|
Giro93
Il Ponte di Messina:
dibattito
I signori del Ponte
Uno stato parallelo fondato
sul cemento
a cura della redazione di terrelibere
<www.terrelibere.it>
Chi vuole il Ponte sullo Stretto,
quali soggetti sociali ed economici hanno gestito
la fase della progettazione ed oggi si preparano
all'affare della costruzione ?
In quale contesto si inserisce la criminalità
organizzata ? Cosa caratterizza il tessuto socio-economico,
il sistema di potere e la vita civile dellArea
dello Stretto?
Ed ancora, il blocco sociale fondato sul cemento
del Ponte sarà il modello di "non-sviluppo"
dell'Italia del 2000 ? Coloro che hanno proclamato
la "convivenza con Cosa Nostra" stanno
costruendo l'ennesima alleanza strategica con
la mafia ?
***
Sì al ponte, no al Ponte.
Un dibattito che spesso assume i toni della contesa
ingegneristica, tralasciando domande chiave che
necessitano di risposte urgenti.
Organizzazioni criminali, grandi holding finanziarie,
società di costruzioni guardano con sempre
maggiore attenzione alla realizzazione del Ponte
sullo Stretto di Messina, e lattenzione
è aumentata da quando il duo Berlusconi
- Lunardi ha rilanciato lopera.
Domanda numero uno. Come si
stanno preparando i poteri forti di Calabria e
Sicilia al grande appuntamento del Ponte?
In realtà, il territorio è stato
preparato al Ponte da lunga data,
grazie ad un sistema di alleanze e meccanismi
sociali che coinvolge linformazione, leconomia,
pezzi della magistratura, lUniversità,
e che spesso non esclude la criminalità
organizzata così come le logge massoniche.
Un sistema integrato dello Stretto
esiste già, un insieme di poteri che non
lascia alcuno spazio allopposizione politica
come alle iniziative economiche autonome, allinformazione
democratica come alla cultura non allineata.
Questo sistema sociale integrato converge
da anni tutte le sue energie alla costruzione
del Ponte, per il salto di qualità che
porterebbe in termini di prestigio e potere, le
attenzioni internazionali, i flussi di denaro
immensi da spartire.
Domanda numero due. Potranno essere gli appalti
loccasione per un nuovo patto politico-economico-militare
tra le mafie e la borghesia locale e nazionale?
Due battute, inspiegabili nellItalia che
ancora commemora Falcone e crede in certi valori,
spiegabilissime ed inquietanti nel paese del cemento
selvaggio che partecipa commosso ai funerali di
Craxi.
Prima battuta, celeberrima, del ministro Lunardi:
mafia e cantieri ? Bisogna conviverci, ognuno
risolva il problema come crede, la mafia cè
sempre stata.
Seconda battuta, meno famosa ma altrettanto significativa,
nel corso di unintervista ai giornalisti
Rai di Sciuscià: lex
sen. Calarco, in qualità di responsabile
della società Stretto di Messina incaricata
di progettare il Ponte, nel rispondere sulla possibilità
dinfiltrazione criminale nella realizzazione
del Ponte arrivava a dichiarare: Se la mafia
fosse in grado di costruire il Ponte, benvenuta
la mafia.
Oltre le battute, decine di documenti ufficiali,
rapporti più o meno riservati,atti della
magistratura che documentano non solo il
rischio criminale ma anche il controllo
totale già in atto delle cosche sullo Stretto,
dai misteriosi traffici di armi fino al pizzo
sul traghettamento.
Non occorre pensare solo al cemento, al movimento
terra, alla fase puramente edilizia, ma anche
a tutto lindotto, ferrovie, strade, svincoli,
gigantesche aree di sosta, servizi di sicurezza
e protezione dei cantieri.
Domanda numero tre. Esistono alternative ?
Se larea dello Stretto non fosse dominata
da un solo gruppo editoriale, una fabbrica del
consenso tanto forte sul piano locale quanto ramificata
ed estesa in quello nazionale, si sarebbe probabilmente
avviato un proficuo dibattito su tutta una serie
di progetti, che avrebbero risposto positivamente
alla domanda di lavoro e di sviluppo del territorio.
Tra le tante alternative possibili, il rilancio
della cantieristica in sostegno al potenziamento
del traghettamento pubblico nello Stretto e la
realizzazione di collegamenti veloci con laeroporto
di Reggio Calabria e le isole minori dellarcipelago
eoliano; lattivazione di quei servizi pubblici
la cui inesistenza accentua il gap con le aree
urbane del Settentrione e ha drammatiche ricadute
in tema di vivibilità; il recupero del
patrimonio storico e artistico danneggiato dal
terremoto del 1908 e dallincuria di tutte
le amministrazioni locali post-ricostruzione;
il risanamento dei quartieri periferici dove imperano
le baracche e sono inesistenti spazi verdi e luoghi
di socializzazione; la manutenzione delle abitazioni
private e degli edifici pubblici del centro storico
le cui realizzazioni sono fatiscenti e ad alto
rischio di crollo; la riqualificazione del territorio
collinare devastato dallabusivismo edilizio
e dalla cementificazione dei torrenti, già
oggetto di disastrosi nubifragi;
La valorizzazione turistica del porto e la realizzazione
di parchi urbani per il recupero dellantico
sistema fortilizio; la valorizzazione di alcune
aree paesaggistiche straordinarie, oggi in stato
dabbandono (la zona falcata, Capo Peloro,
i monti Peloritani); limpegno sul fronte
delle nuove tecnologie ove può avere un
ruolo propulsivo lUniversità, caratterizzatasi
sino ad ora come soggetto distributore di reddito
ed appalti; linvestimento nellagricoltura
biologica e il rilancio delle produzioni tipiche
dellarea (agrumi, olio doliva, vigneti);
la valorizzazione dellartigianato locale
e il recupero delle antiche produzioni artistiche;
lo sfruttamento delle energie rinnovabili (proprio
lo Stretto ha un patrimonio energetico incommensurabile
si pensi allenergia eolica e alle
correnti marine).
Il finanziamento diretto e la facilitazione di
accesso al credito per tutto il terzo settore
in vista dellincentivazione delle imprese
sociali, dellassociazionismo e delle cooperative
giovanili (questultime finalmente libere
dalle relazioni clientelari e di sperimentazione
della flessibilità dorario e di salario
che le hanno caratterizzate sino ad oggi). Ecco
alcune delle alternative possibili, reali, credibili,
al modello obsoleto e insostenibile del Ponte
di Scilla e Cariddi.
Rispondere ai criteri di uneconomia autocentrata
che valorizzi le risorse locali e dia risposte
concrete ai bisogni della gente. Mettere innanzi
tutto i valori della difesa del patrimonio esistente
nellarea dello Stretto, contro speculazioni,
saccheggi, rapine dei Signori del Ponte. Pensare,
creare, sognare, organizzare, la Vita contro la
cultura della Morte, il ritorno alla relazione
ancestrale con il territorio e lambiente
contro il dominio mafioso dellacciaio e
del cemento.
Testo integrale: www.terrelibere.it/mafiaponte.htm
Speciale Terrelibere- No
al Ponte. Terrelibere dedica alla questione Ponte
uno speciale che in maniera documentata ed approfondita
prova ad affrontare il tema da più punti
di vista.
www.terrelibere.it/noponte/
|