AUSTRIA CATTOLICI
Ecco chi prega per Haider
I motivi del silenzio Vaticano sul leader Fpoe
- ANGELA MAYR -
H aider "fa bene alla politica austriaca,
è diventato un elemento a cui tutti devono fare riferimento",
così diceva Kurt Krenn, vescovo ultraconservatore di St.
Poelten, placida cittadina della bassa Austria, già nel
'95 in un'intervista al settimanale tedesco Stern. "E'
ora che il partito popolare decida finalmente a favore di una
coalizione con Haider", lo assecondava Il tredicesimo,
giornale cattolico integralista fiancheggiatore di Krenn.
Uomo dell'Opus dei, oggetto di roventi controversie all'interno
della chiesa austriaca, Krenn è difeso dal Vaticano, che
lo considera una sorta di testa d'ariete per normalizzare la chiesa
austriaca dopo l'epoca di apertura e di rinnovamento impersonata
dal cardinale Franz Koenig. Il rapporto inquietante del Vaticano
con l'ala più a destra della chiesa austriaca può
gettare forse qualche luce in più sulle ragioni delle posizioni
morbide della curia romana nei confronti del governo nero-azzurro
di Vienna.
Da Innsbruck
L'ascesa di Haider e quella di Krenn marciano per certi versi
in parallelo. Inizia nel settembre 1986, al congresso di Innsbruck
della Freiheitliche Partei (Fpoe) dove Haider viene nominato il
nuovo "Führer" e cacciata la vecchia leadership legata a
Norbert Steger, che aveva portato il partito degli ex-nazisti
su posizioni più liberali. Nello stesso anno partiva il
tentativo di controriforma della chiesa austriaca che doveva passare
attraverso la nomina di vescovi imposti dal Vaticano: così
l'ultraconservatore e discusso Hans Herman Groer viene nominato
arcivescovo di Vienna come successore del cardinale liberale Koenig.
Seguono a raffica la nomina di Kurt Krenn a vescovo ausiliario
di Vienna nel 1987, nel 1989 si istallano l'ultraconservatore
Klaus Kueng ex vicario regionale dell'Opus Dei a Feldkirch e Georg
Ederer a Salisburgo. Ed è in preparazione la successione
del popolarissimo Franz Weber, vescovo di Graz, attuale vice della
conferenza episcopale austriaca. Al porporato legato alla tradizione
di apertura e di dialogo di Koenig verrà probabilmente
affiancato quale vescovo ausiliario l'ultraconservatore Andreas
Laun, col diritto di succedere poi a Weber.
Non è stato un caso che il papa, nella sua visita in
Austria del 1998, è stato accolto con estrema freddezza
e da piazze semideserte. Mentre le nomine imposte dal Vaticano
- senza consultazione e consenso del clero austriaco - furono
accompagnate da forti manifestazioni di protesta da parte dei
fedeli, che hanno dato vita al movimento riformatore "Noi siamo
chiesa". Contemporaneamente, sull'onda di un referendum popolare
di taglio diametralmente opposto, nasce il giornale del fondamentalismo
cattolico Il tredicesimo.
Giornale di "fede e chiesa" edito da Friedrich Engelmann. Il
giornale fa da testa di ponte tra ultraconservatorismo cattolico
e estrema destra; tra le sue firme figura Friedrich Romig, collaboratore
della rivista Aula di Andreas Moelzer, già ideologo
della Fpoe e ora consulente per la cultura in Carinzia accanto
al governatore Haider. Moelzer è noto per aver resuscitato
nel '90 il termine "Umvolkung", contaminazione etnica, ed è
indagato dalla magistratura austriaca per banalizzazione dei crimini
nazisti. Ciò nonostante l'uomo di cultura di Haider trova
spesso ospitalità sul quotidiano conservatore Die Presse.
Su Il tredicesimo sono ancora tanti i nomi illustri dell'estrema
destra, come Josef Feldner presidente del Kaerntner Heimatdienst
(Servizio pattriotico della Carinzia) o Martin Humer, membro dell'"Ehrenbund
Rudel" una sezione della neonazista "Deutsche Volksunion" (DVU),
"per il grande rispetto verso uomini coraggiosi" (Hans Ulrich
Rudel è stato il soldato tedesco più decorato della
seconda guerra mondiale, figura di culto dei gruppi neonazisti).
Intorno a Il tredicesimo nasce nel 1993 il "Club patriottico",
in dichiarata antitesi con l'antifascista "Club repubblicano-Nuova
Austria", il gruppo di intellettuali formatosi nel 1986 contro
la candidatura di Kurt Waldheim a presidente della repubblica.
Segretario ne diventa Moelzer, che concepisce la strategia di
"alleanza fra Fpoe e gli austriaci conservatori integralisti".
Si trattava di una svolta nella politica della Fpoe, tradizionalmente
anticlericale e anticattolica. Linea abbandonata ufficialmente
dal congresso nazional-liberale del 1997, che si dichiara a favore
di un "cristianesimo offensivo", alleato nella "lotta per conservare
la sostanza spirituale dell'Europa" minacciata "dal fondamentalismo
islamico crescente".
"Il cristianesimo offensivo" si dirige "contro gli immigrati
dalle regioni islamiche", aveva chiarito Haider, evidenziando
come la cristianizzazione dei Freiheitlichen sia soltanto una
variante della propaganda xenofoba. Il "club patriottico", nella
sua direzione, annovera anche Romig, il consulente del vescovo
di Sant Poelten e Ronald F. Schwarzer, presidente di Pro Occidente
(organizzazione cattolica costituitasi in opposizione al movimento
Pro Oriente formato dall'ex cardinale Franz Koenig). Co-fondatore
di Pro Occidente è stato il cappellano Reinhard Knittel,
oggi consigliere teologico di Kurt Krenn.
Il "club patriottico" ha avuto una vita breve, ma una rete azzurro-cattolica
è stata creata. E così Krenn è stato l'unico
tra i vescovi austriaci a simpatizzare per il referendum anti-immigrati
di Haider del 1993 al quale, peraltro, procurò un'udienza
dal papa, grazie alle sue relazioni con il Vaticano - tra i suoi
amici più stretti il vescovo polacco Marian Jaworsky a
sua volta amico stretto di Stanislaw Dziwisz, segretario personale
del papa.
Chi sta con Krenn
Il leader della Fpoe è stato finora l'unico politico
austriaco a difendere le posizioni di Krenn, invitato spesso alle
iniziative della Fpoe. "Krenn rappresenta coloro che hanno le
radici nel terzo Reich, nel fascismo e nel radicalismo", è
il giudizio del prelato Joachim Angerer di Geras nella bassa Austria
che esattamente un anno fa, insieme a una delegazione di tutti
gli abbati della regione, avrebbe dovuto chiedere alla Santa Sede
le dimissioni di Krenn. Non ha potuto farlo perché agli
abbati era stato cancellato l'invito. La divisione della chiesa
austriaca si rispecchia anche a Roma: da una parte c'è
il novantenne Alfons Stickler, che celebrò la messa al
congresso di fondazione di Alleanza nazionale e fa quadrato intorno
a Krenn, dall'altra l'arcivesco Alois Wagner, che simpatizza con
i suoi confratelli liberali. Contro l'ultraconservatore Krenn
era scesa in campo perfino la conferenza episcopale austriaca
chiedendo, senza successo, le sue dimissioni dopo lo scontro sul
rapporto quinquennale sullo stato della chiesa in Austria.
Il nunzio apostolico Donato Squicciarini prese le difese di
Krenn - che oltre alla cordata polacca ha dalla sua anche il sostegno
del cardinale Angelo Sodano - sostenendo che il rapporto quinquennale
era stato effettivamente gestito scorrettamente. Il rapposto quinquennale
attaccato ferocemente da Krenn e presentato in occasione della
visita dei vescovi austriaci al papa, difendeva (seppure prudentemente)
il "Dialogo per l'Austria" voluto da "Noi siamo chiesa". Dal papa
è stato accolto con l'invito alla chiesa austriaca di "discutere
di meno e di pregare di più". Una lezione che il cardinale
di Vienna Christoph Schoenborn pare abbia fatto propria ora, di
fronte alla catastrofe del governo nero-azzurro: invita i cattolici
a pregare per l'Austria.
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Austria, nazismo, cattolici
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