Giro96
Zerobook
Un amico poeta
intervista a Giuseppe Ximenes
di Cesare Piccitto
Giuseppe
Ximenes nasce a Catania nel 1959. Dopo la maturità
intensifica il suo impegno letterario. Affronta
molteplici tematiche nelle sua poetica, caratterizzata
principalmente da una precisa e evoluta produzione
da cui è scaturita la raccolta inedita
dal titolo: Il volto del presente .
Ximenes vive da sempre a Palagonia in provincia
di Catania. Ultimamente il periodico Sotto
il vulcano gli ha dedicato uno spazio della
sezione cultura.
Da diversi anni conosco Pippo ma
non avevo mai saputo della sua dedizione e passione
per la poesia. Da questo mio personale stupore
nasce questo breve ed essenziale articolo-intervista.
Il tutto si è svolto qualche sera fa nella
sua terrazza davanti a un buon bicchiere di vino.
Come e quando è nata la voglia dentro
di te di far poesia?
In età adolescenziale, quando praticamente
si comincia a conoscere e ad aver paura del mondo,
quando si percepiscono fino in fondo le delusioni
e le gioie. Da un misto di paura e coraggio di
vivere che nascono le mie prime poesie.
Speravi di ottenere risultati
da questa tua produzione? Se si ne hai ottenuti?
Veramente ho cominciato a scrivere poesie perché
avevo una voglia praticamente naturale di farlo
non pensando ad ottenere risultati. Verso i diciotto
anni partecipai e vinsi diversi concorsi di limitata
rilevanza ottenendo grande soddisfazione personale.
Tra le mie diverse poesie, ho concentrato la mia
produzione sulla raccolta il volto del presente.
Come ti arriva la cosiddetta
ispirazione?
Qualcosa che nasce dentro e che cerco, spesso
ostinatamente, di tradurre per farlo conoscere
agli altri, un bisogno primario di comunicare
stati danimo e sensazioni.
Come arrivi dallispirazione
alla poesia completa?
Inizialmente mi concentro su un idea centrale,
la materia prima, il tronco della poesia, come
un artigiano quindi. Poi con svariati lavori di
limatura anche per mesi, viene fuori quasi inaspettata
la poesia, mi sento più un artigiano che
un poeta insomma.
Qual è il linguaggio
che usi, ti ispiri a qualcuno in particolare?
Cerco di trovare un linguaggio mio. I modelli
sono tutti e nessuno riferendomi a tutti i poeti
italiani. Cerco di rendere letterario il linguaggio
comune. Perché penso che questo sia un
modo attraverso cui è possibile produrre
arte e non artificio.
Quali sono le tematiche ricorrenti
nelle tue poesie?
Le poesie della mia raccolta principale contengono
una certa continuità stilistica. Le tematiche
sono di tipo paesaggistico, vi sono anche degli
sguardi sensibili rivolti per lo più verso
il sociale evidenziando anche il forte degrado
che caratterizza i quartieri popolari.
Ultima cosa che ti chiedo è
quale tecnica usi nella tua scrittura?
Maggiormente lendecasillabo, perché
lo considero il più elegante tecnicamente
parlando, della poesia italiana in genere. Non
disdegno anche di usare rime, giochi e assonanze
con le parole.
Versi tratti dalla poesia
Figli fragili
I ragazzi che girano la notte
per quel dedalo di viuzze povere
Fra le gelide gambe sconosciute
di nere dee misere e perdute.
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