segnali dalle città invisibili
 

Giro92 Salvo Basso
da Il principino delle nuvole
di salvo basso

(da: Via Lattea : rivista semestrale di letteratura, n. 15-16, gennaio-dicembre 1995, p.5)

*
E'
che me ne vado a letto
con i tuoi occhi addosso -
e senza parole, solo pensieri.
Il nostro
sarebbe stato, il mostro, un
grande amore. Bastava
essere diecicentimetri più alto,
venticentimetri più
bello. E non sarebbe
bastato. (Io, a te, ti amo come sei.
E non sarebbe bastato).

*

scrivo, continuo, scontinuo a farlo
anche perché

mi immagino già da vecchio, con le
rughe, tutte,
al loro ingiusto posto e
la testa arrugata anche lei,
soprattutto il cervello, lui.

*

rifarei, a pensarci, tutto
quello che ho fatto, tutto. Per
esempio, i-i-innamorami di te
(ammesso che io l'abbia veramente fatto).
E distruggermi in quest'amore.
Finquì.
Finché arrespiro.

*

certo di scrivere
non te l'ha ordinato
mica il dottore - mi fa. Potresti
anche smetterla di lamentarti
se da stamattina
non scrivi mezza
di mezzaparola.
(Rispondo che in effetti, oggi,
ho solo sillabe minorenni,
e allora).

*

io mi chiedo
se
parlarti all'orecchio
significa
(in particolare)
parlarti in
o per tutto il corpo
oppure
oppure
parlarti
solo e solo là
(cioè all'orecchio
ti parlo e
nell'orecchio ti resta).

*

va bene -
continuo a scrivere
perché non ho niente da fare

ma se lo avessi, il fardafare,
ti scriverei lo stesso.

*

ora
scrivo solo a matita - ché
si cancella meglio.

*

(come una cartolina)

da qui, ma
pensandoti come sempre


*

(al ritorno, 1)

raccontarti
cosa ho fatto
dove ho stato
e questo
e quello
e poi e poi ed ora

no:
dirti che t'ho pensato.
E non c'è davvero altro
di questi
quanti?
giorni.

Tu dov'eri, intanto - e
cosa facevi. Io
- devo ripeterlo - ti
pensavo. Ecco quel che
ho fatto ecco quello ecco
dove ho stato ecco
quel che ho stato.

 

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