Giro90
Zoom
Anarchia Alpina
Considerazioni impertinenti
sul raduno nazionale degli alpini a Catania
di Angelo Luca Pattavina
L'adunata
nazionale degli alpini a Catania è finita.
"Peccato", continua a dire qualcuno.
"Finalmente!", dicono altri.
Per giorni abbiamo sentito tessere le lodi di
questo evento eccezionale ad ogni ora del giorno
e della notte. E in tutte le salse.
Sugli effetti "benefici" della scelta
di Catania come luogo per il raduno, in termini
di visibilità, di pubblicità, di
incremento economico e quant'altro ha rappresentato
questa occasione sia per la città che per
i cittadini, mi sembra sia già stato detto
abbastanza.
Mi volevo soffermare su altre considerazioni
che in questi giorni non hanno avuto spazio in
nessun mezzo di comunicazione. Non abbiamo fatto
altro che ascoltare interviste di persone entusiaste
per l'arrivo di così tanta gente da tutte
le parti d'Italia. Niente da obiettare. Questa
però vuole essere la voce di quanti invece
si sono soffermati a riflettere anche su altri
aspetti di questa manifestazione e che per una
logica "politically correct" non ha
trovato espressione nei media ufficiali. Guai
a turbare la perfezione con cui deve essere descritto
un evento di tal fatta. Questa non è una
riflessione disfattista, solo un po' un più
sagace di quante non ne siano state fatte fino
ad ora.
Mi è sembrato di assistere
ad un vero e proprio delirio organizzato e non
solo ad una pacifica invasione. Basti pensare
ai fiumi di alcool che si sono consumati, ai gruppetti
che giravano ubriachi per la città a qualsiasi
ora del giorno e della notte (alle due di notte
mi sono sentito suonare il silenzio militare con
la tromba e alle sette del mattino si ricomincia
con il canto delle alpi), e alla assoluta tranquillità
con cui scorazzavano per le vie del centro improbabili
mezzi di locomozione (che fine ha fatto il reato
di guida in stato di ubriachezza?). Situazioni
al limite della legalità. Ma la cosa che
più mi ha fatto pensare è l'accondiscendenza
con cui si è parlato di queste cose. Dimenticandosi
quanto l'alcool faccia male, alla faccia del perbenismo
riguardo altre forme di "ubriacamento".
Per non parlare di un fatto increscioso che è
passato sotto silenzio: un alpino in piazza duomo
che si arrampica sull'elefante per mettergli il
cappello. Qualche anno fa ci fu scandalo e un
sacco di clamore per quegli americani ubriachi
che fecero la stessa cosa e furono costretti a
chiedere ufficialmente scusa per quanto successo.
Non credo che il glorioso corpo degli alpini possa
essere legittimato a poter far tutto. Le regole
dovrebbero essere uguali per tutti.
Un'ultima nota riguarda quest'invasione
di maschi che ha riempito la città. Per
par condicio proporrei per l'anno prossimo un
raduno nazionale di top-model, 150.000 donne a
Catania. Se proponessi una raccolta di firme credo
che avrebbe successo.
[L'immagine: un fotomontaggio,
naturalmente...]
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