|
Giro92
Salvo Basso
Agghiacciamenti di primattina
di salvo basso
(pubblicato in "Nella
Città", organo ufficiale del Comune
di Scordia, bimestrale, anno III, N° 14 Aprile
1991)
Cominciamo di primissima mattina
con il disco di tre anni fa di Gianni Bella -
a tutto volume. Poi (o prima, ancora prima d'ogni
prima) col caffè. Ieri sera ho parlato
con quel teologo pazzo che non sopporto. Cercava
- tra una chiusura d'occhi e l'altra - di dimostrarmi
(dimostrarmi?) che in realtà non
ci poteva essere altra spiegazione logica del
BIG BANG, che considerarlo, quale in effetti era,
solo (solo) il suicidio di Dio con un colpettino-colpettone
di pistola, appositamente creata (da Chi se non
da Lui?). Al limite al limite, mi disse sul finire
della nottata, un omicidio, sempre di pistola,
con pistola parlando, ma non si sa ancora di chi.
La polizia indagherà e prima o poi qualcosa
salterà fuori
Cos'altro potevo dirgli?
Intanto la ragazza astronomica che non aveva smesso
di sguardarmi un attimino
la sentivo dire,
parlare e straparlare (uiscata al massimo) di
una che non pomiciava da chissà quanti
anni luce e allora un giorno arrivò su
un pianeta, conobbe uno e se lo portò a
quarkiare da qualche parte dell'universo, che
è sempre, tuttosommato, un mistero bellissimo.
Ed è meglio che resti un mistero, perché
queste cose si sa come vanno a finire
Uno
comincia che non gli sembra niente d'importante,
invece poi poi, senza neanche accorgersene o volerlo
veramente
D'altra parte chi dipende da chi?
Potrei farti la mia automitologia. Raccontarti
ogni istante -minuto - battuto battuto (a macchina,
col cuore). E questi appellamenti d'oca. Ma servirebbe?
Le pagine esposte al sole maturano. Ma bisogna
lasciarle rigorosamente bianche. Soffrirne senza
darlo a vedere. A vedere solo cosa succede, dietro
la finestra tendinata.
C'è il sole - e le telefonate da fare.
Ma per tutto, per niente c'è il tempo di
finire ogni cosa - come la chitarra scordata (sotto
tutti i puntini di vista). Soprattutto non aspettare
il postino. Alla fine - devo ripeterlo - si arriverà
a capire la cosa di ogni cosa, il posto ereditariamente
trasmesso da un gesto all'altro. Il pericolo di
un'influenza d'ogni ambientazione. La questione,
d'altronde, ha tutto il fascino perduto che sappiamo.
Alla prossima svolta.
Di una cellularità atipica, se vuoi. Come
quando leggi con la testa che letteralmente non
c'è (da tutt'altra parte). Eppure vai avanti,
senza fermarti. Finché sbatti e allora
forse castigandoti uqlahce qualche cosa la capisci.
Oh!
Giochiamo a testa-croce. Se perdi ti condanno
come fu condannato senza nessunissima colpa Gesù
Cristo. Se vinci ti costringo a pensare per una
tua buona volta (ca di quant'ava ca ti canusciu
mai mi ricordu ca t'aiu vistu pinsari).
*
c'è un'infanzia mortamente affamata nel
vertice malato di questo settembre. La volontà,
agghiacciata in frigo, è la mia sola condanna
*
è una domenica di sacerdotale amministrazione.
Le messanti però mi sembrano più
belle, forse per via di un pudore inconcluso (vedi,
per esempio, quella finta gonna?)
*
a differenza delle precedenti poesie, queste hanno
un finale. Prima, invece, modificucce eterne,
enormi
*
la tartaruga ha lentamente impiccato il prato.
Agli eredi un biglietto scaduto dell'atac
*
se passa un giornino di quelli che pioggiano il
cielo - vedrai, amore, mio amore, che amore ti
faccio provare
*
bisognerebbe titolare la vita come un film o un
libro (in cambio di un'extra strong ti do dei
litrini di sangue)
*
"mi sorprende (come se non fossi morto) turbare
la quieta vigilia del campo (che benedirò
neanche fossi un prete pagano), bocciare questo
sole estenuante
*
nel pienissimo vigore del mezzo mattino mi decreto
creditore di una virgola,
*
vi vuole pazienza, amora, e non ne ho, per costruire
i giusti, stordenti effetti poetici che qualcuno
(ancora?) si aspetta da me. Non è cosa
d'un giorno risvegliare il rigo, nutrirlo. E questa
lettera è bianca com'era prima che cominciassi
a scriverti
*
è che, alibilmente, ci vorrebbe più
tempo. Più settimane, più indici
e inchiostranti. E' per la pressione delle dita,
infatti che il chiaro di sol dà il cambio
alla pagina
*
ora ripenso alle giornate ultime: nessuna notte,
nessun rischio. La burrasca è stata leggera,
alle spalle. L'esatta cognizione del tempo («smettiamo»)
è il tuo successo di sempre.
*
"mi stanco. Neanche scrivessi poemi o endecasillabi.
Sarebbe più opportuno programmare meno
di una parola al giorno. Ci pensi? Felice e spoetato.
*
mi chiedi dei miei diversi linguaggi. (E' che
correggo pochissimo perché vorrei correggere
tutto)
*
dovessi compilarti tabelle, fedelmente riportando
a destra o a sinistra, le quotazioni della mia
poesia, i flussi stagonali, registrarti funebre
i versi, due, di quattro mesi; le cadute di quaderno,
il ribasso del 50/60%, il valore azionario della
mente
*
è natale. Lo senti? arriva.
L'ufficio internazionale delle comunicazioni
groelandesi. E' il natale del '98 - mi pare.
Gli amici sono decisi come sempre.
come un'acqua.
E i regali, impresepiati, in ogni fatto.
Mi leggo -
sempre più disattentamente.
Le ultime pagine sono sempre le migliori.
Bisogna scoprire la fine
subitanea d'un bit.
Senti? è un'occasione da una volta l'anno.
Non puoi perderla, premiando invece le pasque.
Io continuo a lavorare
in questo paese africano.
Watusso più d'una canzone.
Affettuosamente, paci di mani strette,
stritolanti.
Auguri, yes, augh!uri, ok.
Sai che sono rinchiuso in una riserva rossissima?
Questo è il successo - disse - la vita.
Desidero ringraziare il numero perché è
giustamente matematico.
Questo è un momento di algebrica festa
e
quasi tutti sono contenti.
Almeno quelli che sconosciamo.
Ma: gli errori tipografici sono previsti e
contemplati provvidenzialmente dalle mie
musine?
Un punto è sempre un punto, che inizi o
finisca,
lo start sparato, è una certezza, un punto
perché è fermo e immobilmente buono.
Capisco?
*
(A MORTE)
1.lei partorendo - senza che suo padre/madre sapesse
niente - l'inwatera e il padre/madre la salva
alla vita
2.trafittissimo da uno stuzzicadenti di plastichissima
ingoiato frettolosamente inavvertitamente in una
tartina nuziale del suo amico migliore trafittissimo
dal rimorso
3.chiusi nella gioielleria minaccano l'ostaggio
poggiato a muro - saltano i nervi prima del cervello
4.vietato morire
5.lui la salva dal ponte - s'innamora di lei che
non ricambia - lui ritorna al ponte (un mese esattissimo
dopo)
*
debolissimamente varo la nave del giorno in quest'acqua
di luce che affonda le pareti.
|