segnali dalle città invisibili
  16 aprile anche Catania dice no, ma i commercianti di Via Etnea…
di rocco rossitto
16 aprile: la manifestazione di Catania: l'occupazione simbolica dell'Università:

Il 16 aprile le piazze e le strade di numerose città d'Italia (ma anche centri minori) erano colme di gente che ha detto no alla modifica sull'articolo 18.
In Sicilia, la manifestazione regionale era organizzata a Palermo, ciò nonostante a Catania si è deciso di far partire un corteo che percorresse la centrale via Etnea.
Circa duemila persone, non una folla oceanica, ma sempre una presenza forte per una città che risponde non in maniera massiccia alle manifestazioni. Gli studenti, i lavoratori, i Cobas, il Cataniasocialforum, i sindacati, ma soprattutto si è vista molta gente comune, con bimbi, carrozzine, biciclette. A Catania si è rivista la stessa gente presente a Roma, la stessa rabbia manifestata con pacata determinazione, con sdegno. Credo che questo sia accaduto un po' ovunque. Da Palermo arrivavano comunicazioni di una grossa presenza di persone, in parte Catania era lì presente col cuore.
Altro fatto da dover far notare è come nella via Etnea, via dove il corteo si è snodato, i negozi erano aperti. Non solo singoli commercianti, ma anche la Rinascente, che in altre città d'Italia e rimasta chiusa, e anche tutti i negozi Benetton-Sisley, o la Levis. Insomma i commercianti in città sono rimasti aperti, non hanno scioperato.
La cronaca della manifestazione, oltre a cori, canzoni, balletti e divertimenti vari non prevede nessun fuori programma se non la simbolica e rumorosa occupazione (momentanea) del rettorato dell'Università, dove i vari kolletivi studenteschi hanno gridato il loro no alla riforma Moratti.
Il finale, a villa Pacini, con musica, cous cous, e un breve comizio libero dove è stato ribadito il no alla modifica dell'articolo 18.

 


Il Progetto
[Up] Inizio pagina | [Send] Invia questa pagina a un amico | [Print] Stampa | [Email] Mandaci una email | [Indietro]