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Girodivite - n° 58 / novembre 1999 - Ecologia, agricoltura, salute

Le piante del terzo millennio

di Hermencito
9 novembre 1999

Il migliore dei mondi sarà transgenico grazie alle piante del terzo
millennio.
Monsanto, Novartis, AgrAvo, Dupont, Rhone Polenc, Basf, Astra Zenecca,
Bayer, Dow Agroscientes, American Home Products: per loro la rivoluzione del
nuovo millennio è già' iniziata. Fino a poco tempo fa' queste multinazionali
dell'agrochimica, specializzate nelle piante, si spartivano l'80% del
mercato mondiale dei concimi e dei pesticidi, per un valore di 30miliardi di
dollari l'anno.
Ovviamente si sono rese conto che le loro ricerche genetiche potevano
offrire sbocchi giganteschi; perché allora lasciare i possibili vantaggi
commerciali ai venditori di sementi?
Le industrie agrochimimiche hanno intuito che la valorizzazione degli
organismi geneticamente manipolati (O.G.M.) passava oltre che attraverso i
brevetti, anche per l'integrazione industriale dei commercianti di sementi.
Sono quindi riuscite, poco a poco, ad assumere il controllo di tutto il
mercato, continuando a vendere i loro erbicidi e invadendo
contemporaneamente il nuovo mercato delle sementi geneticamente modificate.
MA NON E' TUTTO. Da sempre i contadini conservano una parte del loro
raccolto per la semina della stagione successiva, ovviamente le ditte
produttrici di sementi non hanno mai visto di buon occhio questo riutilizzo.
La comparsa delle sementi ibride e' stato il primo passo verso l'
introduzione di una forma di controllo sugli agricoltori: quando si risemina
il mais ibrido, il rendimento della seconda generazione è molto incerto. Gli
agricoltori sono quindi costretti ad acquistare le sementi ogni anno. Di
fronte alle prospettive di una maggiore redditivita', per ettaro evocate dai
venditori di sementi transgeniche, gli agricoltori, in particolare quelli
statunitensi, hanno finito per accettare le regole del gioco impegnandosi a
comprare i semi e i prodotti collegati a queste multinazionali.
MA NON E' TUTTO. Le dieci aziende si stanno dedicando ai paesi in via di
sviluppo, dove le "sementi di fattoria" (prodotte dagli agricoltori)
rappresentano il 90% delle piantagioni. Un mercato potenziale di 15 miliardi
di dollari. Le foreste dei paesi in via di sviluppo, ricchissime di risorse
vegetali, sono diventate l'oro verde di queste imprese. I loro biologi
vengono mandati in Brasile, in Peru', in Cina e in tutta l'Africa a cercare
il gene "giusto" nella speranza di modellare una pianta che soddisfi gli
interessi del mercato prelevando campioni di materia vegetale e catalogando
gli usi tradizionali di queste piante, violando cosi' le popolazioni
indigene: un vero e proprio spionaggio industriale aiutato dagli Stati
Uniti, che nel 1980, riuscirono ad autorizzare la concessione di un brevetto
per un organismo geneticamente modificato dando cosi' il via a tutto questo.
Agricolo, sanitario, ambientale, energetico, chimico, tessile, nessun
settore sfugge a questa guerra economica tra Usa e Giappone per la
supremazia mondiale nel campo agricolo (decideranno loro cosa mangeremo) e
di conseguenza nel campo della ingegneria genetica.... Mi sembra utile
ridiscutere oggi, o eventualmente nel prossimo secolo, nella maniera piu'
ampia possibile "il nuovo secolo biotech", dato che secondo me al di' la' di
"Carovana 99" a livello milanese si è fatto veramente poco o niente.
Vorrei finire aggiungendo due parole riguardo invece un'altra pianta
sfruttata da secoli per vari scopi: da quello cartaceo a quello tessile, da
quello edilizio a quello alimentare, non dimenticando l'uso rituale per
arrivare infine a quello medicinale in cui alcune le sue cellule
(tetraidrocannabinolo)  vengono clonate da varie ditte farmaceutiche, per
curare diverse malattie e dolori di vario genere e quindi messe sul mercato.
A questa pianta criminalizzata e a chi la difende, venendo a sua volta
criminilizzato, va' la mia solidarieta' con la speranza che venga liberata.
... piantatela . 


Released online: November, 1999

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