|
Giro89
Movimento
Questa Italia e il mio 25 aprile
di Giorgio Bocca. Questo testo
è stato inviato al presidente dell'Anpi
di Milano Tino Casali, in occasione del 25 Aprile
La celebrazione del 25 Aprile quest'anno
è più facile, più chiara
che negli anni passati: gli eredi del fascismo
di Salò sono al governo, la continuità
con il passato che la guerra partigiana spezzò
non è casuale, è il fondamento della
restaurazione su cui si regge il nuovo regime.
Quest'anno è più facile spiegare
a quelli che non c'erano quali furono i veri caratteri
distintivi della Resistenza. Non una guerra civile
che non ci fu, perché non poteva esserci
sotto una occupazione nemica che muoveva come
fantocci gli uomini di Salò e neppure una
resurrezione del regno savoiardo, neppure la legalità
che esso pretendeva di assicurare.
No, quella guerra è stata nuova e diversa
per due principali ragioni: che fu la prima guerra
di popolo della nazione, la prima combattuta da
italiani che non obbedivano a una cartolina precetto,
ma che sentivano il dovere civile di combattere
per la libertà e per la dignità
di chi se la conquista e non la riceve in regalo
da altri; e che fu un superamento dello stato
liberale e di classe che aveva fatto l'Italia
unita, altamente meritorio per questo, ma fermatosi
a una società che divideva gli italiani
in cittadini di serie A e di serie B, una società
in cui gli operai e i contadini erano ancora riconoscibili
a vista dai loro vestiti, dalle periferie in cui
abitavano e lavoravano, dal modo di parlare.
Non si capisce l'astio, a volte l'odio, che l'attuale
restaurazione dedica alla Resistenza se non si
tiene presente proprio che essa spezzò
il vecchio stato dei privilegi, delle caste e
delle mediazioni fra i ceti dominanti.
Nei giorni della Liberazione per la prima volta
non ci furono più italiani stranieri in
patria: per la prima volta si capì che
la libertà e la solidarietà erano
indivisibili.
Con gli eredi di Salò al governo, l'Italia
moderata crede di avere riportato il Paese alla
sua continuità conservatrice, con i milioni
di lavoratori e di democratici scesi in piazza,
noi pensiamo che ciò che la Resistenza
ha conquistato per tutti, sarà difesa per
tutti.
|