segnali dalle città invisibili
 

Giro90 Risonanze
Un mondo di Fiaba
Girodivite ha un rapporto "storico" con i Fiaba. E' stato il primo gruppo musicale di cui abbiamo voluto parlare sulle pagine del primo numero di Girodivite "cartaceo", nel 1994. Questo importante gruppo della scena progressive internazionale si racconta ora, otto anni dopo, attraverso le parole di Bruno Rubino, batterista, ma soprattutto fondatore dei Fiaba, che dal 1991 portano avanti questo progetto di musica finalmente "diversa" in una terra incline ad altre espressioni musicali come è purtroppo la Sicilia. Intervista a cura di alessandro g. fangano.

 

Bruno, quando e come nascono i Fiaba?
Il progetto è nato nell'estate del'91. Tutto è scaturito da un'idea di sperimentazione, ero alla ricerca di un sound rock moderno che non avesse pesanti riferimenti a quello dei gruppi progressive degli anni settanta né all'heavy metal epico degli anni ottanta ed utilizzando, sonorità arcaiche e temi favolistici, talvolta sfruttati in passato, così ho riunito alcuni musicisti che avevano condiviso con me la militanza in alcune bands e in possesso di un forte spirito innovativo.

Da più parti si legge e si dice che siete l'unica band italiana che riesce a conciliare il rock con la nostra lingua? Ma qual è il vostro segreto, oltre al talento indiscutibile di Giuseppe Brancato, un cantante straordinario?
Credo sia dovuto al fatto che la maggior parte delle bands (quando non applica su un brano la traduzione di una lirica precedentemente scritta in inglese) cerchi comunque di utilizzare la metrica italiana su una base musicale anglofona, mi riferisco sia sul piano melodico che su quello ritmico, una delle nostre caratteristiche è quella di creare un telaio ritmico che assecondi il movimento metrico delle strofe nella nostra lingua e una melodia, già forte di caratura italiana, che sia a servizio del suono della parola stessa, in pratica musica e testo nascono assieme uno a sostenere l'altro ma credo che la cosa più importante di questo metodo sia il fatto che si riesce a conferire alla forma canzone un fortissimo potere evocativo.

Il vostro ultimo disco "Lo Sgabello del Rospo" contiene materiale scritto e registrato qualche anno fa, come mai vede la luce solo adesso ?
Per causa di forza maggiore. Le etichette che avevano dato la disponibilità alla pubblicazione dell'album si sono tirate indietro all'ultimo momento, proprio quando stavamo terminando le registrazioni, c'è voluto tempo per trovare una label disposta a fare uscire il disco, all'epoca il lavoro fu trovato tecnicamente troppo complicato e quindi poco commerciale, alla fine comunque il coraggio di Loris Furlan ha permesso che "Lo sgabello del rospo" vedesse la luce per la Lizard e quello di Enrico Paoli la certosina distribuzione della Audioglobe.

Qual'è la storia che c'è dietro a "Lo sgabello del rospo", i personaggi ed il loro profilo e quale messaggio volete comunicare con questo disco?
"Lo sgabello del rospo" è il nome inglese dell'amanita muscaria, il fungo allucinogeno presente nell'iconografia fiabesca, sicuramente tutti l'avranno visto almeno una volta, di colore rosso maculato di bianco e dall'aspetto apparentemente innocuo. Il protagonista del racconto, Pauro, ospite ignaro di due streghe, ingerisce una pozione di cui l'ovolo malefico è l'ingrediente base, tale infuso è la chiave che aprirà la porta per la città delle rane, l'album è la storia del suo viaggio in questo mondo sconosciuto dagli umani. Ci vorrebbero pagine intere per fare un profilo dei personaggi coinvolti in questo concept, lasciamo alla sensibilità dell'ascoltatore, il carpire segreti, risvolti psicologici ed implicazioni emotive che investono i protagonisti della storia e l'eventuale messaggio che si può cogliere, del resto l'arte nasce con questo scopo. Razionalizzare un'opera è più che altro un lavoro che deve fare l'artista con se stesso più che una esternazione al pubblico, in caso contrario si potrebbe incorrere nella vivisezione dell'opera stessa, studiandone le componenti singole ma allo stesso tempo uccidendola.

A mio parere i vostri precedenti lavori sono caratterizzati da una grande freschezza e originalità riscontrabile anche dopo anni dalla loro uscita. Che rapporto avete con L'Appiccato e Il cappello a tre punte?
Anche se sul piano della realizzazione sono sicuramente perfettibili, su quello compositivo siamo assolutamente convinti della validità di questi due album, crediamo che il primo CD rappresenti in pieno lo stile minimalista dei Fiaba, ed il secondo metta in luce la nostra componente narrativa, è più che altro "Lo sgabello del rospo" da considerarsi una parentesi nel nostro percorso musicale, teniamo a precisare che questo nuovo album non è un'evoluzione dei Fiaba ma semplicemente una concessione su un piano sperimentale che abbiamo voluto fare a noi stessi per raccontare una storia nei limiti del buongusto, cercando comunque di non sfociare mai in virtuosismi gratuiti o autocompiacimento.

A sentire che il futuro del rock è la contaminazione mi viene da ridere. I Fiaba fanno questo dal loro primo album ('L'Appiccato' del 1994), ma la critica sembra avere orecchie solo per chi ha contaminazioni etniche che provengono dai paesi dell'area araba. Non pensi che il vostro approccio rock vi abbia precluso delle strade. E in tema di difficoltà, quanto ha inciso il fatto di provenire dalla Sicilia?
Sapevamo dall'inizio di precluderci tutte le strade con una scelta artistica così drastica ed unidirezionale, non sono molti quelli che riconoscono la coerenza come valore nel percorso di un gruppo e la personalità come intenzione, anche se come sai ogni nostro CD è diverso dal precedente c'è una linea di continuità stilistica che contraddistingue tutti i nostri lavori da dieci anni a questa parte ed ogni giorno paghiamo il prezzo di questa scelta ma è niente al confronto del fatto di provenire da un'isola, la difficoltà di movimento e di gestione di un gruppo nelle nostre condizioni è inimmaginabile per musicisti abituati a vivere ad esempio in centro Italia, è comunque la strada che qualsiasi artista è costretto a percorrere se vuole realmente anteporre l'esigenza espressiva al successo.

Che mi dite della vostra attività live? So che proponete una scenografia particolare...
Non suoniamo quanto ci piacerebbe e difficilmente riusciamo a muovere le nostre scenografie per i concerti, in Sicilia c'è un grandissimo fermento artistico ma come per tutta l'Italia non ci sono canali organizzativi adeguati per supportarlo. Il lato scenografico è un grande gioco, è ovvio che la musica svolge un ruolo di primo piano in un concerto ma ci siamo divertiti a realizzare tutto questo; usciamo da un'imponente roccia antropomorfa nella quale, attraverso una fenditura come un'enorme bocca si trova un portale di legno, il nostro frontman, una sorta di giullare cantore, apre la strada sul palco con in mano una lanterna di rame, tamburi e cembali della batteria sono incastonati fra i rami di un improbabile bosco ormai spoglio, sullo sfondo sono visibili, come ruderi di una antica cattedrale elfica, un rosone raffigurante l'effige del cappello a tre punte (simbolo dei Fiaba) e quella di uno strano gargoyle, il tentativo è quello di proporre una visione dello scenario naturale nel quale si muovono i personaggi presenti nelle canzoni dei Fiaba.

Vedo che finalmente avete sviluppato un nuovo sito internet molto più pratico e più completo. Perchè prima avete trascurato un po' questo mezzo di comunicazione?
Il nostro scopo principale è la musica, c'è tanto lavoro da fare ed il tempo a disposizione è sempre poco, anche la diffusione della nostra musica è una cosa che viene in un secondo momento, cercheremo comunque di non trascurare quest'aspetto della comunicazione.

Ho notato, sempre nel vostro sito, che avete girato il video clip della canzone "I Sogni di Marzia". Perchè proprio questa canzone? E come sarà il video?
Ormai in questi dieci anni "I sogni di Marzia" è diventato un vero e proprio piccolo classico per i nostri fans che lo richiedono incessantemente durante i live, ci è sembrato doveroso rendere omaggio a questa suite scritta nel '91e che ci auguriamo gradiscano tutti coloro che ci seguono da tempo adesso che abbiamo la possibilità di realizzare il suo clip. Se siete curiosi andate su www.fiabaweb.com , potrete scaricarvi un trailer di 30 secondi del video prossimamente in uscita.

Dato che il vostro ultimo disco in realtà conteneva pezzi su cui lavoravate già da parecchio tempo, state già preparando il disco nuovo? Quali novità ci saranno e quali sono i progetti futuri dei Fiaba?
Si in effetti in estate cominceremo a registrare un nuovo disco che conterrà la maggior parte degli inediti che già da qualche anno portiamo dal vivo. Un brano è già pronto, si tratta di "Angelica e il folletto del salice" che originariamente volevamo fare uscire come singolo e molto probabilmente sarà contenuto nel DVD del video de "I sogni di Marzia" che, come ho detto, è di imminente uscita.

C'è qualcosa che vuoi aggiungere per i nostri internauti?
Volevo semplicemente dire che abbiamo fatto una scelta musicale non facile e certamente scomoda: l'impossibilità di catalogarci o di essere assimilati a una corrente musicale ci ha creato degli enormi problemi sia sul piano delle produzioni esecutive che su quello della promozione dei dischi per non parlare poi della attività live, mi auguro quindi che chi incontrerà in futuro i nostri lavori ascolti le canzoni dei Fiaba senza preconcetti di natura stilistica.

 

 

Il Progetto
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