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LA "PELLE" DEL ROCKER CATANESE

Intervista a Cesare Basile
di angelo luca pattavina foto di giacomo alessandro fangano


Nel 1987 ha messo su i Candida Lilith. Alla fine degli anni '80 fonda un nuovo gruppo i Quartered Shadows, con il quale va in Germania, e suona di spalla a gruppi come i Nirvana, Hole, e Primus. Come solista ha pubblicato tre album: "La Pelle", "Stereoscope" e "Closet Meraviglia", realizzato con John Bonnair dei Dead Can Dance e a cui hanno partecipato tra gli altri anche Hugo Race, Roy Paci e Massimo Volume

Dopo l'esibizione dell'anno scorso a Sonica, un altro palco di grande prestigio per te, quello del BaRock. Com'è suonare all'aperto? Oppure preferisci suonare in posti più piccoli, al chiuso.
Cesare Basile: Sono due cose diverse. Sono sempre convinto che la mia dimensione di concerto preferito è quella dei posti piccoli, dove le persone possono essere più coinvolte, anche fisicamente, dalla musica. Anche se devo dire che stasera qui al Tora Tora è stato bello, è stato divertente, anche perchè ho visto che comunque le persone sono orgogliose di vedere gli artisti delle loro parti raccontargli delle cose. Senza che però con questo voglia togliere qualcosa alla gente che viene da fuori. Io credo che ci sia bisogno di molta autostima in questo momento in Sicilia. E l'autostima è una cosa che sicuramente viene dai protagonisti, viene dal pubblico, ma dovrebbe venire soprattutto dai media, che per quel che mi riguarda sono abbastanza irrispettosi, se ne fottono, non danno spazio ai prodotti locali, e questo posso anche capirlo perchè rispondono a logiche di mercato diverse da quelle che sono proposte. Però obiettivamente io noto un fatto, e soprattutto vedendo ciò che accade dalle altre parti, vedi il lavoro che fa Radio Popolare a Milano ad esempio, certo non campa mica di aria ma è una radio che fa un certo tipo di lavoro, che dà spazio, che si muove, che propone, propone, propone. Qui da noi invece c'è un menefreghismo assoluto, è una cosa veramente agghiacciante.

Questo è quello che fanno i media. Ma voi artisti? Come vedi la scena musicale catanese?
Cesare Basile: Sono stato sempre un po' restio a fare un discorso di scena. Fondamentalmente non esiste. Ci sono un sacco di persone che suonano, ci sono delle idee, ci sono ragazzi che si spaccano il culo, che vanno a suonare per due lire, e non so se questa è una scena. Sicuramente è una realtà. E credo che siamo ancora allo stadio zero. Perchè si chiudono i locali in cui si suona, perchè la magistratura si accanisce contro i locali, perchè comunque se c'è una manifestazione come questa in cui si celebra finalmente l'apertura di questa cazzo di città al rock, alla musica giovane (anche se questa parola mi fa ridere), noi del resto siamo tutti un po' vecchi quelli che suoniamo, allora vuol dire che qualcosa si muove.

Oltre Catania, fuori dalla Sicilia, quanto è conosciuto e apprezzato Cesare Basile, e non so se questo si può dedurre solo da quanto vende. Qual'è la tua percezione della cosa?
Cesare Basile: L'ultimo disco (Closet Meraviglia) devo dire che ha venduto. Ma non è questo che mi dà il dato reale della situazione. Quello che mi ha impressionato è il quantitativo di persone che hanno scaricato questo disco, perchè sappiamo quanto sia difficile oggi comprare dischi, perchè costano tanto e tutto quello che vuoi, ma ho notato che il disco in rete è stato scaricato tantissimo. Io ho fatto una tourneè l'anno scorso con gli Afterhours, loro hanno un pubblico abbastanza integralista, per così dire, e la risposta anche nei miei confronti è stata abbastanza positiva. Io credo che ci siano molte persone che ascoltino Cesare Basile e credo che pochi hanno la possibilità di vederlo dal vivo, perchè comunque si suona poco in Italia.

Farai solo questa data del Tora Tora?
Cesare Basile: Sì farò solo questa data, poi farò delle date autunnali con gli Afterhours di nuovo in tourneè.

Ma visto il rapporto professionale e di stima reciproca che c'è con Manuel Agnelli che è il direttore artistico del festival, come mai tu farai solo questa data?
Cesare Basile: Guarda, non credo ci sia nessun tipo di motivazione strategica in tutto questo. Fondamentalmente questo è quello che ci è stato offerto e questo è quello che noi abbiamo fatto. Tra l'altro, quest'anno il Tora Tora sta affrontando diverse difficoltà, pur essendo una proposta interessante perchè sono direttamente i gruppi a gestire questo rapporto con il pubblico. Comunque, si stanno incontrando delle difficoltà, perchè i gruppi che devono suonare sono tanti per cui si fanno delle scelte e capisco anche che si ha l'esigenza di far girare dei nomi piuttosto che altri.

Parliamo della tua evoluzione musicale. Dai Candida Lilith a Closet Meraviglia. Un percorso, anche spaziale (Catania, Berlino per esempio), che mi dà l'impressione che tu stia parlando sempre di più dall'interno di te stesso. Dove stai andando?
Cesare Basile: Probabilmente forse ho deciso semplicemente di dire le cose che mi sembrano più importanti per me stesso. Voglio fare canzoni che soddisfino me prima ancora di soddisfare gli altri. Ciò non significa che non ho rispetto per chi mi ascolta, anzi, voglio raccontare cose mie perchè sono le cose che conosco meglio, è inutile raccontare alle persone di fantasmi che non mi appartengono, soprattutto di dare loro delle formulette per risolvergli i problemi lì sul momento quando ascoltano i miei dischi, o quando mi vengono a vedere in concerto. Alla fin fine racconto solo cose che conosco, non riuscirei a far altro. E credo che questa sia una cosa di cui anche il pubblico ha bisogno, la gente ha bisogno di sapere che chi sta suonando sia uno vero, anche se questa è una parola che non mi piace. Io non devo vendere niente, io ho talmente tanta merda mia che se la mettessi su un bel piatto non la comprerebbe nessuno.

Mi ricordo che nell'album "La pelle" c'era scritto Tanti anni nessuno da ringraziare. Oggi? E' cambiato qualcosa?
Cesare Basile: In quel momento quella frase aveva un senso speciale, tra l'altro è una citazione da un brano dei Quartered Shadows. Ringraziare è una cosa importante e credo che negli anni, soprattutto da queste parti, ringraziare abbia assunto un significato diverso, per me è un attestato di stima. Ringraziare non è qualcosa che fai perchè ti hanno fatto un favore, ma per stima ed oggi ho molte persone da ringraziare, in questo senso. La citazione di "La Pelle" è valida ancora oggi. Ma con questa accezione.

Una curiosità che mi porto dietro da anni. "La Pelle" è il titolo del tuo primo album da solista. Ma "La Pelle" è anche il titolo di un famoso libro di Curzio Malaparte. Un autore inquadrato fra gli intellettuali di destra. Il riferimento è preciso o è solo un caso?
Cesare Basile: Sì il riferimento è quello. Ma inquadrato in un'ottica ben precisa. Curzio Malaparte non è un autore di destra, ma semmai un autore fascista, coinvolto con il fascimo per tantissimo tempo ma che dal fascismo ha preso le distanze dal momento in cui, diciamo, quell'aspetto rivoluzionario che aveva intrigato tantissimi altri intellettuali come Pirandello o Quasimodo, è venuto a cadere. Malaparte ha scritto "La Pelle" che è forse uno dei pochissimi libri che riesce a raccontare la forza degli sconfitti. Malaparte dice: "L'uomo della vittoria è semplice da osannare, io voglio abbracciare lo sconfitto, lo sconfitto come Cristo", in questo senso non so se questo sia un concetto di destra o di sinistra, non voglio farne una questione politica. Malaparte era uno scrittore dalla sensibilità acuta che riusciva a capire che il dramma degli uomini viene fuori nella sconfitta. C'è una scena bellissima nel libro quando vengono imbarcate le bare dei soldati americani sulle navi che li riportano a casa e lui pensa a tutti i morti che da protagonista aveva visto, quindi tutti, i morti fascisti, i morti partigiani, i morti che da lontano venivano qua a morire, e lui dice che solo così riesce a capire la morte di Cristo, per cui, sai, a quel punto parlare di ideologia è inutile. La sconfitta santifica tutti.

Che rapporto hai con le tue vecchie canzoni?
Cesare Basile: Ho un buon rapporto. Continuo a farle nei concerti, "Un uomo in transito" per esempio.

Quando ti rivedremo a Catania?
Cesare Basile: (ridendo) Domani al bar magari... O al chiosco. Mi piacciono i chioschi, la birra costa meno...

 

 

 

 

 

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