segnali dalle città invisibili
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--- STOP-BUS ---

a cura di angelo pattavina

Un minuto per dire ciò che pensi! Stop-bus è uno spazio aperto per raccogliere piccole riflessioni, suggerimenti, proteste, divagazioni libere di tutti coloro che, aspettando l'autobus a Catania, vogliano avere la possibilità di esprimere ciò che gli passa per la testa, senza censure nè discriminazioni.
VOX POPOLI VOX DEI

· STOP-SIX

Martedì, 30 aprile 2002
ore 19,00
Piazza Borgo
Aspettando il 429
Alessandra
22 anni
Studentessa di giurisprudenza

"C'è una cosa che mi fa rabbia e che volevo sottolineare a proposito di quello che è successo a Napoli un anno fa tra le forze dell'ordine e i manifestanti. Ed è una cosa che ritengo comunque valida per ogni tipo di manifestazione che purtroppo degenera nella violenza più becera. Sento spesso dire che la violenza delle forze dell'ordine è legittimata dalla violenza dei manifestanti. Niente di più falso. Non voglio entrare nel merito di ciò che accade dentro le caserme, perchè la dimostrabilità di situazioni di abuso è in mano solo di chi vi si trova presente; quello che succede in piazza, invece, è fin troppo evidente. La violenza "gratuita" (e sottolineo "gratuita") delle forze dell'ordine non è assimilabile a quella dei manifestanti; il grado di intollerabilità delle due azioni, seppur ugualmente deprecabili, non può essere valutato alla stessa stregua. Per un semplice motivo. Perchè i manifestanti (violenti) sono responsabili delle loro azioni come singoli (la responsabilità penale è personale), mentre i tutori della legge sono lì, non in quanto singoli rappresentanti di se stessi, ma come rappresentanti dello stato. E non posso accettare che questi, anche in mio nome, si permettano certi "evitabilissimi" abusi. Non si può tacciare un corteo di essere violento (ci sono persone che sono lì per manifestare pacificamente) come non si deve tacciare la polizia tutta di essere violenta, ma mentre dal primo è possibile dissociarsi, i secondi, agendo come forza pubblica, intervengono inevitabilmente come nostri rappresentanti. E perchè, allora, non possiamo giudicarli?"

 

Il Progetto
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