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ACQUA IN BOCCA!

di Redazione Punto G
Le soluzioni del governo Berlusconi ai fastidiosissimi problemi idrici siciliani

Cari siciliani, io, Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio, Premier di Tutto Quanto, Uomo più ricco d'Italia nonché Genero del Primo Ballerino della Scala di Milano, vi scrivo per comunicarvi che il Governo da come comand... guidato ha preso seriamente in considerazione il vostro problemino, diciamo così. Cioè la crisi idrica.

Il primo interpellato è stato Previti. La sua soluzione prevedeva un sistema di scatole cinesi e vasi comunicanti, una cosa molto complicata che non ce l'hanno nemmeno gli americani (gente a cui io telefono tutti i giorni, sono peggio della Doxa), tanto che Previti ci ha detto "Si bell'idea, però mi raccomando: acqua in bocca". Che non era una battuta, era proprio il metodo pensato da Previti. Voi siciliani siete famosi per tenera l’acqua in bocca. Uno di voi sarebbe andato al Nord e avrebbe preso dell'acqua, nascosta nella bocca, l'avrebbe poi portata fino a Roma dove un altro l'avrebbe tenuta in bocca fino alla Calabria così via tenendola sempre nascosta. Ma siccome l'intellettuale Marcello Veneziani era in ferie e nessuno sapeva com'è questo principio dei vasi comunicanti che prima o poi sarebbe servito (noi di principi non ci capiamo nulla!), ci siamo persi in un bicchiere d'acqua, e abbiamo scartato la soluzione di Previti.

Sono passato poi a Bossi. Non sembrava molto preoccupato: "I siciliani non hanno acqua? E allora?" è stata la sua prima risposta. Così la seconda, la terza, la quarta, la quinta, la sesta e così via (so continuare, giuro sulla testa dei miei figli che so continuare!).

Allora sono andato da Vito e Schifani. Solitamente lascio questi due bravi figlioli per i casi estremi, ma a mali estremi giustifica i mezzi (mi pare fosse così). Sono partiti a dirmi che la sinistra ha perso le elezioni e che la maggioranza degli italiani ci ha votato, tanto che mi stavano facendo impazzire e ho capito cosa provava Santoro.
Stavo per sfasciare una rogatoria in testa a Vito, quando ho capito che avevano il disco della Voce del Padrone inserito, l'ho tolto a entrambi e hanno iniziato a lavorare solo con il loro cervello. (Ne hanno uno in due.) Sono rimasti zitti. Ho rimesso il disco e sono andato via.

Sono andato da Gasparri. La sua soluzione era portare un iceberg enorme dal Nord e lasciarlo sotto il sole della Sicilia. Col caldo prima o poi si sarebbe sciolto e i siciliani avrebbero avuto la loro acqua. Non era una brutta idea. Poi il giorno dopo Maurizio mi ha chiamato molto spaventato e mi ha detto che aveva visto il film Titanic e che l'idea dell'iceberg era da scartare. E va bene.

Buttiglione mi ha subito detto "Ci penserà Dio". Ma lui intendeva seriamente. Ha subito scritto una lettera all’“Egregio Signor Dio” chiedendo acqua per i siciliani. Io gli ho spiegato che non funziona proprio così, ma lui la lettera l'ha spedita comunque assieme a quella per Babbo Natale, "Stiamo a vedere chi arriva prima", ha detto.
Buttiglione è molto ingenuo, io a Dio di solito gli telefono, o al massimo gli scrivo una e-mail, ma una lettera cartacea, con le nostre Poste, sai quanto ci mette?
No, no, nemmeno questa soluzione andava bene.

Ero veramente triste, anche se esibivo un sorriso che Pionati avrebbe dovuto allargare l'inquadratura per farcelo stare in tv. Avevo pensato a tutto, perfino a una danza della pioggia, avevo già pronte cinquemila veline danzanti per il concorso "Maglietta bagnata", quando è arrivato Pisanu con una sua idea. Pisanu è un bravo ragazzo. Però col cazzo che regalo voti a Pannella. Certo, è questione di vita o di morte, e iscrivendo tutti i siciliani al partito radicale come proponeva Pisanu forse avremmo risolto qualche problema idrico, però no, voti a Panella non ne regalo! (Nemmeno con i seggi vacanti!)

Alla fine mi sono arreso. Non nel senso letterale, figuriamoci (comunisti: tiè!), però ho deciso che voi siciliani state sempre a lamentarvi, ma la soluzione prima o poi, credetemi, arriverà: il ponte sullo Stretto di Messina vi salverà tutti, vedrete. Come? Oh, eddai, lasciate lavorare il Governo.

 

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