segnali dalle città invisibili
  Giro88 Palestina aprile 2002
Testimonianza da Gerusalemme di Alberto Zoratti

da www.carta.org
Da Alberto Zoratti 29/3/2002

Un aggiornamento da parte di Alberto Zoratti, da Gerusalemme, alle ore 18
locali: "L'attentato della scorsa sera e' diventato l'alibi, per il governo Sharon, per sferrare un attacco senza precedenti non solo all'Anp, ma anche all'intera popolazione palestinese. Dopo la conferenza stampa di Ariel Sharon e del ministro della difesa israeliano, in cui si sottolineava come nessuno sia immune a questa guerra, le truppe e i tank con la stella di Davide sono entrati in Ramallah oggi stesso: un'azione militare che sembra essere oramai un punto di non ritorno rispetto ad una situazione di guerra guerreggiata. In tutto questo la delegazione di Action for Peace si trova in una situazione molto delicata: cercare di mantenere un ruolo di collegamento, ponte tra le punte avanzate della società palestinese ed israeliana, ma nello stesso tempo denunciare fortemente quello che ha tutte le sembianze di essere un vero e proprio genocidio. Le iniziative portate avanti nella mattinata di oggi hanno voluto rimarcare questo aspetto, sia nel presidio all'Orient House, dove una delegazione di circa 200 persone e' stata duramente caricata dalle forze di polizia israeliane (un arresto e tre feriti), sia nell'appoggio alla manifestazione delle Donne in Nero in piazza Paris, a Gerusalemme Ovest, contrapposta ad un minuscolo presidio di coloni caratterizzati da bandiere gialle e da cartelli minacciosi. Ed e' proprio in manifestazione che è giunta la notizia dell'ennesimo attentato compiuto da una ragazza di 16 anni in un supermercato, notizia preceduta dalle sirene delle ambulanze e delle jeep militari che hanno interrotto un'atmosfera sospesa, quasi irreale. I lavori della delegazione, l'impegno e la volontà di fare di ognuno di noi si scontra con una realtà estremamente complessa, che non puo' essere risolta in maniera semplice e manichea. In aggiunta alle ragioni politiche di una popolazione oppressa da parte di uno stato occupante, che e' arrivato a non rispettare più di 60 risoluzioni Onu, si sono sedimentati drammi umani, che si esprimono nell'odio dichiarato e nell'intolleranza anche verso di noi, nello sguardo di alcuni dei famigliari delle vittime dell'attentato di Netanya incrociato all'aeroporto di Tel Aviv. Israele non e' il paese delle certezze, né degli eserciti della salvezza, chiunque venga qua per pensare di prendere in mano la situazione per ricondurla alla ragionevolezza compie un enorme errore umano e politico. Stiamo imparando giorno dopo giorno che un contributo serio verso non tanto una ricomposizione del conflitto, ma almeno per compiere alcuni passi in direzione della pace non può essere fatto altro che assieme a Palestinesi ed Israeliani, mettendo in minoranza non tanto le ragioni degli uni o degli altri, ma appoggiando chi tra loro vuole la pace rispetto al partito, trasversale ed eterogeneo, di chi vuole la guerra. La costruzione di Reti, anche qui, associato a forti iniziative di protesta e di denuncia, rispondendo alla domanda di pace che non ha e non deve avere né patria né bandiera". Nello
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www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm

 

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