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Impronte intolleranti e ingiustificate

Don Ciotti: “Affermare il valore della convivenza e non considerare lo straniero come soggetto pericoloso”. I referenti regionali di Libera raccolgono le proprie impronte digitali e le consegnano alla Questura di Roma.

La misura, introdotta dalla legge Bossi-Fini sull’immigrazione, che prevede la rilevazione obbligatoria delle impronte digitali per gli immigrati che chiederanno il permesso di soggiorno o il suo rinnovo, è ingiustificata e intollerante.
Ingiustificata perché già prima chi – italiano o straniero – non era in grado o rifiutava di provare la propria identità, poteva essere sottoposto a rilievi segnaletici e dattiloscopici.
Intollerante perché è una misura che vìola la dignità e i diritti delle persone e disconosce i principi di uguaglianza, libertà, reciprocità che fondano le democrazie.
Destinatari della disposizione sono peraltro non i clandestini ma coloro che, a qualunque titolo, entrano in Italia. La disposizione rischia dunque di ratificare un’immagine dello straniero come di un soggetto pericoloso o di un potenziale delinquente.
È per affermare il valore della convivenza civile e denunciare una prassi discriminatoria affine a quelle che in passato hanno portato a realtà di sfruttamento e sopraffazione, che i referenti regionali e nazionali di Libera – coordinamento di 1054 associazioni della società civile impegnate contro la criminalità, la corruzione e le mafie – hanno deciso di raccogliere le proprie impronte digitali, corredate dai rispettivi dati anagrafici, e consegnarle alla Questura di Roma.


Don Luigi Ciotti

Presidente Nazionale di LIBERA e dell’Associazione “Gruppo Abele”

 

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