articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
"C'è sempre una vecchia buona
mafia da rimpiangere, quella devota alla Chiesa, quella garante
dell'ordine, quella che dà lavoro, capace di proiettare un'immagine
reificata al di là delle atrocità e dei delitti. L'avere scomposto
nella storia della mafia questi due momenti, l'antico e il nuovo,
consente di attingere perennemente al serbatoio del mito". Negli
anni ottanta, ci racconta Rosario Mangiameli - docente di storia
contemporanea all'università di Catania -, l'esistenza di un dibattito
molto vivace sul tema della mafia ha determinato una produzione
storiografica molto ricca, che ha cercato di capire "la longevità
della mafia, la sua capacità di attraversare diverse epoche, di
vivere in contesti diversi". La vulgata sulla mafia è rimasta però
ancorata alla distinzione che allora si impose tra vecchia e nuova
mafia, responsabili in qualche modo la perdurante forza del libro
di Michele Pantaleone, Mafia e politica e il successo della categoria
di "mafia imprenditrice" coniata dal sociologo Pino Arlacchi. Una
incomunicabilità inaccettabile di fronte a tale fenomeno. Da qui
l'interesse dell'autore a ripercorrere - attraverso alcuni saggi
da lui già pubblicati in riviste e testi collettanei - i risultati
di un'analisi che appare, a chi abbia seguito solo il dibattito
giornalistico - assolutamente inedita e stimolante, capace di dare
degli strumenti di interpretazione che fanno uscire il fenomeno
della criminalità mafiosa da alcuni stereotipi - il codice d'onore
della vecchia mafia, la nuova mafia violenta, il terzo livello,
la sicilianità etc. Attraverso l'analisi di questi stessi stereotipi,
l'autore ci riporta alla storia, e non solo ad un'asfittica storia
della mafia, che rischia alternativamente di appiattirne o di esaltarne
la portata sulle vicende politiche regionali e nazionali, ma a quella
delle vicende della trasformazione economica, sociale e politica
della Sicilia dall'Unità a oggi, di cui la storia della mafia è
uno dei tasselli, che interagisce con gli altri. La
mafia come stereotiporecensione al libro: Rosario Mangiameli,
La mafia tra stereotipo e storia, Salvatore Sciascia editore, Caltanissetta-Roma,
2000di Pina La Villa******July, 2000
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