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articolo d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili

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Girodivite - n° 59 / dicembre 1999 - Speciale carovana antimafia 1999

Il percorso delle parole

di Anna Bucca. Questo testo è stato scritto al termine della Quarta carovana antimafia (1998)

In Sicilia, si è conclusa da qualche giorno la quarta carovana antimafia. "Finalmente !", ci diciamo tirando un sospiro di sollievo come accade ogni volta che una nostra iniziativa arriva felicemente alla fine. E' un "finalmente" di circostanza, lo sappiamo bene, perché messa da parte la fatica e lo stress di tre settimane vissute in giro, con l'attenzione tutta rivolta a una gita che proprio spensierata non si può definire, resta un po' della normale malinconia che si prova alla fine di ogni percorso. Accanto alla malinconia trovano posto però le sensazioni forti, le emozioni (quelle cose che si sentono prima in pancia e poi in testa), le soddisfazioni, le preoccupazioni, i contenuti e le cose concrete che questa carovana si porta dietro. Anche se le parole sembrano essere spesso inadeguate per descrivere un'esperienza che crediamo non possa essere colta fino in fondo se non vissuta direttamente, anche solo per mezza giornata, siamo consapevoli che poi siano uno degli strumenti più immediati per provare a spiegare cosa ci siamo messi in testa di fare e che cosa di altro, in questo anno, abbiamo aggiunto alla nostra "impresa". Claudio Fava, in un contributo redatto qualche anno fa per la carovana, scriveva dell'esistenza in Sicilia di una "geografia invisibile, non raccontata dalle mappe, non percorsa da alcuna strada. E' la geografia delle parole. Quelle perdute, quelle negate". Questa volta, noi che per lo più tendiamo a valutare il nostro operato esaminando gli atti concreti abbozzati o compiuti, vorremmo provare a partire proprio dalle parole. Anzi, dalle parole e dai silenzi della nostra ultima tappa a Caccamo. La tappa meno facile, visto il significato simbolico di cui si caricava per i recenti tragici eventi, l'uccisione per mano della mafia del sindacalista Mico Geraci, uno dei candidati a sindaco della città. La tappa più significativa, visto l'andamento. Una tappa vissuta nelle scuole, prima alle medie inferiori, con gli studenti del liceo psicopedagogico dopo. Il silenzio e le parole di Caccamo. L'incredibile minuto di silenzio di cui sono stati capaci i bambini, in ricordo di Geraci: un silenzio totale, sincero, frutto non di rigida disciplina imposta dalla preside ma di una matura consapevolezza degli eventi. Le parole degli studenti e la loro necessità di manifestare a chiare lettere la scelta di non stare zitti anche quando questa scelta rompe le regole non scritte di una certa parte della Sicilia, la peggiore. Le parole di Giuseppe, il figlio più grande di Geraci: poche, essenziali, determinate, decise. E' vero quello che avete detto tutti stamattina - diceva Giuseppe intervenendo all'incontro con gli studenti delle superiori- che la mafia è sottosviluppo, negazione di diritti, compromesso, disonestà, indifferenza, corruzione, ingiustizia, criminalità: ma per me in questo momento mafia è sofferenza, è il dolore che leggo adesso nei volti di mia madre, di mio fratello, dei miei nonni. Da queste parole che non necessitano alcun commento ripartiamo: da queste e dalle migliaia disseminate nelle 19 tappe della carovana, un po'da noi per raccontare il progetto Pole Position o gli interventi da fare in direzione di uno sviluppo autonomo della nostra isola, un po'di più da Rita Borsellino, fedele e cara amica della carovana, per sottolineare la necessità di non essere complici della colpevole indifferenza che uccide più degli spari, e poi da Luigi Ciotti, dagli amministratori dei comuni e dai tanti rappresentanti del terzo settore, della politica, della scuola, delle istituzioni che sono stati con noi. Sappiamo che in una carovana antimafia non possono esistere tappe più importanti di altre, ma sappiamo pure che esistono condizioni, coincidenze, situazioni per cui alcune tappe si "sentono" di più. E accanto a Caccamo, ecco spuntare Palma di Montechiaro e il villaggio Giordano. Dopo tre anni di passaggi a Palma, quest'anno il cambiamento è stato davvero tangibile: il merito non è della carovana, ma è anche della carovana intesa come evento che produce socialità, costruisce collaborazioni, struttura reti, progetta interventi di sviluppo. Palma di Montechiaro è uno dei dieci comuni in cui si sta realizzando il progetto comunitario Pole Position, una serie di interventi finalizzati a porre condizioni per cui si possa bloccare il potenziale passaggio in organizzazioni mafiose e criminali di giovani che vivono situazioni di disagio. Ma è anche il comune in cui un'amministrazione seria e coraggiosa, come molte altre attualmente operanti in Sicilia, sta provando a costruire tante occasioni, sta cercando di intervenire attraverso la coprogettazione di interventi nel settore dell'impresa sociale, sta sperimentando le possibilità offerte dall'art. 4 della l.216/91 o dai progetti cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo, p. es. il Now, sta cercando di favorire i percorsi aggregativi dei giovani del paese e lo sviluppo di nuove professionalità. Tutto questo tra mille difficoltà, in un luogo che è davvero la periferia della Sicilia, in una città che due anni fa ha dato la cittadinanza onoraria ai giudici Saetta e Livatino, uccisi da killer palmesi, quasi per segnare simbolicamente la sua voglia di rinascita all'insegna di un percorso di legalità. Queste sono le immagini che raccontano la nostra Sicilia, le scuole in autogestione che erano presenti ai dibattiti, l'intero paese di Scordia fuori nelle strade, nonostante l'inclemente temperatura, per l'inaugurazione della piazza dedicata a Falcone e Borsellino, il nuovo centro multimediale che a Corleone sorgerà negli ex capannoni delle ferrovie. E' per queste cose che adesso il nome di "carovana antimafia" comincia a starci stretto: perché di certo noi siamo contro la mafia, ma in virtù di un possibile (e sempre più credibile) cambiamento, per una Sicilia in cui le cose che raccontiamo anche attraverso la carovana possano costituire la normalità e non delle felici, seppur sempre più frequenti eccezioni.


Released online: December, 1999

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