segnali dalle città invisibili
  Giro94 Cambiamenti climatici: chi semina vento...
Tempo globale, nuove devastazioni per il terzo millennio

Johannesburg 2002 - Dal 26 Agosto al 4 Settembre la capitale Sudafricana ospiterà il summit mondiale per lo sviluppo sostenibile, un appuntamento promosso dall’ONU ed a cui prenderanno parte migliaglia di delegati provenienti da ogni parte del mondo. Tutto nasce al primo vertice mondiale sullo Sviluppo Sostenibile svoltosi a Rio del '92 in occasione del ventesimo anniversario della prima conferenza internazionale sull’ambiente umano tenutasi a Stoccolma nel 1972.
Al meeting di Rio di dieci anni fa, ieri come oggi, presero parte politici, diplomatici, scienziati, giornalisti e rappresentanti delle organizzazioni non governative (Ong) in rappresentanza di 179 paesi, uniti dallo sforzo di conciliare l'impatto delle attività umane con la protezione dell'ambiente e per contrastare i cambiamenti climatici generati dall'emissione di gas serra nell'atmosfera. In quell’occasione venne firmata la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (Fccc) che sarebbe poi stata meglio dettagliata nel protocollo di Kyoto(Giappone, 1997) sottoscritto da centinaia di capi di Stato e di Governo presenti in quell’occasione.


La situazione ambientale mondiale

Acqua e igiene
1 miliardo di persone non dispone di acqua potabile, 2 miliardi non dispongono di servizi igienici adeguati, milioni di persone si ammalano e muoiono ogni anno per infezioni contratte da acqua inquinata

Energia
2 miliardi di persone non hanno accesso all'energia e sono quindi condannati inevitabilmente alla povertà. Il protocollo di Kyoto, avverte Kofi Annan, va fatificato al più presto.

Salute
1 miliardo di persone respira aria insalubre. Milioni di persone muoiono ogni anno per cause legate all'inquinamento atmosferico e, di queste, due terzi, in maggioranza donne e bambini, per l'inquinamento esistente all'interno delle case, causato dalla combustione di legno o di altri materiali.

Produttività agricola
La degradazione dei suoli affligge circa due terzi dei terreni agricoli, la produzione agricola mondiale decresce mentre le bocche da sfamare crescono. Si deve procedere verso l'uso sostenibile dei suoli, la crescita della produzione agricola, la protezione delle foreste e la lotta contro la desertificazione.

Biodiversità e gestione degli ecosistemi
La biodiversità sta diminuendo nel mondo. Metà delle foreste pluviali e delle foreste di mangrovie sono irrimediabilmente distrutte e con esse gli ecosistemi collegati, le specie marine sono in pericolo per una pesca che supera la capacità di sopravvivenza delle specie e il 70 per cento delle barriere coralline è stato danneggiato.


Una nuova fiera delle vanità?

Da quanto riportato sul sito ufficiale della manifestazione (http://www.johannesburgsummit.org/) il numero delle presenze previste in SudAfrica ha già abbondantemente sorpassato tutte le aspettative, alcuni giornali parlano di più di 65.000 delegati da tutto il mondo, un enorme calderone nel quale dovranno trovare soluzione gli enormi problemi che attualmente affliggono l’ecosistema mondiale.

La passerella è comunque garantita, il risultato un po’ meno viste la defezioni già annunciate e le presenze titubanti ed ancora incerte.

Gli ultimi maxi-incontri internazionali hanno gettato al vento milioni di Euro per soddisfare esigenze organizzative senza che si riuscise a raggiungere soluzione concrete che riuscissero a smuovere un “impasse” internazionale verso una globalizzazione dei diritti che ogni giorno di più si annuncia sempre più necessaria. Molti di noi avranno ancora l’amaro in bocca per le enormi risorse gettate al vento nell’ultimo vertice della Fao tenutosi a Roma pochi mesi fa o durante le tragiche giornate del G8 di Genova, appuntamenti in cui alle parole non sono mai seguiti fatti concreti

L’enorme numero di delegati che saranno presenti a johanesburg è un segno evidente che nessuno vuole mancare ad un appuntamento così importante, nemmeno le multinazionali, in Sud Africa si potrebbero tracciare nuove linee di sviluppo economico-ambientale a cui gli stati saranno successivamente chiamati ad adeguarsi.

il debutto sulla scena mondiale delle grandi multinazionali

I marchi che hanno segnato il decennio della globalizzazione infatti, sembrano decisi a scrollarsi di dosso il ruolo dei cattivi per scendere in campo attivamente nella difesa dell'ambiente. C'è da fidarsi? Secondo l'associazione Corporate Watch ( www.corporate watch.org), che da anni controlla i misfatti delle multinazionali, no.

Auguriamoci che le parole non rimangano solo parole

 

Il Progetto
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