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Giro92
Mafie da morire
Il centrosinistra insorge e chiede l'intervento
dell'Antimafia
Appalti, blitz della maggioranza
passa la Merloniter alla siciliana
di carmelo lopapa, da www.palermo.repubblica.it
del 12/06/2002
Il ricorso a man bassa alla
licitazione privata al posto delle gare, l'affidamento
di incarichi senza selezione fino a 200 mila euro
e il crollo delle garanzie sui subappalti da questo
momento sono quasi legge.
La riforma degli appalti targata Cuffaro muove
il primo passo. La più contestata delle
leggi del governo di centrodestra - accusata da
sinistra di «aprire le maglie alle infiltrazioni
mafiose» e di segnare un ritorno al passato
- supera l'ostacolo della commissione Ambiente
dell'Ars. Ma il via libera di ieri pomeriggio
solleva un polverone di polemiche a Palazzo dei
Normanni. Il centrosinistra parla di «colpo
di mano» perché il testo - che secondo
il calendario dei lavori di commissione doveva
essere discusso a partire da ieri e per tre giorni
- ottiene il sì per il passaggio all'aula
in meno di mezz'ora. È un blitz: i sette
deputati della maggioranza, e tra loro il presidente
Nino Beninati (Forza Italia), non attendono i
colleghi, si incontrano puntuali alle 15,30 e
fanno tutto da soli. In pochi minuti approvano
in il testo già esitato dalla sottocommissione
che lo aveva esaminato per un mese e mezzo. Con
la riforma passano anche le modifiche proposte
dal governo e quelle dello stesso presidente della
commissione. Vengono ritirati invece, su proposta
di Alberto Acierno, tutti quelli della maggioranza
e, ovviamente, non vengono esaminati affatto i
numerosi emendamenti delle opposizioni. «Una
manovra studiata a tavolino - insorgono i capigruppo
del centrosinistra in una nota congiunta - una
vera e propria imboscata, in una commissione che
mai si era riunita in orario e che i deputati
del centrodestra hanno sempre disertato, al punto
che mai si era potuto operare in numero legale
senza la presenza del centrosinistra». Stavolta
non è andata così.
Proprio nei giorni scorsi i Ds avevano lanciato
una campagna contro il testo del governo, proponendo
consistenti modifiche soprattutto - a loro dire
- «per evitare che il disegno di legge si
trasformi in un favore alla mafia». Ora
quelle modifiche saranno riproposte in aula, dove
il clima sarà incandescente. Per le prossime
ore tutti i capigruppo del centrosinistra annunciano
«iniziative clamorose», che potrebbero
giungere fino alle dimissioni dei deputati di
opposizione da tutte le commissioni. Altri si
preparano a inviare il testo alla commissione
nazionale Antimafia. Il Polo per il momento ha
preferito evitare il confronto e procedere a colpi
di maggioranza. Il clima già ieri sera
si è surriscaldato, a Palazzo dei Normanni,
al punto che la seduta della commissione Bilancio
è saltata. E oggi si torna in aula.
«La legge sugli appalti servirà a
stabilire se la lotta contro la mafia è
ancora una priorità per la Regione governata
da Cuffaro» aveva detto l'ex presidente,
il diessino Angelo Capodicasa. Perché proprio
il problema della trasparenza nell'affidamento
dei lavori è il nodo cruciale della riforma.
Il sistema in vigore in Sicilia negli ultimi quattro
anni ha prodotto i famosi ribassi dello zero virgola
centesimi, favorendo le cordate di imprenditori
esposte alle infiltrazioni e utili per le imprese
calcolati in circa 400 milioni di euro. Ancora
ieri un'inchiesta su appalti pilotati ha fatto
finire sotto indagine quattro persone ad Agrigento.
Il testo del governo si propone di recepire la
Merloniter in vigore nel resto del Paese, ma con
alcuni correttivi che non piacciono affatto al
centrosinistra che ha bollato infatti la norma
come «Merloni alla siciliana». Ma
cosa prevede la riforma e quali modifiche sono
passate nella seduta lampo che l'ha esitata per
l'aula?
Affidamento di incarichi. D'ora in poi gli enti
pubblici possono procedere ad affidamento di incarico
ai professionisti su base fiduciaria quando l'importo
dei lavori è fissato tra 0 e 100 mila euro,
mentre è rimessa alla discrezionalità
dell'ente appaltante la scelta tra lo svolgimento
di una gara o il ricorso ad affidamento fiduciario
quando l'importo è tra i 100 e i 200 mila
euro. La Merloni nel resto d'Italia prevede il
ricorso all'affidamento fiduciario solo fino a
40 mila euro. Quella maturata in commissione è
comunque una leggera modifica rispetto alla proposta
originaria del governo Cuffaro che prevedeva solo
l'affidamento fiduciario fino a 200 mila euro.
Nella sostanza cambia poco.
La licitazione privata. Per gli appalti cosiddetti
«sotto soglia», cioè quelli
di importo inferiore ai 5 milioni di euro, viene
eliminata la cosiddetta distinta prezzi, cioè
il sistema in vigore in Sicilia negli ultimi anni
e che aveva prodotto ribassi irrilevanti. Gli
enti appaltanti potranno ricorrere alla licitazione
privata, cioè a una mini gara tra imprese
invitate dallo stesso ente. «Come nel resto
d'Italia - sottolinea Beninati - questo permetterà
di ridurre i tempi e spendere con agilità
i fondi di Agenda 2000». L'obiettivo del
governo è raggiungere quella media di ribasso
del 15 per cento garantita dalla Merloni nelle
altre regioni. Per le opposizioni però
il sistema espone ai rischi di condizionamenti
criminali: i Ds proponevano che in ogni caso si
svolgesse la gara pubblica con il massimo ribasso
e alcune garanzie che escludessero imprese sull'orlo
del fallimento.
Fondo di rotazione. Su proposta del governo viene
reintrodotto il fondo di rotazione per i ribassi
d'asta. Il 50 per cento dei soldi risparmiati
resterà all'ente, la restante metà
andrà alla Regione.
La norma transitoria. Per tutti gli appalti già
avviati, in cui si sia già proceduto all'affidamento
di incarico, la Regione si impegna ad applicare
la legge attualmente in vigore in tema di lavori
pubblici fino al completamento dell'opera.
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