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Bruno, quando e come nascono
i Fiaba?
Il progetto è nato nell'estate del'91.
Tutto è scaturito da un'idea di sperimentazione,
ero alla ricerca di un sound rock moderno
che non avesse pesanti riferimenti a quello
dei gruppi progressive degli anni settanta
né all'heavy metal epico degli anni
ottanta ed utilizzando, sonorità
arcaiche e temi favolistici, talvolta sfruttati
in passato, così ho riunito alcuni
musicisti che avevano condiviso con me la
militanza in alcune bands e in possesso
di un forte spirito innovativo.
Da più parti si
legge e si dice che siete l'unica band italiana
che riesce a conciliare il rock con la nostra
lingua? Ma qual è il vostro segreto,
oltre al talento indiscutibile di Giuseppe
Brancato, un cantante straordinario?
Credo sia dovuto al fatto che la maggior
parte delle bands (quando non applica su
un brano la traduzione di una lirica precedentemente
scritta in inglese) cerchi comunque di utilizzare
la metrica italiana su una base musicale
anglofona, mi riferisco sia sul piano melodico
che su quello ritmico, una delle nostre
caratteristiche è quella di creare
un telaio ritmico che assecondi il movimento
metrico delle strofe nella nostra lingua
e una melodia, già forte di caratura
italiana, che sia a servizio del suono della
parola stessa, in pratica musica e testo
nascono assieme uno a sostenere l'altro
ma credo che la cosa più importante
di questo metodo sia il fatto che si riesce
a conferire alla forma canzone un fortissimo
potere evocativo.
Il vostro ultimo disco
"Lo Sgabello del Rospo" contiene
materiale scritto e registrato qualche anno
fa, come mai vede la luce solo adesso ?
Per causa di forza maggiore. Le etichette
che avevano dato la disponibilità
alla pubblicazione dell'album si sono tirate
indietro all'ultimo momento, proprio quando
stavamo terminando le registrazioni, c'è
voluto tempo per trovare una label disposta
a fare uscire il disco, all'epoca il lavoro
fu trovato tecnicamente troppo complicato
e quindi poco commerciale, alla fine comunque
il coraggio di Loris Furlan ha permesso
che "Lo sgabello del rospo" vedesse
la luce per la Lizard e quello di Enrico
Paoli la certosina distribuzione della Audioglobe.
Qual'è la storia
che c'è dietro a "Lo sgabello
del rospo", i personaggi ed il loro
profilo e quale messaggio volete comunicare
con questo disco?
"Lo sgabello del rospo" è
il nome inglese dell'amanita muscaria, il
fungo allucinogeno presente nell'iconografia
fiabesca, sicuramente tutti l'avranno visto
almeno una volta, di colore rosso maculato
di bianco e dall'aspetto apparentemente
innocuo. Il protagonista del racconto, Pauro,
ospite ignaro di due streghe, ingerisce
una pozione di cui l'ovolo malefico è
l'ingrediente base, tale infuso è
la chiave che aprirà la porta per
la città delle rane, l'album è
la storia del suo viaggio in questo mondo
sconosciuto dagli umani. Ci vorrebbero pagine
intere per fare un profilo dei personaggi
coinvolti in questo concept, lasciamo alla
sensibilità dell'ascoltatore, il
carpire segreti, risvolti psicologici ed
implicazioni emotive che investono i protagonisti
della storia e l'eventuale messaggio che
si può cogliere, del resto l'arte
nasce con questo scopo. Razionalizzare un'opera
è più che altro un lavoro
che deve fare l'artista con se stesso più
che una esternazione al pubblico, in caso
contrario si potrebbe incorrere nella vivisezione
dell'opera stessa, studiandone le componenti
singole ma allo stesso tempo uccidendola.
A mio parere i vostri
precedenti lavori sono caratterizzati da
una grande freschezza e originalità
riscontrabile anche dopo anni dalla loro
uscita. Che rapporto avete con L'Appiccato
e Il cappello a tre punte?
Anche se sul piano della realizzazione sono
sicuramente perfettibili, su quello compositivo
siamo assolutamente convinti della validità
di questi due album, crediamo che il primo
CD rappresenti in pieno lo stile minimalista
dei Fiaba, ed il secondo metta in luce la
nostra componente narrativa, è più
che altro "Lo sgabello del rospo"
da considerarsi una parentesi nel nostro
percorso musicale, teniamo a precisare che
questo nuovo album non è un'evoluzione
dei Fiaba ma semplicemente una concessione
su un piano sperimentale che abbiamo voluto
fare a noi stessi per raccontare una storia
nei limiti del buongusto, cercando comunque
di non sfociare mai in virtuosismi gratuiti
o autocompiacimento.
A sentire che il futuro
del rock è la contaminazione mi viene
da ridere. I Fiaba fanno questo dal loro
primo album ('L'Appiccato' del 1994), ma
la critica sembra avere orecchie solo per
chi ha contaminazioni etniche che provengono
dai paesi dell'area araba. Non pensi che
il vostro approccio rock vi abbia precluso
delle strade. E in tema di difficoltà,
quanto ha inciso il fatto di provenire dalla
Sicilia?
Sapevamo dall'inizio di precluderci tutte
le strade con una scelta artistica così
drastica ed unidirezionale, non sono molti
quelli che riconoscono la coerenza come
valore nel percorso di un gruppo e la personalità
come intenzione, anche se come sai ogni
nostro CD è diverso dal precedente
c'è una linea di continuità
stilistica che contraddistingue tutti i
nostri lavori da dieci anni a questa parte
ed ogni giorno paghiamo il prezzo di questa
scelta ma è niente al confronto del
fatto di provenire da un'isola, la difficoltà
di movimento e di gestione di un gruppo
nelle nostre condizioni è inimmaginabile
per musicisti abituati a vivere ad esempio
in centro Italia, è comunque la strada
che qualsiasi artista è costretto
a percorrere se vuole realmente anteporre
l'esigenza espressiva al successo.
Che mi dite della vostra
attività live? So che proponete una
scenografia particolare...
Non suoniamo quanto ci piacerebbe e difficilmente
riusciamo a muovere le nostre scenografie
per i concerti, in Sicilia c'è un
grandissimo fermento artistico ma come per
tutta l'Italia non ci sono canali organizzativi
adeguati per supportarlo. Il lato scenografico
è un grande gioco, è ovvio
che la musica svolge un ruolo di primo piano
in un concerto ma ci siamo divertiti a realizzare
tutto questo; usciamo da un'imponente roccia
antropomorfa nella quale, attraverso una
fenditura come un'enorme bocca si trova
un portale di legno, il nostro frontman,
una sorta di giullare cantore, apre la strada
sul palco con in mano una lanterna di rame,
tamburi e cembali della batteria sono incastonati
fra i rami di un improbabile bosco ormai
spoglio, sullo sfondo sono visibili, come
ruderi di una antica cattedrale elfica,
un rosone raffigurante l'effige del cappello
a tre punte (simbolo dei Fiaba) e quella
di uno strano gargoyle, il tentativo è
quello di proporre una visione dello scenario
naturale nel quale si muovono i personaggi
presenti nelle canzoni dei Fiaba.
Vedo che finalmente avete
sviluppato un nuovo sito internet molto
più pratico e più completo.
Perchè prima avete trascurato un
po' questo mezzo di comunicazione?
Il nostro scopo principale è la musica,
c'è tanto lavoro da fare ed il tempo
a disposizione è sempre poco, anche
la diffusione della nostra musica è
una cosa che viene in un secondo momento,
cercheremo comunque di non trascurare quest'aspetto
della comunicazione.
Ho notato, sempre nel
vostro sito, che avete girato il video clip
della canzone "I Sogni di Marzia".
Perchè proprio questa canzone? E
come sarà il video?
Ormai in questi dieci anni "I sogni
di Marzia" è diventato un vero
e proprio piccolo classico per i nostri
fans che lo richiedono incessantemente durante
i live, ci è sembrato doveroso rendere
omaggio a questa suite scritta nel '91e
che ci auguriamo gradiscano tutti coloro
che ci seguono da tempo adesso che abbiamo
la possibilità di realizzare il suo
clip. Se siete curiosi andate su www.fiabaweb.com
, potrete scaricarvi un trailer di 30 secondi
del video prossimamente in uscita.
Dato che il vostro ultimo
disco in realtà conteneva pezzi su
cui lavoravate già da parecchio tempo,
state già preparando il disco nuovo?
Quali novità ci saranno e quali sono
i progetti futuri dei Fiaba?
Si in effetti in estate cominceremo a registrare
un nuovo disco che conterrà la maggior
parte degli inediti che già da qualche
anno portiamo dal vivo. Un brano è
già pronto, si tratta di "Angelica
e il folletto del salice" che originariamente
volevamo fare uscire come singolo e molto
probabilmente sarà contenuto nel
DVD del video de "I sogni di Marzia"
che, come ho detto, è di imminente
uscita.
C'è qualcosa che
vuoi aggiungere per i nostri internauti?
Volevo semplicemente dire che abbiamo fatto
una scelta musicale non facile e certamente
scomoda: l'impossibilità di catalogarci
o di essere assimilati a una corrente musicale
ci ha creato degli enormi problemi sia sul
piano delle produzioni esecutive che su
quello della promozione dei dischi per non
parlare poi della attività live,
mi auguro quindi che chi incontrerà
in futuro i nostri lavori ascolti le canzoni
dei Fiaba senza preconcetti di natura stilistica.
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