionata alla domanda...E non vuole essere un giudizio su nessuno, ma
certamente prendere coscienza delle fragilità e delle responsabilità che
tutti abbiamo. E c'è un altro grido che giunge dal mondo delle dipendenze,
ho detto delle dipendenze, non solo la tossicodipendenza, e alcuni
provvedimenti che sono stati presi- anche qui si è tornati indietro di venti
anni- è facile, sapete, liquidare il problema, pensare solo che c'è una
strada, no: dobbiamo avere la forza di non avere nessuno di noi la
presunzione di avere le formulette e le ricette in tasca. Io dopo
trentasette anni, ogni mattina mi alzo con interrogativi continui, e sono
preoccupato, nel mondo della droga, di chi ha capito tutto! Ma proprio
tutto!! Una cosa è certa: che la vera politica è quella dei quattro
pilastri, e non come ci è stato annunciato da questo governo- ma guardate
non è un'accusa a nessuno, diventi riflessione per tutti- dei tre pilastri,
e io mi sono permesso di dire che la casa, con tre pilastri, non sta in
piedi. Perché la politica dei quattro pilastri rispetto al problema delle
droghe, ieri come oggi, ci chiama con forza a mettere testa, lottare contro
il grande traffico, contro chi lo copre...trentasette paradisi fiscali nel
mondo!! Ma guarda a caso qualcuno di questi paradisi, dove si ricicla il
denaro del terrorismo, dei colletti bianchi, delle mafie, del mercato della
droga, sono paesi sotto il protettorato di quelle nazioni richiamate qui,
tra cui due in particolare, che stanno dichiarando la guerra, ma guarda
caso...La lotta al traffico, a chi ci sta dietro, a chi copre, la stima e il
sostegno alla magistratura, alle forze dell'ordine, certo, questo il primo
pilastro. Il secondo pilastro è dare opportunità a chi c'è dentro al
problema, non c'è una strada, non c'è una soluzione, non è che una proposta
è in contrapposizione con l'altra, bisogna farle bene, seriamente, il
pubblico e il privato, insieme. E il terzo pilastro è certamente la
prevenzione, i percorsi educativi, l'informazione, ma il quarto pilastro che
hanno cancellato, è tentare anche quelle strade per chi ha rotto i rapporti
con le comunità, con i servizi, con chi non ce l'ha fatta, con chi oggi si
sta sbattendo sulle strade. Il nostro dovere è creare anche servizi di bassa
soglia, forme di presenze che non escludono nessuno, che non escludono
nessuno! Ma soprattutto non possiamo e non dobbiamo dimenticare che tutti
quei giovani morti di droga- a Torino nel mese di agosto 10- oltre 19mila in
Italia in questi anni morti di overdose, io non mi stanco mai di ripeterlo,
anche con fatica e con sofferenza, ma anche con quella voglia di mordere di
più insieme, nel dirci SONO TUTTI MORTI DI STRAGI DI MAFIA, perchè quel
mercato, in ultima analisi, E' UN MERCATO DI MAFIA! E oggi sulla piazza di
Roma mi sono permesso di dire che dobbiamo credere nei giovani, ma crederci!
Vuol dire scommetterci sui giovani, vuol dire creare le condizioni perché
nella loro libertà, nella loro fantasia siano protagonisti, e non che sia
sempre un mondo di adulti che fa e smonta. Dobbiamo cercarci e non
aspettarci, progettare e costruire insieme, se i giovani trovano queste
condizioni sono meravigliosi. Arrivando sulla piazza di Roma ho letto uno
striscione, grande, con tanti amici molto colorati che lo portavano, con
degli stupendi sorrisi, che non sembrano quell'altro là forzato... uno
striscione con scritto, attenzione, con scritto: "Volevano braccia, sono
arrivate persone". E oggi a Roma, come questa sera qui, io a Roma ho visto
tanti, tanti amici immigrati, e mi sono permesso come ero capace, di dire a
tutti loro grazie di esserci, se qualcuno su questa piazza è immigrato,
grazie di esserci, grazie! E per tutti gli amici arrivati da altri paesi
molti di noi che sono qui, vediamo, tocchiamo con mano, quanto grande è la
vostra fatica, e noi non vi lasceremo soli, e questo deve essere l'impegno
di tutti, non lasciarli soli, io sono di razza Piave, sono nato a Pieve di
Cadore, in provincia di Belluno, e non mi riconosco nel sindaco di Treviso.
Il 15 marzo di quest'anno, in una baracca alla periferia di Genova, è morto
bruciato vivo un bambino, un ragazzino, un ragazzo rom, che frequentava con
grande profitto la scuola media del quartiere. Gli piaceva andare a
scuola...bruciato vivo in una baracca. Faceva freddo, la baracca ha preso
fuoco. Al suo funerale è arrivata la professoressa di lettere, ci ha portato
il suo tema che il ragazzo aveva scritto quella mattina a scuola. Il suo
testamento. Io non mi stanco di gridare ovunque, da quel 15 di marzo, perchè
sapete cosa aveva scritto in quel tema? Aveva scritto: " Il mio sogno è
diventare cittadino italiano". Non è possibile che in quel canale d'Otranto
sono state trovate, in questi anni, i corpi di oltre 700 persone annegate
per raggiungere la terra promessa, non è possibile che per raggiungere la
dignità di un futuro, la speranza, e penso ai sei ragazzi curdi morti su
quel camion, trovati su quella piazzola dell'autostrada, trentanove morti
soffocati nei camion trovati in Italia in questi anni, non è possibile
questo, che l'Europa diventi sempre più una fortezza, ma la finanza, i
mercati, la merce possono entrare e uscire, gli uomini no. Questo non è
giusto. E allora vi confesso la mia fatica per un orizzonte culturale
astuto, furbo, che ci sta fregando tutti, tutti. Che passa in pillole tutti
i giorni, attraverso le reti televisive, forme di pubblicità, messaggi,
anche qui non mi piace generalizzare, e non voglio dimenticare di dire a me
e a voi, che dobbiamo essere capaci di cogliere sempre il positivo che c'è
innanzitutto in tutte le realtà, di indicarlo ai nostri ragazzi, il positivo
è un dato educativo, e di cose positive, belle importanti, ce ne sono,
aiutiamo i nostri ragazzi, i nostri bambini, aiutiamoci a cogliere il
positivo che c'è in tutte le condizioni, in tutti i contesti. Ma poi dopo la
chiarezza, e in questa chiarezza c'è un orizzonte culturale che penetra, che
quello che conta è l'immagine, l'apparire, il potere, la ricchezza, la
forza, il possesso. E di fronte a questo orizzonte culturale dobbiamo avere
insieme di più la forza di avere il coraggio di essere persone inadeguate,
non possiamo riconoscerci in quell'orizzonte culturale, dobbiamo essere
capaci di prendere le distanze. A volte mi dicono...non è compito dei preti
tutto questo. Ieri mi hanno avvertito che era bene che non salissi sul palco
di Roma a parlare, perché...ci potrebbero essere delle conseguenze...mi
dicono a volte che noi preti parliamo troppo, e ce lo diceva l'altra sera
proprio a Trento Alex, eravamo insieme, ma io con lui credo faticosamente
che di fronte a tanta ingiustizia non si può tacere, non parliamo troppo:
ABBIAMO PARLATO TROPPO POCO DI QUESTI PROBLEMI! Ed è compito di tutti, è
compito di tutti, e non a caso nel Vangelo, lasciatemelo citare, per me è
stupendo, che quel furbacchione del Padreterno che ci vuole un bene
dell'anima, e che è rispettoso di tutti, ha parlato di fame e sete di
giustizia, la giustizia è compito, è impegno di tutti, E DI FRONTE ALLE
INGIUSTIZIE NON POSSIAMO TACERE! E per quello che mi riguarda vorrei
continuare a dare una mano a Dio e a tanti amici a saldare sempre la Terra
con il Cielo, allora la libertà di tutti si gioca sul terreno dei diritti e
della giustizia di tutti. E lo dicevo oggi sulla piazza di Roma, con umiltà
e con forza, però c'è bisogno anche da parte nostra di coerenza, di
credibilità, di collaborazione e soprattutto di continuità. Perchè tanti
signori che oggi parlano di giustizia e di legalità io non li ho visti
sulle piazze in questi anni a difendere tutti questi contenuti, non li ho
visti impegnati per la legalità contro la corruzione che cresceva e contro
la mafia: ci hanno lasciato soli! Ben venga questo risveglio, ma ha bisogno
di coerenza, di credibilità e di continuità! E dobbiamo andare oltre gli
eventi, non fermiamoci agli eventi, dobbiamo andare oltre. Vorrei terminare
come ho terminato sulla piazza di Roma, guardate, lo dico con estrema
libertà ed estrema serenità, noi di "Libera" non abbiamo mai fatto sconti a
nessuno e mai li faremo, c'è una libertà qui dentro (nel cuore)
sapete...disposti a collaborare con le varie forze politiche e a
riconoscerle se c'è una coerenza su quei temi e su quegli obiettivi, come
abbiamo detto buongiorno e buonasera quando non ci siamo ritrovati né negli
obiettivi né nei contenuti, la libertà, la libertà che è fondamentale. Ma in
questo senso mi permetto di dire che il legittimo sospetto, disegno di legge
Cirami, è servito in passato per assolvere e ritardare e rinquinare dei
processi, e per quello che riguarda "Libera", che oggi raccoglie in Italia
1054 associazioni piccole e grandi impegnate nel contrasto alla criminalità
e alla mafia, al mondo dell'illegalità, noi non possiamo dimenticare il
processo Notarbartolo, la strage di Portella delle Ginestre, la strage di
Ciaculli, la guerra di mafia di Corleone negli anni '60 e '70, un lungo
elenco di fatti che il legittimo sospetto ha portato a trasferire i processi
da altre parti, con quei risultati che ben potete pensare. Allora dobbiamo
evitare che la storia si ripeta. Io ho consegnato oggi a nome dei ragazzi
che stanno lavorando in cooperative in Sicilia tre mazzetti di spighe di
grano, uno a Cofferati, uno a Nando Dalla Chiesa e uno a Rita Borsellino e
vi spiego perchè. Per questa ragione. Perchè nel 1947, a Corleone, fu
ucciso, è l'anno della strage di Portella delle Ginestre, fu ucciso il
segretario della Camera del lavoro, perchè voleva che quei latifondi
diventassero patrimonio della gente, voleva creare delle cooperative. La
mafia, con dei notabili, non voleva questo, ha fatto la strage di Portella,
ha ucciso il segretario della Camera del lavoro Placido Rizzotto di
Corleone. E poi non trovavano il corpo di Placido Rizzotto, sparito,
l'avevano fatto sparire il suo corpo. Arrivò un giovane capitano dei
carabinieri ad indagare, a scoprire la verità: Carlo Alberto Dalla Chiesa,
lo ammazzeranno anni dopo. E a prendere il posto di Placido Rizzotto arrivò
un altro giovane segretario della Camera del lavoro, Pio La Torre, lo
ammazzeranno anni dopo. Oggi la giustizia vince: dopo cinquantacinque anni,
con l'impegno di tantissime persone, anche di voi qui presenti, raccogliendo
nel '95 quel milione di firme, perchè ci sia una legge per confiscare i beni
mafiosi, per restituirli alla collettività, anche se oggi qualcuno vorrebbe
cancellare quella legge e ha già proposto di vendere questi beni- che vuol
dire poi restituirli ai mafiosi in un altro modo, ebbene, dopo
cinquantacinque anni la giustizia ha vinto... (il discorso continua ancora
per qualche minuto, ma la registrazione si è
interrotta.)


GINO STRADA

Mi spiace di non essere capace di parlarvi d'altro, se non di questa cosa
che io considero la più grande oscenità che l'umanità ha inventato cioè la
guerra. Ma è una realtà che come dire ormai mi è dentro, ormai ci vivo da
15 anni e vi voglio dire alcune cose sulla nuova guerra che è già
incominciata. Una guerra che è già incominciata e basta aprire i giornali
per capirlo. Colin Powell ha scritto che l'informazione è un'arma,
quest'arma la stanno già usando. I giornali di questi giorni sono pieni di
violenza, sono pieni di incitamento alla guerra, sono pieni di tentativi per
giustificare la guerra. Qualche irresponsabile che di mestiere almeno per
ora fa il presidente del consiglio ha detto: "ci difenderemo". Ma chi ci
vuole attaccare? Qualche altro e molto meglio irresponsabile dichiara:
"questa crisi deve essere gestita dall'ONU.". Ma quale crisi? Qui non c'è
nessuno che vuole attaccare e non c'è nessuna crisi, o meglio siamo tutti in
una grande crisi e nessuno vuole dire la verità, cioè nessuno vuole dire
oggi ai cittadini che noi siamo forse a qualche mese da un possibile
conflitto che ci può portare alla terza guerra mondiale. E nessuno osa
ancora pensarci e nessuno osa porsi la domanda di fondo: come ci fermeremo?.
Questo è il problema. Allora bisogna dire che la mia opinione è molto
semplice: io non credo che ci sia in atto nessuna guerra contro il
terrorismo, e mi spiego. Credo che l'attentato al Wolrd Trade Center dell'11
settembre sia stato un terribile atto di terrorismo internazionale , credo
anche che i bombardamenti dei B52 sui villaggi afgani sono stati un atto di
terrorismo internazionale, credo anche che quello che ha sofferto il popolo
iracheno di 10 anni d'embargo sia stato un atto ancora una volta di
terrorismo internazionale. Credo che se prendiamo in mano il mappamondo e
contiamo quanti popoli hanno vissuto e stanno vivendo il loro terrorismo,
quello che qualcun altro usa nei loro confronti, non c'è soltanto l'immagine
delle torri che crollano, voglio dire che per molti dei popoli del mondo è
11 settembre tutto l'anno da decenni. Da decenni. Senza nulla togliere alla
tragicità dell' 11 settembre. Ma io sono stufo di trovarmi in paesi in
guerra e di sentire la retorica di chi continua a pensare che quelle 3000
vittime sono 3000 vittime di serie A mentre gli altri si possono massacrare
a milioni. E sono stufo di sentirmi dire che quella è la grande democrazia.
Allora domani qualcuno scriverà che io sono pazzo, ma io non ho visto i
talebani fare ai prigionieri quello che ho visto fare alle forze di
liberazione. Così dette di liberazione. Allora questo ci riporta ad un
problema di fondo che è quello del rapporto tra gli uomini. (Si sente da una
voce in lontananza)..."Guantanamo...Guantanamo..."-
Esattamente Guantanamo, non solo Guantanamo. Emergency può visitare oggi
tutti i prigionieri in Afghanistan, tutti. Così come poteva visitare tutti i
prigionieri quando c'erano i Mujaidin e i Talebani. Da una parte e
dall'altra. Gli unici a cui non abbiamo accesso sono quelli detenuti dai
militari americani. Allora:"Gino Strada soffre di antiamericanismo" ha detto
qualche leader ahimè di un qualche partito non esattamente di destra. Non è
Gino Strada. La corte internazionale ha condannato un paese per terrorismo
internazionale per i bombardamenti sulle comuni agricole del Nicaragua, e
quel paese sono gli Stati Uniti d'America. Bush ha detto l'altro giorno
all'ONU: " Cosa stiamo aspettando,che Saddam usi l'atomica?" Fortunatamente
l'atomica è stata usata una volta sola nella storia sui civili. Non l'ha
usata Saddam. Allora non si tratta di essere antiamericano, ma si tratta di
smetterla di dire bugie. Perchè oggi gli Stati Uniti sono il capofila del
terrorismo internazionale. E questo lo si sa da decenni perchè tutte le
dittature in America Latina chi le ha messe in piedi? E allora io sono un
non violento e quindi sono contro il terrorismo di Osama, ma sono contro il
terrorismo di Osama come sono contro il terrorismo di George Bush. E non ci
può essere sconto per nessuno su questo. Allora io penso che gli stati
criminali sono altrettanto criminali e altrettanto terroristi dei gruppi
terroristici o degli individui che si dedicano al terrorismo. Credo che sia
impensabile e vergognoso che oggi si voglia proporre e far passare dal punto
di vista mediatico la necessità della guerra, dicendo che l'Iraq non ha
rispettato ben 16 risoluzioni dell'ONU. Ma quante ne ha rispettate Israele
nell'occupare i territori palestinesi? Io mi sono fatta questa convinzione,
che il terrorismo non sia altro che la forma moderna della guerra, cioè
quella forma moderna della guerra che la fa sempre pagare alla povera gente
cha ammazza sempre il 90% dei civili non in guerra. Sarà così anche in Iraq.
Sarà così. Non so se questa guerra si potrà fermare, sinceramente non lo so.
Adesso incomincerà la manfrina: verrà inviato qualcuno dall'ONU, tornerà,
riferirà, qualcuno giudicherà non abbastanza, giudicherà inaccettabile, si
andrà alla guerra. E questo ci pone un problema serio: che cosa fare? Non
abbiamo ovviamente la forza di fermare questa guerra. Ci siamo posti questo
problema come Emergency, ci siamo dati due risposte. La prima è quella che
il nostro dovere è di andare al più presto e rinforzare i nostri interventi
umanitari in Iraq, ed essere pronti ad aiutare le vittime di questa nuova
guerra, perchè ci saranno. La seconda è che non possiamo più stare zitti
però, e non possiamo permettere che l'Italia entri per la terza volta in
guerra in meno di un decennio. E questa è la ragione per cui sono qui,
perchè credo che la guerra sia profondamente legata alla giustizia ed al
rispetto per esempio, della Costituzione Italiana. Due governi ci hanno
portati in guerra negli anni scorsi: due governi di segno politico opposto.
Questo è un problema grosso che abbiamo davanti, molto grosso. E su questo
io credo che non dobbiamo fare sconti a nessuno. Credo che la guerra si
debba rifiutare. Vedete, oggi se votasse il parlamento sulla guerra e non è
detto che lo faccia, non ci sarebbe più il 92% del parlamento a favore della
guerra, sarebbe molto meno. Quelli che oggi rifiutano la guerra però
scrivono documenti quantomeno ambigui:- La guerra infinita non è la risposta
al terrorismo-Come se chi sta facendo la guerra infinita non avesse nulla a
che fare con il terrorismo. Ha molto a che fare. Molto a che fare per molte
delle ragioni che diceva prima Alex, perchè i padri dei signori Bush e Osama
hanno fatto affari insieme fino all'altro ieri. E oggi gli affari vanno
male, si entra in rotta di collisione e si crea il nuovo mostro. Saddam
Hussein ha armi di distruzione di massa, perchè gli Stati Uniti non le
hanno? Saddam Hussein le usa contro popolazioni civili, ma cosa hanno detto
gli Stati Uniti quando i Kurdi furono gasati nel 1988? Non una parola,
perchè Saddam era con loro. Quelle armi glie le hanno date loro. E allora, e
chiudo, vi dico soltanto questo: Emergency ha lanciato un appello, che
l'Italia stia fuori dalla guerra. Crediamo che sia un obbiettivo
raggiungibile. Crediamo che la maggior parte degli italiani non voglia
andare in giro ad ammazzare altri esseri umani, e non voglia neanche
rischiare che siano i nostri ragazzi a soffrirne le conseguenze, perchè non
vogliamo entrare neanche noi nel ping pong dell'orrore tra un missile e
un'autobomba. Io credo che questo la maggior parte degli italiani non lo
voglia. Il problema è riuscire a fare in modo che si possano contare gli
italiani, che la gente che è contro la guerra possa contare davvero. Sulla
scelta della guerra io non sono disposto a dare nessuna delega a nessun
governo. Nessun governo. E allora la nostra proposta è molto semplice. E'
una sensazione che ho avuto anche oggi a Roma in questa grandissima piazza:
credo che ce la possiamo fare a imporre che l'Italia stia fuori dalla guerra
se riusciamo ad andarci a contare su questo tema: dobbiamo farlo. Se il
governo Berlusconi che per inciso parlando di giustizia, ieri ho sentito in
televisione nella sua vacanza americana dice dopo il discorso di Bush.:
"Adesso la palla è al consiglio superiore". Non ha detto il consiglio di
sicurezza, ha detto il consiglio superiore. Evidentemente ha qualche tarlo
che gli rode nella testa. La cosa mi ha stupito. Ecco, il problema davvero è
questo, io ho l'impressione che la politica di molti paesi, anche di molti
paesi che si definiscono democratici sia finita nelle mani di bande
criminali. Di vere e proprie bande criminali. Bisogna che i cittadini , e
questo non è un discorso nè di destra nè di sinistra , bisogna che i
cittadini cioè la società, bisogna che gli Italiani riprendano ad essere
cittadini italiani, non oggetti del consumo di Mediaset o di chiunque altro.
Per quanto ci riguarda noi siamo pronti e non appena ci saranno segnali che
l'Italia intende unirsi alla coalizione militare che entrerà in guerra, in
una guerra spaventosa, e dall'esito molto incerto, e dall'esito
potenzialmente catastrofico, non appena ci saranno questi segnali Emergency
invierà manifestazioni contro la guerra in tutta Italia . Crediamo che ci
saranno milioni di persone. Dobbiamo stare insieme. Dobbiamo chiedere ai
cittadini di scendere in piazza senza portare bandiere di partito, portiamo
tanti straccetti bianchi di pace, imponiamo la civiltà in questo paese.
Grazie

Per aderire e dire no alla guerra: www.emergency.it


(trascrizioni a cura di Normanna Albertini)

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