COME OPPORSI ALLA GUERRA, IN SETTE
PUNTI E UNA POSTILLA
di Beppe Sini
*1. Illimpidendo noi stessi. Interrogandoci
sulle nostre ambiguita', sulle nostre complicita', sui nostri
privilegi, sulle nostre menzogne, e depurandocene. Da Mohandas
Gandhi a Danilo Dolci tutte le grandi lotte nonviolente
sono cominciate con il raccoglimento interiore, l'esame
e la purificazione di se'.
* 2. Col ripudio assoluto della violenza.
Che implica separarci nettamente, preliminarmente ed intransigentemente
dai violenti e dagli ambigui. Far comunella con loro, o
illudersi di poter percorrere insieme con loro un pezzo
di strada, significa imboccare la strada sbagliata, e diventare
loro complici.
* 3. Preparandoci all'azione diretta
nonviolenta. Per contrastare la guerra praticamente, operativamente,
e non solo simbolicamente, non solo a chiacchiere. L'azione
diretta nonviolenta contro la guerra o e' concreta o non
e'. Questo richiede una preparazione rigorosa, training
di formazione, un'autentica persuasione alla nonviolenza,
la profonda introiezione dei suoi valori, lo studio sistematico
delle sue tecniche. Ed occorre essere intransigenti nello
stabilire che ad una azione diretta nonviolenta contro la
guerra possono partecipare solo le persone che hanno fatto
la scelta della nonviolenza, e che ad essa intendono attenersi
fino in fondo; gli altri, i non persuasi, non possono partecipare
poiche' sarebbero di pericolo per se' e per gli altri, e
farebbero fallire irrimediabilmente l'azione nonviolenta
anche solo con una parola sbagliata.
* 4. Preparando la disobbedienza civile
di massa. La quale disobbedienza civile e' una cosa seria
che richiede serieta' di comportamenti e piena responsabilita',
consapevolezza e preparazione. Essa e' quindi il contrario
delle iniziative equivoche ed irresponsabili che personaggi
stolti e fin inquietanti hanno recentemente preteso di spacciare
sotto questa denominazione.
* 5. Preparando lo sciopero generale
contro la guerra. E giovera' ripeterlo pari pari: preparando
lo sciopero generale contro la guerra.
* 6. Ripudiando tutte le culture sacrificali.
Occorre affermare la dignita', l'unicita' e il valore assoluto
di ogni vita, la propria e l'altrui. Chi pensa che si possa
sacrificare anche una sola vita umana, ha gia' sancito in
linea di principio la liceita' di ucciderci tutti, ed e'
quindi complice della logica degli assassini.
* 7. Affermando la nonviolenza in tutte
le sue dimensioni, anche come nonmenzogna e come noncollaborazione
al male. Mentire e' gia' disprezzare e denegare gli altri
esseri umani in cio' che degli esseri umani e' piu' proprio:
la facolta' di capire, la ragione. La nonviolenza e' sempre
anche nonmenzogna. Chiave di volta della nonviolenza e'
la consapevolezza che occorre togliere il consenso ai facitori
di male. Occorre esplicitamente noncollaborare con essi.
La nonviolenza e' sempre negazione del consenso all'ingiustizia
e alla violenza.
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