La sala è piena,
non ci sono più posti, da dietro
le quinte Giovanni Sollima inizia
il suo concerto e dopo qualche secondo con
il violoncello in braccio entra in scena
prendendo posto in una sedia al centro del
palcoscenico.
Le note iniziano a
prendere corpo a diffondersi a creare la
giusta atmosfera. Per i primi tre brani
non ci sono applausi per non violare l'armonia
che si è creata tra il musicista,
il teatro e il pubblico.
Ma quando termina J.Beujs Song l'applauso
parte forte, caloroso e vibrante.
Il concerto nel vano
tentativo di spiegarlo a parole è
stato un turbinio d'energia compressa che
esplodeva dal corpo e dallo strumento, il
violoncello, che il musicista (aveva 18
anni quando iniziò a studiare violoncello
a Stoccarda) suona con piena padronanza.
Dodici brani, dodici
momenti strabilianti, che il pubblico ha
assorbito richiedendo vari bis che alla
fine Sollima ha concesso felice e soddisfatto
dai lunghi applausi tributatigli.
Però, purtroppo c'è un però,
il titolo del concerto titola "Solo
cello & live elettronics", in verità
di live elettronics se n'è vista
ben poca, più che altro erano delle
basi preregistrate su cui, in maniera deliziosa,
Giovanni Sollima ha creato magie.
Un pieno successo quindi,
un'altra tappa di Scenario Pubblico
che merita un plauso per una programmazione
che fin'ora non lascia possibilità
di critica.
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