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GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA PER LA TERRA

Il 17 aprile è il quinto anniversario del massacro di Eldorado dos Carajás, dove 19 contadini del Movimento Senza Terra furono assassinati dalla polizia brasiliana durante i lavori della seconda conferenza internazionale di Via Campesina. Anche per ricordare quella strage, nell’agenda dei movimenti sociali riuniti al Forum di Porto Alegre, Via Campesina ha proposto l’inserimento di una Giornata di lotta contadina che chiami alla partecipazione anche gli altri movimenti sociali impegnati in un progetto alternativo alle politiche neoliberiste semplice e chiaro: una vita degna per tutti. Il diritto universale all’acqua e a una sana alimentazione non è negoziabile. Il cibo non è una merce, le politiche sull’agricoltura devono essere sottratte dal controllo dell'Organizzazione mondiale del commercio, un’istituzione antidemocratica che risponde soltanto agli interessi delle multinazionali. La sovranità alimentare è l’affermazione del diritto dei popoli e dei territori a realizzare principalmente l'autosufficienza. Abbiamo bisogno di un'agricoltura contadina e diversificata, di alimenti sicuri e di un ciclo “corto” della produzione (qui produco e qui consumo) contro la politica di dumping e la sfrenata incentivazione delle esportazioni. Diciamo “no” ai prodotti transgenici e alla privatizzazione dei semi, una fonte della vita e un patrimonio dell’umanità intera di cui vogliono appropriarsi pochi avidi adoratori del mercato e nemici della biodiversità. Tutto il mondo soffre le distorsioni del mercato alimentare: afta, bse, diossina e aggressivi chimici nei cibi e bevande, stanno lì a ricordare che nessuno è immune da una logica che ha il profitto come unico scopo. La Mc-cultura tende a omogeneizzare e annullare i sapori, per vendere il servizio e un aggregato chimico-farmaceutico che, per comodità, continuano a chiamare cibo. La proprietà intellettuale sugli OGM, fornirà la spinta necessaria ai detentori dei brevetti per egemonizzare il controllo sulle varietà commestibili, soppiantando definitivamente le specie autoctone ed eliminando così qualunque alternativa al loro dominio. Si prefigura un mondo nel quale la scodella sarà definitivamente nelle mani di una dozzina di multinazionali agro-chimiche. E’ un disegno perfettamente integrato nelle strategie di globalizzazione della produzione e centralizzazione del comando, che coinvolge tutti gli aspetti della vita umana. Strategie di globalizzazione che sono oggetto di una crescente critica sociale e politica. Non solo da parte dei contadini del terzo mondo, ma di tanti e diversi soggetti che nella devastazione ambientale complessiva colgono la natura perversa del ciclo produttivo e del potere che esprime. Nella riflessione sui processi che portano all’avvelenamento del cibo, dell’acqua e dell’aria, alla distruzione incessante dell’habitat naturale, sconvolto dai piani di sfruttamento capitalistico, si rintracciano i fili rossi della critica radicale a questo sistema. Costruire le parole capac


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