segnali dalle città invisibili
  Giro93 Movimento Zoom
Da Radio Alice a Orfeo tv
di ugo giansiracusa

E’ nata il 21 giugno a Bologna la prima “televisione di strada”. Nel doppio senso per cui è una televisione che raccoglie direttamente le esperienze e le voci della gente comune e che copre a malapena, con il suo segnale, la strada bolognese da cui prende il nome. Un’emittente messa sù con poco meno di un migliaio di euro per una potenza del segnale di circa mezzo watt (trecentomila volte meno potente di un ripetitore standard), per una portata di contocinquanta metri. Un’emittente pensata, voluta e creata da un gruppo di cittadini che hanno nel cuore e nella mente la stessa indignazione, preoccupazione, stanchezza, rabbia, nausea (sintomi evidenti e chiari di quel nuovo e diffuso malessere che potremmo chiamare “berlusconite”) che accomuna in questi giorni milioni di italiani.
Il rimedio che questo gruppo di cittadini ha trovato per combattere il proprio malessere è stato di dare voce alla propria voce.
In barba alla famigerata legge Mammì hanno infilato il segnale della loro piccola emittente in una frequenza “buco”. In una frequenza, cioè, che nella zona di via Orfeo, a Bologna, non è sfruttata da chi ne ha la concessione. Illegali, dunque, ma con la giusta pretesa di voler combattere per il loro diritto di espressione, sancito dalla costituzione.
Una televisione politica, per stessa dichiarazione dei creatori: antifascista, antirazzista, antissessista. Continuazione dell’esperienza di Radio Alice che accomuna alcuni dei fondatori di Orfeo tv (Francesco Bernardi detto Bifo e Stefano Bonaga). Di quell’esigenza forte di creare e dare un “segnale”, metaforico e reale, di una varia umanità che non riesce ad accettare passivamente, da un lato il modo in cui si sta costruendo e strutturando il mondo e la realtà in cui viviamo e dall’altro la visione assolutamente faziosa, mistificatoria e falsa che i mezzi di comunicazione ci rendono di questo mondo e di questa realtà.
Il sogno dei creatori di Orfeo tv è quello di non rimanere soli. La speranza è che altri, in altre città prendano spunto dalla loro esperienza. L’utopia è di creare una tv satellitare che raccolga intorno a se le esperienze di Orfeo tv e di tutte quelle altre micro-emittenti che potrebbero nascere seguendone l’esempio. Contrapporre al sistema commerciale delle televisioni una tv politica che si basa sulle persone, sulle comuni aspirazioni, sulle comuni idee, sulle comuni esigenze.

 

Il Progetto
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