segnali dalle città invisibili
 

Giro90 Boicotta I love Nike!
Salve, sono la Nike

la strategia di comunicazione e marketing della Nike attraverso il suo sito ufficiale
di alessandro g. fangano

Accuse pesanti come l'infamia di sfruttare il lavoro minorile. Con questo deve fare i conti la NIKE Inc. dopo anni di boicottaggi, che con un imprevedibile effetto branding hanno di fatto contribuito all'aumento delle vendite. Nel nuovo corso della Nike ci sono parole d'ordine come rispetto dell'ambiente, rispetto dei diritti dei lavoratori, programmi di educazione e sviluppo in tutto il mondo. Ma c'è di più, per motivi di MKTG strategico e operativo, lo SWOOSH, (in Italia è chiamato baffo!) diventa l'unico simbolo sostituendo la "pesante" dicitura NIKE. Sul sito istituzionale della Nike inc. www.nikebiz.com c'è un'intera sezione denominata RESPONSABILITY dalla quale apprendiamo una serie di interessanti notizie e curiosità che, associate alle nuove campagne pubblicitarie (cfr. articolo sulla proliferazione di scorpioni) mostrano l'impressionante macchina di organizzazione, Marketing e Comunicazione di questa azienda. All'insegna del buonismo scopriamo che la Nike è stata fondata con una stretta di mano e che " E' implicito che in questo c'è la determinazione che noi vogliamo costruire il nostro business con i nostri partner basandoci sull'onesta e il rispetto reciproco. […] Inoltre gli standard ai quali devono sottostare i partner locati in tutto il mondo sono: Sicurezza e salute del lavoro, giusti salari, ore di lavoro e premi; minimi impatti ambientali, sistemi di gestione del personale per verificare la dignità degli individui, i diritti di associazionismo (anche sindacale) e il diritto di lavorare senza umiliazioni o abusi fisici o psicologici. [...] Nessuna discriminazione basata su razza, religione, orientamento sessuale, idee politiche, stato matrimoniale o maternità. Così la Nike verifica dall'interno e fa verificare anche da ENTI esterni internazionali la situazione dei propri lavoratori".

Sul sito sono disponibili anche i dati delle singole "factory" nei 5 continenti.
Questi gli standard dichiarati:
Non ci sono lavori forzati, così gli operai non sono costretti a lavorare in alcun modo, non c'è lavoro minorile: chi lavora per la creazione di scarpe deve avere almeno 18 anni e 16 anni deve averne chi lavora per la creazione di accessori e abbigliamento. A ciascuno è garantito lo stipendio minimo previsto da contratto e non ci sono trattenute sulle buste paga per infrazioni comportamentali. Grazie ai
benefits spesso gli stipendi sono il 25% più alti di quelli locali. Il massimo di ore stabilito è di 60 h/week o meno se stabilito dalla legislazione locale. Dispostivi per la sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro. Spesso ci sono delle ispezioni, anche di enti esterni e senza preavviso.

 

Il Progetto
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