segnali dalle città invisibili
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Subsonica, la bolgia di Fefè

di alessandro calleri

Potente, coinvolgente e devastante, difficile trovare altri aggettivi per descrivere i Subsonica in concerto al Fefè Cantina di Brucoli. Navigano in giro per l'Italia da mesi, impegnati nella promozione del loro ultimo album, "Amorematico", un gran disco simbolo di pura adrenalina ad un ritmo infernale e avvolgente. I Subsonica approdano in Sicilia con la loro consueta carica emozionale, pronti a travolgerti con un sound preso in prestito dalla migliore dance music. L'aria che si respira è densa e avvolgente; siamo tutti in attesa dell'inizio di un concerto che si prospetta come uno dei più coinvolgenti che i Subsonica abbiano fatto in questi ultimi anni. "Non suoniamo in un piccolo locale da anni e ce la vogliamo godere" - afferma Samuel frontman dei Subsonica subito prima del concerto. Detto fatto.

I Subsonica salgono sul palco alle 23.15 raccogliendo l'abbraccio carnale di un pubblico rimasto ad aspettarli in piedi per più di due ore. Un'attesa prontamente ripagata dall'energia che gli astronauti torinesi traspongono nel sound futuristico, un sound dance aggressivo che riesce a far muovere i fianchi a chiunque si trovi all'interno del Fefè, luogo sacrificale per dar sfogo a tutte le tensioni accumulate durante un lunghissimo tour italiano. Si inizia con "Nuvole rapide", brano di apertura del nuovo album, e l'atmosfera sembra già incandescente. A seguire "Alba scura" e l'impressione era che il Fefè dovesse cedere sotto le danze di circa mille aficionados che erano accorsi per partecipare alla festa. I tecnici scrutano l'aria e provvedono a puntellare il Mixer di sala e a farlo sorvegliare dalla vigilanza, onde evitare che qualcuno lo scambi per un tavolo e, in preda al ritmo infernale Subsonico live, si metta a ballare su. A parte questi piccoli inconvenienti il concerto è un'escalation virale all'interno attraverso i neuroni che attraversano i muscoli del pubblico in sala. Il pubblico canta e balla tutte le canzoni dei subsonica, un alternarsi di nuove suggestioni e vecchi lavori, "Eva -Eva", "Nuova ossessione", "Cose che non ho", Microchip Emozionale", "Mammifero", "Sole Silenzioso", sapientemente mescolati in un Live cocktail esplosivo.

"Stiamo attenti a come usiamo la parola libertà. No alla libertà del manganello, quella di pestare liberamente, no alla libertà dei consumi. La nostra libertà salvaguardiamocela da soli con la nostra innocenza", Cmax, quasi a fine concerto, trova la forza di fare alcune considerazioni sugli ultimi fatti di cronaca a cui abbiamo assistito in questi ultimi mesi (G8, perquisizioni alle sedi di Indymedia, l'omicidio di Marco Biagi). Il concerto finisce con l'abbraccio caloroso del pubblico che, stanco ma mai annoiato, accoglie festosamente la scelta dei cinque Torinesi di lanciarsi addosso ai presenti in segno di affetto e stima per le due intense ore trascorse insieme.

Il Progetto
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