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Giro93
Movimento
Siena protesta contro l'Ocse
di Lorenzo Misuraca
Qualche tempo fa, un certo Einstein
parlava di relatività. Venerdì 13
luglio a Siena c'erano circa quattrocento persone
alla street parade di protesta contro il vertice
OCSE. Poche, a meno che non si applichi il criterio
di relatività alla città in cui
si è svolta la manifestazione. Siena, città
borghese, chiusa nella tradizione del palio, provinciale
e culturalmente asfittica, da anni non vedeva
una manifestazione "politica" così
numerosa e colorata.
Il corteo è aperto da un
enorme striscione del comitato NOCSE, che risponde
con un secco no a istituzioni criminali quali
FMI, WTO e OCSE. Seguono i Bandao, bravissimi
e numerosi percussionisti di musica brasiliana,
che introducono all'atmosfera di festa della giornata.
Ci sono i ragazzi del movimento antagonista toscano,
che ricordano la condizione critica degli immigrati
dopo l'approvazione della vergognosa legge Bossi-Fini.
Attac Siena mostra ai poliziotti schierati di
fronte al palazzo di giustizia uno striscione
che sottolinea come "la violenza sia l'ultimo
rifugio degli imbecilli", e leggendolo non
possiamo fare a meno di pensare a Genova. Indymedia
da un furgoncino lancia musica tecno a palla e
una proposta di informazione democratica e fatta
dal basso. I Giovani Comunisti distribuiscono
vino al ritmo di reggae, mentre il camioncino
del pink block, le femministe dalle mascherine
e dalle pistole ad acqua in difesa dei diritti
delle donne, chiude la coda del corteo.
La manifestazione scorre tranquilla
attorno alla fortezza, a discapito delle tensioni
che la Lega Nord e Alleanza Nazionale avevano
disseminato nelle settimane precedenti, tentando
di contrapporre la cittadinanza senese ai "pericolosi
vandali no-global" che avrebbero occupato
il centro. E, d'altronde, la gente accorsa curiosa
ai bordi del corteo per vedere da vicino questi
feroci black block che hanno distrutto Genova,
capisce subito che di fronte ha soltanto delle
persone che manifestano il loro dissenso a un
neoliberismo inevitabilmente selvaggio, in maniera
gioiosa e festosa. gli unici momenti "caldi"
sono i cori violenti e provocatori del movimento
antagonista toscano ad indirizzo della polizia
e dei carabinieri schierati lungo il percorso,
e le azioni compiute dal comitato NOCSE nei confronti
degli obbiettivi sensibili posti lungo il percorso.
A metà corteo due ragazzi
si dirigono verso la sede della Bnl, uno degli
istituti di credito italiani che più finanza
i commercianti di armi e di morte, e attaccano
all'ingresso uno striscione con scritto: "no
alle banche armate". A poche decine di metri
dalla fine del percorso si trova una sede della
MAN POWER, una delle maggiori agenzie di lavoro
interinale al mondo. In pochi minuti la saracinesca
abbassata viene ricoperta di manifesti del contro-vertice
NOCSE e da volantini che invitano a rifiutare
l'umiliazione del lavoro precario. L'arrivo a
piazza Gramsci è accompagnato dalla trascinante
versione jazz di Bella Ciao, eseguita dagli eccellenti
fiatisti della banda Fiati Sprecati.
I senesi ai bordi della strada
sorridono, straniti da questa gente festosa che
non porta addosso il fazzoletto di nessuna contrada.
I giornalisti scattano le ultime foto e fanno
le ultime riprese, sconfortati dal fatto che dovranno
rassegnarsi a riportare di una manifestazione
totalmente pacifica, nonostante i tentativi della
stampa locale di montare il caso "no-global
in centro" portati avanti per settimane.
Arrivati al parco della Lizza il corteo si sfalda.
Qualcuno festeggia con un bicchiere di vino, qualcuno
si diverte a bagnare con l'acqua l'amico, altri
salgono sopra la navetta che li porterà
alla stazione.Fiorino Iantorno di Attac Siena,
coordinatore del comitato NOCSE, afferma soddisfatto
che << là dentro (al vertice OCSE)
c'erano gli sherpa che, essendo pagati, non possono
che dire bene, mentre qui fuori c'è la
gente reale>>. Beh, se questa è la
gente reale, oggi Siena può sperare in
un futuro più giusto.
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