segnali dalle città invisibili
  Giro93 Segnali di fumo
Segnali di fumo, 28 giugno 2002
di pina la villa

Analisi politiche di fine giugno alla fermata dell'autobus

Alla fermata dell'autobus di Via Vittorio Emanuele attendo in compagnia di un anziano signore con la borsa della spesa. E' magro, pelle scurita dal sole, camicia e pantaloni chiari. Una signora si mette dietro di lui per avere un po’ d'ombra e lo avverte educatamente, anche per evitare che gesticolando lui le dia qualche spintone. Comincia lamentandosi dei lavori in piazza Duomo e degli autobus che non passano, continua raccontandomi che lui, che è nato lì vicino, ha visto sempre lavori, "'o ddomu" (piazza Duomo): "a vasca è granni, facemula cchiò nica…dici ca i spazzini non putevunu puliziari…u pavimentu fu fattu mali, facemulu n'autra vota…"(la piazza è grande, facciamola più piccola…pare che gli spazzini non potessero pulirla…la pavimentazione fu fatta male, facciamola di nuovo…). Lo fanno per complicare la vita alle persone, un piacere perverso. Siccome per due volte mi ha detto che lui è nato vicino la piazza gli chiedo dove abita adesso, e risponde sconsolato che abita a Gravina, o Fasano, non ricordo bene, comunque uno dei paesi sorti come tanti dormitori sopra Catania. Allarga le braccia e mostra la spesa: la vita è dura per chi abita da quelle parti. Per fare la spesa devono scendere in città, al mercato della pescheria o a quello nei pressi di piazza Stesicoro e i trasporti sono quello che sono, e anche se uno ha un mezzo proprio, dove parcheggia? Occorre scendere per la spesa perché lì i prezzi sono tutti più alti, ne approfittano, tanto pensano: chi scinnunu p'un chilu di cirasi? e allura cca un chilu ri cirasi costa n'euru, iddi cc'abbiunu quattru euru.".(Che, scendono per un chilo di ciliegie? e allora qui (al mercato) un chilo di ciliegie costa un euro, loro gli caricano quattro euro).
Sta ancora raccontando, facendo i calcoli della spesa e i sacrifici di scendere in città, quando arriva l'autobus, saliamo e ci perdiamo di vista nella confusione accaldata.

Stanno facendo lavori in Via Etnea e l'autobus invece di proseguire dritto per tutte le fermate che puntano verso la sagoma dell'Etna, verso Canalicchio e gli altri paesi della cintura catanese, gira dietro la Villa Bellini, sale per Via Sant'Euplio, scende un tratto di Viale XX Settembre e riprende poi Via Etnea. L'autobus, tra il caldo, i giri e la confusione, è come un girone dell'inferno, dove sono condannati tutti i pensionati, le casalinghe, gli immigrati, gli studenti. Vado a finire accanto a due anziani signori: la discussione è di politica locale, l'oggetto è Scapagnini. Come è successo altrove, a Catania gli elettori hanno votato Berlusconi anche alle amministrative e ora ne traggono qualche conseguenza: Scapagnini "è un cretinu, un ignoranti". A un certo punto uno dei due signori fa anche un gesto con l'indice e il mignolo della mano destra "…e pacinziusu…e di ddocu si vira ca nunn'avi dignità…".(…e consapevole…e da qui si vede che non ha dignità). Commentando i continui rimpasti in giunta: "Ma comu, a destra a Catania nun c'è cchiù, e ha statu capaci di falla perdiri ni quattru paisi…quattru, nun si scherza".(Ma come, la destra a Catania non c'è più, ed è stato capace di farla perdere in quattro paesi…quattro, non si scehrza). Considerando le inadempienze della giunta, l'interlocutore, anche lui di destra, ma adesso scontento, dice che gli elettori di questi paesi hanno fatto bene a votare il centro-sinistra. Una signora si inserisce nella conversazione, lamentando che vogliono ridurre l'abbonamento dei pensionati a sole due linee. Le rispondono velocemente, di sfuggita, dandole ragione, e ritornano alla loro analisi politica. Berlusconi non ha colpa, non può sapere tutto, ha solo sbagliato a scegliere Scapagnini.

Altro autobus:
Un signore senza denti fa i conti delle spese sulle medicine "Bastardu. Iddu e tutta a settima generazioni. E ddu curnutu di Craxi co ficia cchianari, ch'aveva mmoriri cinquant'anni prima".(Bastardo. Lui e tutta la settima generazione.E quel cornuto di Craxi che lo ha favorito, che doveva morire cinquant'anni prima). Davanti a me una signora sui sessant'anni commenta i discorsi che si fanno dall'altro lato dell'autobus: "ciatu persu" (fiato perso). Ripone qualcosa nella borsa e continua: "ni fanu cuntenti e gabbati….ni rununu la lira e si pigghiunu du liri" (ci prendono in giro…ci danno una lira e si prendono due lire).
Nel frattempo donne con capaci borse della spesa munite di ruote scendono dall'autobus verso il mercato.

Altro autobus:
"sbirru, sulu chissu cci pozzu riri, sbirru…u documentu… a cciù rugnu a iddu u documentu…mancu e carrabbineri".(sbirro, solo questo gli posso dire, sbirro…il documento…si, lo do a lui il documento…neanche ai carabinieri).
Un uomo coi pantaloncini a fiori è stato sorpreso sull'autobus senza biglietto. Adesso il controllore è sceso e lui si sfoga, è il controllore ovviamente dalla parte del torto, e lui è un povero perseguitato. Cerca anche la solidarietà degli altri viaggiatori. E si scandalizza quando due donne gli dicono che loro il biglietto lo hanno pagato, non vedono perché lui non lo debba pagare. Stupito, oltremodo meravigliato, scandalizzato risponde insultando: allura vo ddiri ch'a lei u cumuni ccià datu qualcosa, a mmia nun m'ha datu nenti".

 

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