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Giro92
Mafie da morire
La polizia nell'immaginario
collettivo
convegno al palazzo di
giustizia di Catania
by globetrotter 12:24pm Sat
Jun 15 '02 (Modified on 5:11pm Sun Jun 16 '02)
www.italy.indymedia.org
Confronto diretto tra la
polizia e coloro i quali scendono in piazza per
rivendicare i loro diritti. Dalla lotta antimafia
a Napoli e Genova,come è cambiata l'idea
che ognuno di noi ha delle "forze dell'ordine".
Quando occorse la forza perché il
diritto prevalesse dedicarono la loro vita alla
patria.
Questa lepigrafe in marmo su una delle facciata
della sala delle adunanze del tribunale di Catania.
Titolo del tema la polizia nellimmaginario
collettivo.
Partecipano Arci/CSF, Libera, Magistratura
democratica e Siulp. Esponenti dei social forum,
pochissimi agenti, pochissimi ragazzi, qualche
sopravvissuto di Genova, Cgil, magistrati e curiosi
riempiono la sala.
Per cominciare cinque minuti di immagini di scontro
nelle piazze di Genova e cinque minuti di immagini
degli agenti morti in Sicilia, vittime della Mafia.
Accostamento che qualcuno tra il pubblico contesterà
nel seguito del dibattito.
Accostamento, che serve proprio a rivalutare il
ruolo della polizia, così come è
stato in passato (e dovrebbe essere ancora qui
soprattutto in Sicilia), e quello che abbiamo
sentito sulla nostra pelle, ma non solo, a Napoli
e a Genova. Accostamento introdotto da Dario Montana,
fratello di un agente di polizia ucciso dalla
mafia che si occupa di Antimafia, che apre il
dibattito precisando che se anche di polizia si
parlerà, lui non vuole fare il gioco dei
potenti ripetendo il solito processo in piazza
dei fatti di Napoli e di Genova, con tanto di
vittime, colpevoli, giudici e giurie.
Montana ha riunito tutti per permettere quel confronto
tra le parti che in questo momento sono al centro
dello scontro istituzionale che il
governo ha messo in piazza. Permetterlo in questa
sala simbolica dove le parole dellepigrafe
cadono pesanti sulle immagini e le sensazioni
indescrivibili che purtroppo molti di noi ricordano.
Il confronto avviene, ma nessuno riesce a fare
finta che nulla fosse accaduto per immaginare
nuovamente la figura del poliziotto che difende
il povero dal potente. Le immagini che si vedono
allinizio sembrano un paradosso, ci si chiede
dovè, se cè, quella
polizia che ordine pubblico in difesa del cittadino,
dovrebbe fare.
Inevitabile parlare di potere politico di stampo
mafioso. Quella Mafia che tutti nominano ma che
nessuno coglie. Quella che mette tutti uno contro
laltro, che acuisce lo scontro sociale,
che insidia la diffidenza e la sfiducia perché
alla fine ci si rivolga a lei per poter essere
finalmente sicuri.
Sicuri di fronte quei mostri che essa stessa ha
creato. Dal tturco che lava i vetri
e vende accendini, agli schiavizzati fac
totum in nero, dalla piazza dello scontro
allaffamato che a detta di Berlusconi è
un pericolo per la società. Sono messaggi
questi per chi sa intendere, sono messaggi che
dicono che bisogna dividere anziché unire.
Vi rendete conto di cosa potrebbe e sta già
succedendo solo in Sicilia se la polizia smettesse
di collaborare con la magistratura perché
oramai diffidano gli uni degli altri? Dove mettiamo
il problema delle scorte poi? E quello della violenza
in piazza, senza esclusione di morti? Dovè
il poliziotto previsto dallart. 3 della
nostra costituzione? Quello che deve tutelare
affinché la legge non solo sia, ma che
sia in funzione della
rimozione degli
ostacoli di ordine economico e sociale
.
Il poliziotto c.d. democratico lo
stiamo perdendo grazie alla strategia del potere
( da Bianco a Scajola) che qualcuno tra i presenti
teorizza e scongiura, invocando a non cadere nella
loro trappola. La trappola di chi ha deciso di
convivere con la Mafia, di togliere le scorte
ai magistrati o di mandarglieli in uniforme, di
chi alimenta la paura del diverso, dellimmigrato,
del noglobal, di chi vuole addormentare
le coscienze per poter avere via libera alle fangosità
che è capace di commettere.
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